4900 prigionieri politici palestinesi in carcere in Israele

Articolo pubblicato originariamente su Pagine Esteri

Sono 4.900 i prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane tra cui 31 donne e 160 minori e più di 1.000 detenuti “amministrativi”, ossia in carcere senza processo, tra cui due giovani donne, il numero più alto dal 2003. 544 prigionieri scontano il carcere a vita, il caso più noto è quello di Abdullah Al-Barghouti (67 ergastoli). Sono questi i dati comunicati da Ong locali e internazionali in occasione della Giornata del prigioniero palestinese.

Quest’anno, dal primo gennaio al 15 aprile circa 2300 palestinesi sono stati arrestati dalle forze militari e di polizia di Israele. Tra di questi 350 sono minori.

Le Ong aggiungono che circa 700 detenuti sono ammalati, tra cui 24 affetti da cancro. In questi giorni è in corso una campagna per far scarcerare Walid Daqqah (detenuto da 37 anni) affetto da mielofibrosi. Le sue condizioni si sarebbero aggravate, sostengono i palestinesi, a causa di cure non adeguate in carcere.

Il Comitato di supporto per i giornalisti (Jsc), ong con sede a Beirut, aggiunge che sono 19 i giornalisti e professionisti del settore dei media detenuti nelle carceri israeliane in, afferma, “condizioni sanitarie disumane e crudeli”.  “Tra i giornalisti detenuti”, si legge nel comunicato del Jsc, quattro sono in detenzione amministrativa che si rinnova più volte”.  Israele, secondo il Jsc, “persegue i giornalisti, con l’obiettivo di ostacolare la stampa e di soffocare la libertà dei media”.

La Giornata del prigioniero palestinese cade in questa data perché il 17 aprile del 1974, il Consiglio nazionale palestinese dell’Olp, la approvò come giornata nazionale di solidarietà nei confronti dei detenuti politici nelle carceri israeliane.

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