Fermata e deportata dall’esercito israeliano Stefania Costantini. Intervista alla compagna italiana

Articolo pubblicato originariamente su Radio Onda D’Urto

Movimento. E’ stata deportata  messa su un volo Tel Aviv – Roma, arrivato nella serata di martedì 16 gennaio 2023, la compagna italiana Stefania Costantini, fermata all’alba dai soldati occupanti israeliani nel campo profughi di Dheisheh a Betlemme in Cisgiordania. Il tutto durante durante l’ennesimo raid israeliano a Dheisheh, che ha portato all’uccisione di un ragazzino di soli 14 anni, Omar Lotfi Khumour, è stato colpito alla testa dai soldati. Durante i funerali la salma è stata avvolta nella bandiera palestinese e in quella della formazione marxista del Fplp, Fronte popolare per la liberazione della Palestina, particolarmente radicato a Dheisheh.

Il raid di Dheisheh si inserisce in una nuova ondata di raid in Cisgiordania che hanno portato all’arresto di 19 persone tra la stessa Dheisheh, Qabatiya (Jenin), Nablus e Hebron. Ignote, come spesso capita quando si parla di esercito israeliano, le accuse contro i fermati: d’altronde la detenzione amministrativa è sempre più la regola per Tel Aviv.

Tornando alla vicenda di Stefania Costantini, l’agenzia palestinese Wafa spiega che i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa del giornalista palestinese Nidal Abu Aker, percosso il figlio appena sottoposto a un intervento chirurgico e interrogato la moglie. I soldati hanno poi fatto una seconda irruzione, stavolta nella casa dell’anziana madre di Abu Aker, dove hanno trovato e fermato la compagna italiana, Stefania, molto nota a Pisa per il suo impegno con i Cobas e per il popolo palestinese, con il Collettivo Palestina di Pisa.

L’intervista alla stessa Stefania Costantini, compagna italiana del collettivo Palestina di Pisa. Ascolta o scarica

HEBRON – Martedì 17 gennaio c’è stata un’altra vittima, la numero 15 del solo 2023, in Palestina. un giovane è stato ucciso dai militari israeliani a un posto di blocco istituito a Halhul, a sud di Hebron (Cisgiordania).L’uomo, Hamdi Abu Dayeh, aveva il grado di capitano nella polizia palestinese.

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