FIRMA LA PETIZIONE: basta attacchi a chi denuncia le verità dello Stato di Israele

Pubblicato originariamente su Change.org. English below

Le associazioni di volontariato, le organizzazioni umanitarie, politiche, religiose e culturali che hanno sottoscritto questo documento, in rispetto dei valori sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei Diritti Internazionali,

DENUNCIANO E CHIEDONO

che finisca la campagna mediatica denigratoria attuata nei confronti di chi, ricoprendo ruoli istituzionali internazionali o essendo membro autorevole di Organizzazioni Non Governative, ha osato portare all’attenzione generale, il ruolo e le politiche repressive del governo d’Israele nei confronti del popolo palestinese.

Non è da oggi che il peggior sionismo di destra, colonialista e razzista, ormai saldamente al potere in Israele, si scatena con rabbia contro chi osa mettere in dubbio la democrazia dello Stato d’Israele, che, in realtà, nulla ha a che fare con il popolo ebraico democratico e antisionista che vive dentro e fuori quei territori.

Le infamanti accuse di antisemitismo, rivolte ed utilizzate dai responsabili e sostenitori italiani del movimento sionista contro la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori occupati, l’italiana Avv.ta Francesca Albanese, e contro la Dott.ssa Tina Marinari, coordinatrice campagne per Amnesty International Italia, difensore del Diritto Internazionale e di Democraticità, offendono soprattutto il sentimento religioso ebraico di quel popolo.

L’accusa: aver documentato e denunciato le politiche utilizzate per imporre l’occupazione militare delle terre di Palestina. Questa politica è però quotidianamente confermata dall’uso indiscriminato di tutti i mezzi coercitivi che ogni esercito di occupazione ha da sempre messo in campo per imporre la volontà degli invasori agli invasi, e dal regime di apartheid che opprime il popolo palestinese.

E’ dalle colonne de Il Giornale del 18 aprile 2023 che Fiamma Nirenstein, che non ha mai nascosto le sue simpatie politiche di destra, accusa di antisemitismo Francesca Albanese, chiedendo esplicitamente all’Onu il suo licenziamento, argomentando che i soldati con la Stella di David stanno lì dal 1967 per difendere dai “terroristi” arabi il sacrosanto “diritto” dei coloni di riprendersi (dopo 2000 anni…) la terra che gli apparterrebbe per volere divino, perché così sta scritto nella Bibbia.

Fiamma Nirenstein si fa forte della richiesta di censura avanzata all’Onu dai “quattromila avvocati dell’International Legal Forum”. Organizzazione che ha sede a Tel Aviv, con diramazioni in molti paesi occidentali. Un intervento denigratorio rafforzato anche dalle dichiarazioni del ministro israeliano per gli Affari della diaspora e la lotta all’antisemitismo, Amichai Chikli, il quale sostiene che “consentendo alla signora Albanese di continuare a spargere odio, antisemitismo e istigazione alla violenza, non rispetta il proprio mandato di proteggere i diritti umani fondamentali di tutti ed esercitare parità di trattamento per tutti gli stati membri”. Da qui la pretesa necessità della rimozione di Francesca Albanese, richiesta con una lettera indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres e all’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani Volker Türk (Jerusalem Post, 19 aprile 2023).

L’uso strumentale dell’accusa di antisemitismo, e in particolare dell’immensa tragedia dell’Olocausto che ha coinvolto l’intero popolo ebreo, non si fonda su alcuna evidenza, ed ha la sola funzione politica di voler mascherare, screditando, le politiche coloniali e di sistematico apartheid che lo Stato d’Israele applica al popolo palestinese, con una pericolosa escalation, imputabile all’attuale governo di estrema destra, che sta rischiando di mettere in serio pericolo l’esistenza stessa d’Israele. 

Basti osservare l’aumento degli episodi di violenza che si sono verificati in questi ultimi giorni in occasione della Pasqua, anche contro le minoranze cristiane ortodosse e contro quelle cristiane, violenze ampiamente denunciate da Mons. Gianbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme.

L’attacco portato a Francesca Albanese e Tina Marinari è per noi inaccettabile, soprattutto per l’importanza delle loro organizzazioni di appartenenza, volte alla difesa del Diritto Internazionale – l’ONU – e attive in campo umanitario e democratico – Amnesty International. A queste organizzazioni va tutto il nostro rispetto.

Un rispetto che, viceversa, lo Stato d’Israele non ha mai dimostrato, come è confermato non solo dalla mancata applicazione, da parte di Israele, delle innumerevoli risoluzioni ONU contro la politica d’espansione coloniale, ma anche dalla continua violazione del Diritto Internazionale, vilipeso anche attraverso il sistematico bombardamento preventivo di uno Stato sovrano come la Siria, senza neanche la dignità politica di dichiarare guerra, ma con aggressioni vigliacche e sconsiderate.

La verità è che, dopo anni di ricerca, lavoro, analisi, sia il Rapporto sull’Apartheid di Amnesty International, presentato dalla Dott.ssa Tina Marinari, sia quello realizzato per l’ONU dall’Avv.ta Francesca Albanese, hanno evidenziato che le autorità israeliane devono essere chiamate a rendere conto del crimine di apartheid contro i palestinesi.

Le massicce requisizioni di terre e proprietà, le uccisioni illegali, i trasferimenti forzati, le drastiche limitazioni al movimento e il diniego di nazionalità e cittadinanza ai danni dei palestinesi, evidenziano il sistema di oppressione e dominazione di Israele nei confronti della popolazione palestinese. Sono atti che alimentano un sistema che, secondo il diritto internazionale, costituisce apartheid, e che, secondo Amnesty International, è basato “su violazioni dei diritti umani” e, quindi, è un crimine contro l’umanità; così è definito dallo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale e dalla Convenzione sull’apartheid.

La Carta delle Nazioni Unite parla chiaro, affermando anche che qualunque popolo, anche quello palestinese, ha il diritto di resistere ad un’invasione straniera e che non può essere certo l’invasore a decidere quale resistenza sia legittima, a partire da quella non violenta del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) promossa dalla società civile.

Per questo è giunto il momento che non solo i mass media, ma la società democratica tutta apra gli occhi sulla verità e operi in modo che gli abusi cessino al più presto. Uno stop che può avvenire solo se si riconoscono e praticano i diritti del popolo palestinese, compreso il diritto al ritorno dei profughi, così come sono riconosciuti quelli del popolo israeliano.

Ass. “Per non dimenticare – OdV”

FIRMA LA PETIZIONE

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NO MORE ATTACKS ON THOSE WHO DENOUNCE THE TRUTHS OF THE STATE OF ISRAEL

The voluntary associations, humanitarian, political, religious and cultural organisations who have signed this document, in respect of the values enshrined in our Constitution and the Charter of International Rights

DENOUNCE AND DEMAND

an end to the denigrating media campaign carried out against those who, holding international institutional roles or being members of non-governmental organisations, have dared to bring to the general attention, the role and repressive policies of the government of Israel towards the Palestinian people. 

It is not as of today that the worst right-wing, colonialist and racist Zionism, now firmly in power in Israel, rages against anyone who dares to question the democracy of the State of Israel, which, in reality, has nothing to do with the democratic and anti-Zionist Jewish people living inside and outside those territories.

The infamous accusations of anti-Semitism, used by the leaders and supporters of the Zionist movement against the UN special rapporteur for the occupied territories, the Italian lawyer Francesca Albanese, and against Dr. Tina Marinari, campaigns coordinator for Amnesty International Italy, defender of International and Democratic Law, offend above all the Jewish religious sentiment of that people.

The accusation: having documented and denounced the policies used to impose the military occupation of the land of Palestine. This policy is however confirmed daily by the indiscriminate use of all the coercive means that each army of occupation has always deployed to impose the will of the invaders on the invaded, and by the apartheid regime that oppresses the Palestinian people.

It is from the columns of Il Giornale (italian newspaper) of 18 April 2023 that Fiamma Nirenstein, who has never concealed her right-wing political sympathies, accuses Francesca Albanese of anti-Semitism, explicitly asking the UN for her dismissal, arguing that the Israeli army has been there since 1967 to defend from Arab ‘terrorists’ the sacrosanct ‘right’ of the settlers to take back (after 2000 years…) the land that belongs to them by divine will, because that is how it is written in the Bible.

Fiamma Nirenstein makes the case for censorship made at the UN by the “four thousand lawyers of the International Legal Forum”. An organisation based in Tel Aviv, with branches in many Western countries. A denigrating intervention also reinforced by the statements by the Israeli Minister for Diaspora Affairs and Anti-Semitism, Amichai Chikli, who claims that “allowing Ms. Albanese to continue to spread hate, anti-Semitism and incitement to violence, does not fulfil its mandate to protect the fundamental human rights of all and to exercise equal treatment for all member states’. Hence the alleged necessity of the removal of Francesca Albanese, requested in a letter addressed to UN Secretary General António Guterres and UN High Commissioner for Human Rights Volker Türk (Jerusalem Post, 19 April 2023).

The instrumental use of the accusation of anti-Semitism, and in particular of the immense tragedy of the Holocaust that involved the entire Jewish people, is not based on any evidence, and has the sole political function of wanting to disguise, by discrediting, the colonial and systematic apartheid that the State of Israel applies to the Palestinian people, with a dangerous escalation, attributable to the current extreme right-wing government, which is risking of seriously endangering Israel’s very existence.

Suffice it to observe the increase in incidents of violence that have occurred in recent days on the occasion of Easter, including against Orthodox Christian minorities and against Christian minorities, violence widely denounced by Mgr. Pierbattista Pizzaballa, Patriarch of Jerusalem.

The attack on Francesca Albanese and Tina Marinari is unacceptable to us, especially because of the importance of the organisations to which they belong, aimed at defending International Law – the UN – and active in the humanitarian and democratic field – Amnesty International. All our respect goes to these organisations.

A respect that, conversely, the State of Israel has never shown, as is confirmed not only by Israel’s failure to implement the countless UN resolutions against the policy of colonial expansion, but also by the continuous violation of International Law, also vilified through the systematic preventive bombardment of a sovereign state like Syria, without even the political dignity of declaring war, but with coward and reckless aggression.

The truth is that, after years of research, work, analysis, both the Apartheid Report by Amnesty International, presented by Dr Tina Marinari, and the one produced for the UN by Francesca Albanese, have highlighted that the Israeli authorities must be called to account for the crime of apartheid against the Palestinians.

The massive requisitions of land and property, illegal killings, forced relocations, drastic restrictions on movement and the denial of nationality and citizenship to the Palestinians, highlight Israel’s system of oppression and domination of the Palestinian population. They are acts that fuel a system that, under international law, constitutes apartheid, and which, according to Amnesty International, is based “on human rights violations” and, therefore, is a crime against humanity; so defined by the Rome Statute of the International Criminal Court and the Apartheid Convention.

The UN Charter speaks clearly, also stating that any people, including the Palestinian people, has the right to resist a foreign invasion and that it cannot be the invader the one who decides what resistance is legitimate, starting with the non-violent one of Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) promoted by civil society.

That is why the time has come for not only the media, but all the democratic society, to open their eyes to the truth and act so that the abuses stop as soon as possible. A stop that can only happen if the rights of the Palestinian people are recognised and practised, including the right of return of refugees, just as those of the Israeli people are recognised.

Ass. “Per non dimenticare – OdV”

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Aderiscono all’appello:

Rete di Lilliput Modena

Ass. “Alkemia – APS – Laboratori multimediali”

Novara Flavio – direttore resp. “Alkemianews.it” – periodico on line

Mirca Garuti – Premio Internazionale Stefano Chiarini

Redazione “Contropiano” – periodico on line

Associazione amici prigionieri palestinesi

Associazione Amicizia Italo-Palestinese Firenze

Comitato Pistoiese per la Palestina

Elisabetta Valento

Al Amad Ahmad

Rossella Marchini – Dinamopress

Pasquale Liguori – Collaboratore Dinamopress e Comune.info

Vittorio Rosa – Sindacato Lavoro Società

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