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Elena Basile, Il giornale dโ€™Italia, 23 maggio 2024
Gent.ma Senatrice Segre
Vorrei tornare a rivolgermi a Lei sperando che questo mio nuovo tentativo di dialogo non sia causa di una sua seconda querela civile e penale.
Mi รจ terribilmente dispiaciuto che, in base a quanto riferitomi dagli avvocati, lei mi abbia querelato per โ€œdiffamazione e istigazione allโ€™odioโ€.
Sono sgomenta allโ€™idea che la mia difesa dei diritti umani e delle politiche umanitarie possa essere fraintesa fino al punto da farmi considerare unโ€™antisemita. Oggi intervengo in favore del martoriato popolo di Gaza. Negli anni trenta lโ€™avrei fatto per il popolo ebraico.
Sebbene mi sia pubblicamente scusata in un articolo apparso sul Fatto Quotidiano per avere utilizzato un paragone che, tenendo conto della sua veneranda etร  e della sua atroce esperienza di vita, avrebbe potuto ferirla, Lei non ha voluto credere nella sinceritร  delle mie scuse.
Mi ha in questo modo offeso gratuitamente, dubitando della buona fede di un funzionario diplomatico che per 38 anni ha servito lo Stato Italiano.
Eppure nel video nel quale mi rivolgevo a Lei, mi premeva soprattutto, sulla scia di Hannah Arendt, sottolineare come i nazisti non siano stati mostri ma persone comuni, buoni padri di famiglia, sensibili alle malattie dei figli, alla morte di un cane. La doppia morale nazista รจ analizzata nel film meraviglioso โ€œZona di Interesseโ€ del regista Jonathan Glazer che racconta la storia del comandante di Auschwitz e della sua famiglia. Vede, a mio avviso รจ importante, come la filosofa Arendt sottolineava nel suo bellissimo libro โ€œla banalitร  del maleโ€, comprendere che i crimini nazisti non sono una parentesi eccezionale della storia dellโ€™umanitร  ma sono insiti nel cuore umano e possono sempre reincarnarsi in forme diverse, dando vita a nuove tragedie della storia.
Voler sottolineare lโ€™unicitร  dellโ€™Olocausto e del genocidio degli ebrei credo ci possa portare lontano dal riconoscimento di quelle forme di azione e di pensiero che, lasciate alla deriva, generano i nuovi mostri dovuti al sonno della ragione. La disumanizzazione del nemico รจ alla base di quella doppia morale che trasforma il gentile padre di famiglia in belva. I crociati, i colonialisti, i nazisti, i nemici in guerra, restano indifferenti di fronte alle sofferenze e alla morte delle loro vittime.
Diviene quindi cruciale utilizzare la memoria dei crimini nazisti contro gli ebrei non per celebrare asetticamente il passato ma per chiedersi quali siano oggi le nuove vittime, quali popoli subiscano lo sterminio di cui ha sofferto il popolo ebraico, anche se le dimensioni, il metodo disumano e scientifico utilizzato nel genocidio degli ebrei ha costituito un unicum speriamo irripetibile.
A Gaza un popolo muore. 35.000 vittime civili non รจ la cifra che include i bambini, le donne e gli anziani, agonizzanti sotto le macerie, i morti per fame, i morti per la distruzione della sanitร , i feriti e gli amputati in ospedali fatiscenti e senza anestesia. Non cโ€™รจ una guerra a Gaza ma un esercito che utilizza armi tecnologiche avanzate contro una popolazione inerme con la scusa di voler colpire i terroristi di Hamas. Come se per colpire un brigatista nascosto in un palazzo, il Governo italiano avesse dato mandato di radere al suolo lโ€™immobile con gli anziani, le donne e i bambini che lo abitavano. Un delirio difeso purtroppo dagli editorialisti della stampa occidentale.
La Corte Internazionale di Giustizia, sulla base delle accuse presentate dal Sud Africa, Paese che ha subito lโ€™infamia dellโ€™Apartheid, ha invitato Israele a creare tutte le condizioni affinchรฉ il genocidio a Gaza non si verifichi. Lo ha quindi considerato plausibile.
In Cisgiordania non cโ€™รจ Hamas ma la ANP, riconosciuta soggettivitร  palestinese eppure i crimini di Apartheid sono stati denunciati dalle Nazioni Unite. Il Governo di Israele in Cisgiordania non ha piรน alibi, non sta combattendo i terroristi ma sta in ogni caso commettendo crimini contro lโ€™umanitร  e trasgredendo il Diritto Internazionale.
Il Procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Ahmad Khan ha richiesto il mandato di arresto internazionale per crimini di guerra per Netanyahu e per il Ministro della difesa israeliano Gallant oltre che per tre dirigenti di Hamas. I crimini contro la popolazione civile ebraica e quelli di Gaza contro la popolazione palestinese sono giustamente messi sullo stesso piano. Una lezione morale contro i doppi standard che imperversano nello spazio politico mediatico occidentale.
Qualcuno รจ insorto per la comparazione tra il primo Ministro di un governo democraticamente eletto e i capi di unโ€™organizzazione terroristica. In effetti il paragone รจ indebito. Unโ€™organizzazione che utilizza la lotta armata per la liberazione di un popolo sotto occupazione รจ giustificata dal Diritto Onusiano se colpisce lโ€™esercito dello Stato occupante. Hamas รจ quindi coperta dal diritto Onusiano se esercita la violenza contro le forze armate israeliane.
Naturalmente รจ condannabile in base alla normativa delle Nazioni Unite se utilizza metodi terroristici colpendo, come ha fatto il 7 ottobre, la popolazione civile ebraica.
Lโ€™โ€unica democrazia del Medio Orienteโ€ รจ a maggior ragione difficilmente giustificabile per i suoi crimini di apartheid in Cisgiordania e per lo sterminio di vittime civili a Gaza che non sono danni collaterali ma veri e propri obiettivi di punizioni collettive perpetrate da Israele anche in passato. La chiusura dei tre valichi alla frontiera di Gaza impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione civile. Ho letto con costernazione sulle pagine del Corriere della Sera, ( se lo ricorda, Senatrice, che bel giornale che era quando ospitava un dibattito di idee tra Pasolini, Moravia, Bobbio i tanti esponenti di una intellighรจnzia meravigliosa che ha consolato la mia adolescenza?) che gli aiuti americani via mare possano essere una realistica alternativa per la carestia e la fame a Gaza. Quindi la chiusura da parte del Governo israeliano non costituirebbe un crimine contro lโ€™umanitร . Eโ€™ possibile ragionare in questo modo?
Ho letto anche oggi lโ€™articolo di un ex collega sulla Stampa che sottolineava come la richiesta del procuratore della CPI, giustificabile dal punto divista morale, allontanasse di fatto la pace perchรฉ gli Stati Uniti e tanti Governi occidentali si sarebbero schierati in difesa di Netanyahu, dandogli maggiore respiro politico e dimenticando le pressioni contro lโ€™azione militare a Rafah.
Lโ€™Occidente crea il mondo e poi afferma di dover essere realista e fare i conti col mondo quale รจ, cioรจ col mondo che ha creato. Di fatto la richiesta del procuratore della CPI avrebbe potuto accelerare la fine politica del Primo Ministro Netanyahu. Se Biden avesse preso le distanze come i Paesi europei piรน illuminati, (Spagna, Irlanda, Belgio, Francia, Norvegia non il Governo Meloni complice dei crimini di guerra del governo israeliano) hanno fatto, si sarebbe colta una opportunitร  per tentare un cambiamento di politica in Israele. La richiesta di cessate il fuoco immediato e durevole a Gaza, unica vera condizione per il rilascio degli ostaggi e lโ€™avvio di negoziati, sarebbe stata possibile.
Sa, Senatrice, quale sarebbe il mio sogno? Vedere la comunitร  ebraica e i suoi maggiori esponenti prendere le distanze dai regimi israeliani che stracciano la carta delle Nazioni Unite, non rispettano le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, si coprono di crimini di guerra e contro lโ€™umanitร  a Gaza come in Cisgiordania. Su Haretz, il giornale israeliano, tante solo le voci di denuncia dei crimini di Israele a cominciare da Gideon Levy. Haretz รจ un esempio di quella libertร  di stampa di cui siamo carenti in Italia.
Se lei, Senatrice, difende la peculiaritร  dellโ€™Olocausto e del genocidio degli ebrei, senza voler riconoscere le affinitร  di mentalitร , di doppia morale e disumanizzazione del nemico, tra i carnefici della storia nei confronti delle vittime, potrร  forse essere male interpretata. La falsa e crudele associazione tra i crimini di Israele e la posizione delle comunitร  ebraiche nel mondo prevarrร . E con essa temibili e condannabili rigurgiti di antisemitismo. Come Finkelstein e Moni Ovadia predicano ogni giorno, confondere lโ€™antisemitismo con lโ€™antisionismo non aiuta la ragione ma semina odio.
La convenzione sul genocidio del 1948 determina i parametri nei quali le azioni di genocidio possono ricadere. La convenzione fu scritta dopo la scoperta delle miserie della seconda guerra mondiale. Essa era una lezione affinchรฉ il buio non colpisse nuovamente lโ€™umanitร . Non bisogna attendere che un intero gruppo etnico sia trucidato per far scattare lโ€™allarme. La convenzione intende prevenire il genocidio non solo condannarlo a fatti avvenuti.
Mi rivolgo a lei, Senatrice, in quanto sono convinta della sua buona fede (in questo divergiamo, nella fiducia ,presupposto di ogni dialogo costruttivo umano). Vorrei che le forze positive della nostra societร  che combattono oggi contro le guerre, contro lo sterminio di innocenti, siano questi i poveri ragazzi ucraini o le tragiche vittime a Gaza, unissero le forze contro la barbarie. I giovani che finalmente hanno lasciato le loro stanze e i loro computers e sono scesi in piazza contro i crimini di Israele, hanno tanto da condividere con lei, Senatrice, e la sua testimonianza contro lโ€™Olocausto. Lโ€™indignazione contro le stragi di Gaza, che vediamo in diretta televisiva, รจ la testimonianza che la moralitร , non il moralismo benpensante, ancora esiste nella societร  civile.
Lโ€™indignazione per le centinaia di migliaia di giovani ucraini, per il lutto e la disperazione delle loro famiglie, per il fallimento di un Paese svenduto dalle proprie classi dirigenti agli interessi economici, energetici e geopolitici statunitensi, รจ viva nel paese.
A volte non si manifesta verbalmente. Le persone hanno paura. Lโ€™omertร  non esiste solo sotto le dittature. Il dissenso, come sa Senatrice, รจ dileggiato, oscurato, diffamato e querelato oggi in Italia. Il mio caso credo sia un esempio evidente. Stiamo attenti perchรฉ gradualmente ci stiamo allontanando dallโ€™humus culturale delle democrazie liberali.
PS. per evitare equivoci: il titolo non รจ stato redatto da me, ma dal titolista del Giornale d’Italia

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