Articolo originariamente pubblicato su Palestina cultura e libertà
a cura di Alessandra Mecozzi
Ho avuto occasione di incontrare a Roma Faisal Saleh, già imprenditore, poi fondatore e direttore del Palestine Museum US che porterà alla Biennale d’Arte di Venezia 19 artisti Palestinesi. Un Museo della Palestina negli Stati Uniti, ma anche nel mondo – tranne che in Palestina dove esiste da pochi anni -, è una rarità assoluta. Ho rivolto a Faisal alcune domande per sapere di più sulla sua origine e genesi.
Grazie a Faisal, anche per le belle foto che ci ha fornito.
- Come e perché hai creato il Museo della Palestina negli Stati Uniti e come si sostiene?
Ho creato il Museo della Palestina per riempire uno spazio e colmare un grande vuoto. Il Museo che ho creato 4 anni fa è stato il primo Museo Palestinese nell’emisfero occidentale. Anno dopo anno andavamo a visitare musei di altri popoli. Finalmente era venuto il momento per i Palestinesi di avere un proprio Museo. Ho fondato il progetto iniziale con mie risorse personali. Attualmente il Museo riceve modesti contributi da Palestinesi e da sostenitori della causa palestinese. In modo continuativo, colmo il divario tra le donazioni e le spese del Museo, oltre a fornire gratuitamente gli spazi espositivi e di stoccaggio del Museo.

- Hai affermato che il Museo non è un’attività “politica”, ma la Palestina è in genere una questione politica, per la sua storia, la continua occupazione, l’apartheid. Che cosa fa la differenza del Museo della Palestina?
Il Museo non è apertamente politico, nel senso che non si vedono bandiere e dipinti con slogan politici e di propaganda. Ci concentriamo sull’arte e sugli artisti, sull’ espressione dei loro sentimenti, a volte con alcune sfumature politiche. Ci piace che il mondo sappia che abbiamo artisti di talento come qualsiasi altra nazione, che continuano a lavorare nelle condizioni più difficili sotto occupazione, sottoposti a continui attacchi e molestie, ma che riescono ad emergere al di sopra di tutto creando bellissime opere d’arte di cui siamo tutti molto orgogliosi. La nostra missione è raccontare la nostra storia al mondo attraverso le arti.

- Chi, quanti sono, da dove provengono i visitatori?
I visitatori del Museo di solito provengono da un’area che si estende da Boston nel nord a Filadelfia nel sud. Il Museo è una destinazione che vale il viaggio per palestinesi e sostenitori della Palestina. Il 50% dei visitatori è di origine palestinese/araba mentre l’altro 50% sono americani, non legati alla Palestina. Molti palestinesi includono una visita al museo quando viaggiano nel nord-est degli Stati Uniti, all’interno delle loro vacanze.
Almeno 2.000 visitatori si recano al Museo ogni anno. Il Museo ospita anche numerosi eventi, tra cui concerti musicali e conferenze. Dopo la crisi del Covid, il Museo ha esteso la sua diffusione a livello globale con una programmazione virtuale settimanale di proiezioni di film e colloqui con gli artisti.


- Alla Biennale di Venezia porterai 19 artisti palestinesi. Puoi dirci qualcosa di più? Provenienza, campi di attività, età…E’ importante che ci sia anche una nuova generazione…
Gli artisti rappresentano un’ampia e diversificata sezione trasversale degli artisti palestinesi; l’età varia dagli 85 ai 25 anni; 11 sono donne e 8 uomini. Provengono da Gaza, dalla Cisgiordania, dalla Palestina pre-48 e da molti altri paesi del mondo, tra cui Giordania, Kuwait, Lussemburgo, Stati Uniti e Australia. Ci sono 11 pittori/trici, due scultori, cinque fotografi/e, due artiste tessili e del ricamo, un cartografo e un artista dell’installazione. Un libro sulla mostra è in corso di stampa in Italia.
Siamo orgogliosi di essere stati selezionati per partecipare a La Biennale Arte 2022. Questo ci dà una grande opportunità per realizzare la nostra missione di celebrare e mostrare l’ eccellenza artistica palestinese e raccontare la storia palestinese a un pubblico globale attraverso le arti.

Contatti
www.palestinemuseum.us
Facebook | Instagram
Faisal.Saleh@PalestineMuseum.US

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."