Elezioni in Israele: ecco i legislatori estremisti che stanno per entrare nel governo

Articolo pubblicato originariamente su Internazionale

Il 3 novembre la Commissione elettorale ha comunicato i risultati ufficiali delle elezioni legislative del 1 novembre, che permettono all’ex primo ministro Benjamin Netanyahu di tornare al potere. Il partito Likud di Netanyahu (destra) ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti, conquistando 32 seggi. La coalizione composta dal Likud, dai suoi alleati ultraortodossi e di estrema destra dispone di 64 seggi sui 120 della knesset, il parlamento israeliano. La grande vincitrice delle elezioni – oltre a Netanyahu che cercherà di piegare la magistratura per risolvere i suoi problemi giudiziari (è imputato in un processo per corruzione) – è quindi l’estrema destra. La conquista di 14 seggi da parte di Sionismo religioso – un’alleanza formata da Potere ebraico di Itamar Ben Gvir e dal Partito sionista religioso di Bezalel Smotrich – è un successo inedito per un movimento ultranazionalista fino a poco tempo fa respinto dalla destra tradizionale.

Tra i molti contenuti pubblicati dal giornale israeliano Haaretz per commentare i risultati del voto, c’è un articolo che raccoglie i brevi ritratti dei protagonisti dell’estrema destra che molto probabilmente faranno parte della prossima coalizione di governo. Eccone alcuni.

Itamar Ben Gvir festeggia i risultati delle elezioni. Gerusalemme, 2 novembre 2022. (Eyal Warshavsky, Sopa Images/LightRocket/Getty Images)

Itamar Ben Gvir
Avvocato di 46 anni, vive nell’insediamento ebraico di Kiryat Arba, in Cisgiordania, e in molte occasioni ha difeso gli estremisti ebrei che avevano infranto la legge. Il suo cliente più famoso è Bentzi Gopstein, direttore di Lehava, un gruppo estremista contrario alla coesistenza e all’integrazione con i palestinesi. Secondo diversi resoconti, sul muro del salotto di Ben Gvir è appeso il ritratto del terrorista Baruch Goldstein, che nel 1994 uccise 29 palestinesi a Hebron. Nel 1995, quando aveva diciott’anni, Ben Gvir comparve in tv con in mano lo stemma della Cadillac del primo ministro Yitzhak Rabin, dicendo: “Abbiamo preso la sua macchina, prenderemo anche lui”. Poche settimane dopo un estremista di destra uccise Rabin, criticato da molti conservatori per aver firmato gli accordi di Oslo. Quello stesso anno Ben Gvir fu esonerato dal servizio militare. Nel 2007 fu condannato per incitamento al razzismo e per sostegno a un’organizzazione terroristica. È entrato nella knesset nel 2021, ma non ha sospeso le provocazioni, per esempio presentandosi in luoghi politicamente sensibili come il monte del Tempio (Spianata delle moschee per i palestinesi) e il quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est, epicentro della lotta di alcune famiglie palestinesi contro l’espulsione. Qui è arrivato a metà ottobre alla testa di un gruppo di coloni, portando in mano una pistola. Lo slogan del suo partito in campagna elettorale è stato: “Chi è il padrone qui?”. Potrebbe essere il prossimo ministro della sicurezza.

Bezalel Smotrich
Anche lui è avvocato, ha 42 anni e vive in una colonia della Cisgiordania, Kedumim. Ortodosso, è tra i fondatori di Regavim, un’ong che promuove la “sovranità israeliana” in Palestina. Ha guidato la battaglia contro lo smantellamento dell’avamposto illegale di Amona, sempre in Cisgiordania, ed è a favore dell’annessione dei territori palestinesi a Israele e della proposta di legalizzare tutti gli avamposti e gli insediamenti costruiti sulle terre palestinesi. Nel 2005 fu arrestato dai servizi di sicurezza interni perché sospettato di organizzare proteste violente contro il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, ma non fu mai incriminato. L’anno dopo si definì un “omofobo orgoglioso” e organizzò a Gerusalemme la “beast parade”, una marcia contro le persone lgbt in risposta al gay pride che si tiene ogni anno nella città. È entrato alla knesset nel 2015 e l’anno dopo ha dichiarato di essere favorevole alla segregazione delle donne ebree e arabe nei reparti maternità degli ospedali israeliani. Aspira al ministero della difesa.

Orit Strock
A 62 anni è una figura di spicco della comunità ebraica di Hebron e presiede la Human rights organization of Judea and Samaria, un controverso gruppo di coloni. È entrata nella knesset nel 2013 e ha fatto parte di diversi gruppi interni al parlamento, come quello per rafforzare il rabbinato e un altro per preservare l’identità ebraica d’Israele. Ha sempre espresso la sua ostilità nei confronti dei movimenti non ortodossi. Suo figlio Zvi ha ricevuto una condanna a due anni e mezzo di carcere per aver rapito un ragazzo palestinese insieme a un complice. I due lo hanno picchiato, spogliato, minacciato con una pistola e gettato nudo sul ciglio di una strada.

Avi Maoz
È il presidente di Noam, un partito di estrema destra che si oppone alla comunità lgbt e alle forme più progressiste di ebraismo. Si batte per “l’identità ebraica”, “i valori della famiglia” e contro quello che definisce “post-modernismo”. Si oppone anche alla leva femminile e alle preghiere miste sul Muro occidentale, noto anche come Muro del pianto. È convinto che le “potenze straniere” siano artefici di una campagna per compromettere e alterare i valori e le norme israeliane e che esista una sorta di “stato profondo” alla guida di magistratura e istruzione.

Simcha Rothman
Avvocato e fondatore del Movimento per la governabilità e la democrazia, si è schierato contro la decisione di processare Netanyahu per corruzione, frode e abuso d’ufficio. Ha 42 anni e negli ultimi tempi ha partecipato a diverse incursioni contro i palestinesi alla Spianata delle moschee. Recentemente ha partecipato a un incontro organizzato da un gruppo chiamato Gay orgogliosi di destra.

Almog Cohen
Ex poliziotto, ha fondato un’unità civile armata nel deserto del Negev, nel sud d’Israele, una zona che ultimamente è stata al centro di un movimento per i diritti delle comunità beduine. Si è definito “fondatore del comitato per salvare il Negev” e a fine ottobre ha pubblicato su Facebook una foto legata a un’aggressione commessa nove anni fa contro una famiglia beduina. Nell’immagine si vede Cohen insieme a un altro soldato in ginocchio davanti a tre uomini ammanettati e distesi faccia a terra. Nella didascalia ha scritto che è un modo per ricordare “quello che ha fatto nell’esercito”. Segue faccetta con l’occhiolino.

Amichai Eliyahu
Erede di una nota e rispettata dinastia di rabbini e a sua volta rabbino, si batte contro la proposta avanzata dallo scorso governo di far funzionare i mezzi pubblici durante lo Shabbat, la festa ebraica del riposo che si celebra ogni sabato. È favorevole al dialogo con le comunità non ortodosse.

Limor Son Har Hamelech
Attivista del movimento dei coloni, ha 43 anni e dieci figli. È stata una delle prime residenti dell’insediamento di Homesh, nel nord della Cisgiordania, smantellato nel 2005, e ha fondato Homesh Tekhila, che chiede il ripristino della colonia. Il suo primo marito fu ucciso durante un attentato terroristico nel 2003, nel quale restò ferita anche lei.

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