Articolo pubblicato originariamente da B’Tselem e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite
Testimonianza di Ishaq Fayad (51), padre di sei figli di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, che ha perso la gamba destra quando un missile ha colpito direttamente la sua casa. Ha rilasciato la sua testimonianza al ricercatore sul campo di B’Tselem Khaled al-‘Azayzeh il 19 maggio 2022.
ISHAQ FAYAD. PHOTO: KHALED AL-’AZAYZEH, B’TSELEM, 19 MAGGIO 2022
La notte del 14 maggio 2021, stavamo ospitando circa 60 parenti, metà dei quali bambini, nella nostra casa di al-Ba’ li Street, nel centro di Beit Hanoun, perché la nostra zona era considerata più sicura. Poco prima di mezzanotte, abbiamo sentito delle esplosioni che continuavano ad avvicinarsi a noi. Quando sono diventate più forti, tutti hanno iniziato a gridare per la paura. Ho cercato di rassicurarli e ho detto loro che erano al sicuro. Sono salito all’ultimo piano. Quando sono arrivato, mentre ero ancora in una parte aperta della tromba delle scale, c’è stata una grande esplosione che mi ha scaraventato ad almeno tre metri di distanza. Pochi secondi dopo c’è stata un’altra esplosione di un missile che ha colpito la casa dei vicini. Le macerie delle pareti e del tetto del nostro edificio erano sparse ovunque. Solo i pilastri erano rimasti in piedi.
La mia gamba destra era quasi tagliata. Era ancora collegata da un pezzo di pelle e da un’arteria e cercai di tirarla verso di me. Le schegge del missile avevano colpito la mia gamba sinistra e non smettevano di sanguinare. Strisciai giù per le scale fino al piano terra. Quando arrivai in strada, vidi molte persone che correvano in preda al panico, cercando i propri familiari. Mi girava la testa. Mio figlio Ibrahim (22 anni) e sua moglie Ghazal (22 anni) mi hanno portato a casa dei nostri vicini, la famiglia a-Z’anin, dove mi hanno legato la gamba per fermare l’emorragia. Pochi minuti dopo mi hanno portato fuori in modo che un’ambulanza potesse portarmi in ospedale.
Circa 15 minuti dopo è arrivata un’ambulanza che mi ha portato all’ospedale di Beit Hanoun. Lì mi hanno fasciato e poi mi hanno trasferito all’ospedale indonesiano di Beit Lahiya. Mio figlio Jasser (23 anni) è venuto con me. Durante il tragitto devo aver perso i sensi. Mi sono svegliato il pomeriggio seguente in ospedale. Quattro giorni dopo sono stato trasferito all’ospedale Nasr del Cairo, dove ho subito una decina di interventi alle gambe. Mi hanno anche applicato un fissatore alla gamba destra. In quel periodo soffrivo terribilmente e avevo perso molto peso. Sembravo uno scheletro ed ero a malapena riconoscibile. La mia salute mentale era molto carente. Per fortuna mia moglie Warda è stata con me tutto il tempo, sostenendomi.
Sono rimasto in ospedale al Cairo per nove mesi e il 13 marzo 2022 sono tornato a Gaza. Ho continuato le cure con Medici Senza Frontiere all’ospedale al-Awda. Il medico mi ha detto che la mia gamba destra doveva essere amputata. Ero scioccato che la situazione fosse così grave. Circa tre settimane dopo, la mia gamba è stata amputata. Ho subito altre due operazioni alla gamba e sto ancora facendo fisioterapia. Ho anche sviluppato il diabete e l’ipertensione, ma sfortunatamente le farmacie governative nella Striscia di Gaza non hanno le medicine di cui ho bisogno, quindi devo pagarle di tasca mia. Per esempio, la pillola che prendo per le infezioni alle gambe, il Flucoral, costa 13 shekel (~4 USD) a pillola.
Da quando mi hanno amputato la gamba, esco a malapena di casa, perché vivo al secondo piano senza ascensore. Sono già caduto dalle scale. Prima dell’infortunio ero sempre in movimento perché mi occupo di commercio di pecore e capre. Non sono abituato a essere disoccupato e a stare a casa. Almeno gli amici più stretti vengono a farmi compagnia qualche volta.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."