Di Antonello Baglivo, partecipante al viaggio “Tutti a raccolta” della Campagna Ponti e non Muri
Gerusalemme è una mattina pallida,
è un cielo velato da nuvole basse,
è pioggia leggera che non bagna,
sono le sue pietre del colore bianco panna.
E’ uno storno di colombi che col loro battito d’ali s’alzano in volo e rompono il silenzio.
E’ un vortice di polvere raccolto dal vento che soffia tra i vicoli del mercato ancora chiuso.
Gerusalemme è un carnevale umano.
Sono suoni e profumi che intrecciano volti troppo giovani strappati all’infanzia dall’ideologia.
E’ un pellegrino che porta in spalla la sua croce,
un soldato che porta in spalla la sua condanna.
Sono raggi rubati al sole che filtra tra la storia e la leggenda.
Gerusalemme è una sera umida di luna calante
Che timida illumina la Porta di Damasco
E più in là i tetti della Città Vecchia
E ne smaschera le ombre.
Gerusalemme è il dondolio di una culla dal cui cuore proviene un lamento
e poi è una voce materna che accarezza l’aria col suo antico canto
e d’improvviso smette l’odio e il pianto, smettono le fionde e i sassi, tacciono le bombe, i proiettili, i gas lacrimogeni.
E a Gerusalemme è di nuovo giorno
Dove tutto inizia
Ed io mi perdo in fondo agli occhi dei miei compagni di viaggio.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…