«Instabile, toglietegli i codici nucleari»: Trump mezzo matto e pericoloso, sostengono i Dem che ne vorrebbero l’impeachment

tratto da: https://www.remocontro.it/2021/01/09/instabile-toglietegli-i-codici-nucleari-trump-mezzo-matto-e-pericoloso-sostengono-i-dem-che-ne-vorrebbero-limpeachment/

Remocontro Remocontro  9 Gennaio 2021

 

«Instabile, non può avere i codici nucleari». La capogruppo Dem al Congresso, Nancy Pelosi gli dà del mezzo matto e ancora insiste con l’impeachment, e lui, Trump, infantile e dispettoso: “Non andrò all’insediamento di Biden”. La fuga dei collaboratori dalla Casa Bianca e Twitter definitivamente vietato per bugie e istigazione alla violenza.

Mezzo matto col grilletto atomico?

La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, ha fatto sapere di aver parlato con il capo dello Stato maggiore delle Forze armate americane Mark Milley per discutere le mosse da fare per impedire a quello che ha definito “un presidente instabile”, di avviare ostilità militari o di accedere ai codici di lancio e di ordinare un attacco nucleare.
Nancy Pelosi aveva chiesto al vicepresidente Mike Pence di iniziare la procedura per rimuovere il presidente sulla base del 25simo emendamento, ma non ha avuto risposta.
Il computer di Nacy Pelosi e quelli di altri due deputati sono stati rubati durante l’assalto al Campidoglio: non è chiaro se vi fossero informazioni riservate.

Twitter la sue arma convenzionale

«Per tutti coloro che lo hanno chiesto: non andrò alla cerimonia di insediamento il 20 gennaio». Poi, la minaccia: «I 75 milioni di grandi patrioti americani che hanno votato per me, per l’America prima, e per rendere l’America di nuovo grande, avranno ancora una voce gigantesca in futuro», ha scritto.
Ma alla Casa Bianca fatta Fort Alamo senza David Crockett, è il ‘si salvi chi può’. Nelle ultime ore c’è stata una catena di dimissioni di funzionari di primo piano, in disaccordo con la scelta di Trump di non condannare le violenze in maniera chiara. Tra questi, Elaine Chao, segretaria ai Trasporti e moglie del leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, Betsy DeVos, ministra dell’Istruzione e fedelissima del tycoon, e l’avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone. Lo stesso starebbe facendo Hope Hicks, una dei consulenti più vicini del presidente.

Gli ultimi cinguettii poi l’impeachment virtuale

Twitter stacca la spina e chiude per sempre l’account di Donald Trump, accusandolo di aver ripetutamente violato le regole, incitando il suo popolo alla violenza. «Dopo aver revisionato i più recenti tweet di @realDonaldTrump e averli contestualizzati, analizzando come vengono recepiti e interpretati su Twitter e fuori, abbiamo deciso di sospendere permanentemente l’account per evitare ulteriori rischi». Ma Donald Trump twitta dall’account ufficiale Potus (President of the Unites States), e attacca Twitter: «Stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma».
Ma Twitter rimuove subito i cinguettii di Trump-Potus ancora per poco. Secondo le regole del social network, se Trump dovesse cercare di aprire un nuovo account questo sarebbe sospeso non appena rintracciato.

I DIECI GIORNI CHE FANNO TREMARE IL MONDO

«Chi comanda negli Stati uniti? Un presidente golpista e fuori controllo? Da qui al 20 gennaio negli Usa potrebbe restare al potere un fascista all’americana, dall’autocontrollo assai dubbio, che può decidere della pace e della guerra nel mondo», si chiede Alberto Negri sul manifesto. «La verità è che se anche Trump da qui al 20 gennaio non attuasse colpi di testa un passaggio pubblico di poteri tra lui e Biden sarebbe una vergogna per l’America e avrebbe riflessi internazionali notevoli. Il Wall Street Journal parla di un attacco alla costituzione senza precedenti: che se ne vada subito, scrive il quotidiano portavoce della finanza, ed è meglio per tutti, anche per l’indice di Borsa».

Ancora export di democrazia?

«Le scene drammatiche del Campidoglio hanno provocato sarcasmo nei Paesi ai quali Washington rimprovera ossessivamente il mancato rispetto della democrazia. Un’ironia magari rudimentale ma che serve su un piatto d’argento nuovi argomenti di propaganda agli autocrati. La Cina in primo luogo, ma anche l’Iran, la Russia, la Turchia, e gli stessi alleati degli americani come l’Egitto, l’Arabia saudita e Israele tra i maggiori acquirenti di armi americane. Ma con che faccia Biden potrà rimproverare sui diritti umani Al Sisi o il principe saudita bin Salman, l’assassino del giornalista Khashoggi? Per lui ricevere il mandato da Trump sarebbe già una sorta di parodia hollywoodiana».

 

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