La Relatrice Speciale dell’ONU Francesca Albanese oscurata da David Parenzo su La7

Da un post FB di Francesca Albanese

Invitata da #DavidParenzo a #cheariachetira, ho cercato di offrire il mio contributo tecnico, in un contesto di grande difficoltà di voci che si sovrapponevano (non mi capita mai ed ero in situazione di grande disagio), a danno del dibattito e soprattutto del dovere di fare informazione oggettiva e imparziale, nell’interesse di chi ci ascoltava da casa.

Quello che ho detto non deve essere stato gradito, perché sono stata oscurata. Ero in contatto con la regia e quindi non risulterebbe credibile un problema tecnico. Me ne ero accorta, ho chiesto di riprendere la parola, ed i perché sono molti.

Volevo riflettere su di un commento, quello sulla psicologia del popolo israeliano, interrogandomi coi miei interlocutori sulla psicologia di 2.2 milioni di residenti di Gaza (la metà dei quali sono bambini) che in 16 anni di assedio illegale (tale è quello che Israele mantiene sulla striscia di Gaza) hanno vissuto il dramma di 4,200 morti tra cui oltre 1,200 bambini e distruzione immensa. In questi giorni, altri 1,420 Palestinesi sono morti tra cui altri 500 bambini. Anche alcuni ostaggi sono morti durante i bombardamenti.

Mentre parlavamo scorrevano le immagini di un palestinese in cisgiordania assalito dai coloni sotto lo sguardo dell’esercito: non una parola, né sulla vita né sul significato del diniego della stessa, di quel giovane uomo e del suo popolo, da parte del conduttore o degli altri.

A Parenzo, dal quale mi attendo delle scuse perché ha oscurato non una sua connazionale, ma un esperto legale investito di un mandato tecnico dalle Nazioni Unite, dico che capisco e rispetto il suo amore per Israele, ma se questo gli impedisce di fare informazione corretta, coi danni che chi fruisce di un servizio pubblico ne ricava, magari l’attivismo sarebbe preferibile.

I diritti umani si chiamano così perché sono di tutti e tutte, altrimenti siamo nell’ambito dei privilegi e della supremazia etnica (in quel che resta della Palestina lo si é, ma grazie a giornalisti come lui non lo si riesce a dire).

Io esprimo nuovamente il mio cordoglio e la mia vicinanza a tutti/e gli/le israeliani/e e i/le palestinesi che in questo momento stanno piangendo i loro morti (i secondi, nel territorio che Israele occupa dal 1967 a mo’ di dittatura militare, dai campi rifugiati e dai lembi tutti della diaspoar), dicendo ancora una volta che la liberta’, la dignità, i diritti o sono di tutti o sono di nessuno.

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