La resistenza di Masafer Yatta

Di Abu Sara

Andando verso sud c’è il solito service per Yatta, è primo pomeriggio, è pieno di gente venuta a Khalil che ora torna a casa. “dai ragazzi, stringetevi lì dietro, che ci state in quattro”, ma io non sono proprio un ragazzo! Vicino a me due ragazzi allegri, in mano hanno bottiglietta di succo d’arancia e caramelle gommose. “Dai prendi anche te”. “Com’è bella la Palestina”, di nuovo, “com’è bella la Palestina”, stiamo uscendo da Khalil tra colline e dirupi, con ulivi e mandorleti, ha proprio ragione, penso, finalmente delle serre nel fondovalle, “ecco, vedi, siamo due fratelli, quello è il nostro lavoro, certo c’è molto lavoro, ma si guadagna”. Nelle serre oltre a ortaggi fanno mango e avocado! Quindi nel mercato a Khalil c’è roba palestinese e non israeliana!

Quando ci avviciniamo ad attraversare la route 60, si rallenta, ecco i soldati che ci sono sempre, oggi fermano e controllano. Così si riparte per le colline, con una deviazione che ci farà evitare il check point. A Yatta il service per Karmel è quasi pronto a partire, “ma tu vai At-twani”, lo capiscono, ma tanto poi vado a piedi, nessuno fa altre offerte strane. A piedi incontro ancora un check point, arrivando all’incrocio, ma a uno che cammina non chiedono niente.

At-twani vuol dire school patrol, andando a prendere i bambini che arrivano al mattino da Tuba, scortati dall’esercito, e accompagnandoli per lo stesso percorso all’uscita. Qualcosa deve essere cambiato, perché i soldati camminano con i bambini e uno solo porta la jeep. O è successo qualcosa o comunque sono tornati a fare quello che avrebbero dovuto fare sempre.

Si resiste: cominciano le confische delle macchine per scuse banali? allora si stanno attrezzando con gli asini, sono almeno 6 o 7, c’è un concerto notturno… Minacciano di demolire le case? ci prepariamo le grotte. A khalet ad dabaa trovo una grande grotta scavata, quasi sotto il nostro locale, che quindi è provvisoriamente inagibile. Sulle colline intorno c’è sempre qualche movimento sospetto, così chiedono quando vedranno qualcun altro. Magari domani torniamo. Gli asini devono avere un secchio d’acqua al giorno, che gli vado a prendere in un pozzo a metà collina e incredibilmente ha ancora acqua. E a Khalet ad dabaa si può sempre dare una mano ad allontanare il materiale scavato.

Qui la resistenza è tranquilla, altrove si combatte. A Jenin martedì sera c’è stato un assalto in forze, con anche bombardamento aereo. Volevano procedere a due arresti; questi sono riusciti a sfuggire, ma ben quattro ragazzi sono rimasti uccisi nei combattimenti. Di un morto israeliano raccontano un incidente, dei danni ai loro mezzi, taciono. Un altro ragazzo è morto a Gerico e un altro a Gaza, insomma giornata nera, ma loro dicono che così la resistenza si rafforza.

Vedremo!

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