Dalle testimonianze del Pellegrinaggio nazionale in Terra santa,
Gerusalemme, 13 Giugno 2024
LA VOCE DELLE NAZIONI UNITE
Meeting con ANDREA DE DOMENICO, direttore OCHA, Gerusalemme
UN BLOCCO TOTALE DAL 2007. Nel corso degli anni Gaza è stata ripetutamente colpita da diverse aggressioni da parte dell’esercito israeliano, che, sommate al blocco totale imposto da Israele ininterrottamente fin dal 2007 (OCHA è l’unica agenzia dell’Onu che parla esplicitamente di “blocco totale” di Gaza) farebbero pensare ad una situazione davvero insostenibile. Eppure ricordo che da sempre, quando si andava a Gaza ci si sentiva sempre accolti, sia perché il popolo palestinese è molto accogliente e disponibile, sia perchè si riusciva a lavorare in un clima di relativa serenità.
NON SOLO GAZA. In realtà il lavoro delle Nazioni Unite è sempre soprattutto in Cisgiordania dove si vive in costante tensione per la vicinanza dei centri abitati palestinesi alle colonie israeliane che crescono con una costante erosione del territorio palestinese.
LA DERIVA VIOLENTA DOPO IL 7 OTTOBRE. Pochi sottolineano che dal 7 ottobre ad oggi nei Territori palestinesi occupati sono state uccise ben 520 persone di cui il 25% bambini. L’occupazione israeliana avrebbe l’obbligo di mantenere l’ordine pubblico, senza l’uso di mezzi militari. Invece da alcuni anni c’è stata una deriva molto violenta che dopo il 7ottobre si è concentrata in particolare in alcune città: Tulkarem, Nablus, Jenin, in maniera sempre più aggressiva e con un uso sproporzionato della forza militare.
LA GIUSTIFICAZIONE. Se è ovvio che in alcune località si possono nascondere militanti di Hamas e della Jihad islamica, questo non autorizza certo Israele ad intervenire magari bombardando con un drone una palazzina nella quale si trovano altri civili indifesi, come ho constatato personalmente. Eppure questo accade in continuazione, in violazione palese della legge internazionale.
GAZA NON ESISTE PIU’. In alcune zone, anche molto vaste e densamente popolate, dobbiamo riconoscere che Gaza non esiste più. Noi stessi quando ritorniamo in una città e cerchiamo le nostre infrastrutture e i nostri uffici, facciamo fatica a riconoscere i luoghi, le strade, gli edifici. In gran parte essi non sono solo colpiti ma quasi sempre rasi al suolo. [Sono 70.000 gli edifici distrutti dal 7 Ottobre, www.ocha.opt ]. A tutt’oggi i nostri mezzi dell’ONU, che nessuna autorità potrebbe ostacolare né fermare, non riescono più a risalire verso il nord della Striscia. Pochi sanno che c’è un checkpoint molto particolare: chiunque anche solo si avvicina deve sapere che i militari gli spareranno. Ogni volta che un nostro convoglio OCHA passa di là sa che dovrà fermarsi a raccogliere cadaveri.
UNA CITTA’ RASA AL SUOLO. Nelle ultime quattro settimane Jabalja, città di quasi centomila abitanti, nel nord di Gaza, è stata completamente rasa al suolo, con la motivazione che sottoterra si nascondevano militanti della jihad islamica. Ma nel diritto internazionale esiste il concetto di proporzionalità. Vuol dire che in seguito ad un attacco la risposta dell’aggredito deve essere proporzionale a quell’attacco. Ed anche prima dell’aspetto legale c’è una questione di semplice umanità. Come si fa radere al suolo un’intera città?
“GAZA E’ IL CIMITERO DEI BAMBINI” (Antonio Guterres, 7 Novembre 2023). Ci chiediamo, avendo seguito tanti conflitti nel mondo: quanti bambini dovremo ancora veder uccidere perché la comunità internazionale reagisca? Oggi, 13 giugno 2024, è stato pubblicato il Rapporto annuale del nostro Segretario Generale delle Nazioni Unite sul rispetto dei diritti dei bambini nei conflitti armati in tutto il mondo. Israele è stato inserito per la prima volta nella black-list dei Paesi che violano questi diritti. Le motivazioni sono “l’uccisione e smembramento dei bambini, la distruzione di ospedali e strutture di assistenza, l’impedimento al passaggio di mezzi di soccorso”. Queste sono le tre motivazioni per cui Israele è stato inserito in questa lista. Nei conflitti armati, secondo il diritto internazionale, c’è l’obbligo di protezione dei bambini.
CONTINUI SPOSTAMENTI FORZATI DA NORD A SUD. Da 17 anni a questa parte il popolo palestinese non ha più potuto decidere chi li governasse. Hamas ne ha approfittato. Eletto nel 2007 ha continuato a governare senza interruzioni. Il 7 ottobre abbiamo assistito ad un atto di barbarie indicibile, e nello stesso giorno ci è stato ordinato da Israele, come Ocha, di sportarci verso il sud di Gaza, assieme alla popolazione civile. Le Nazioni Unite hanno quindi dovuto spostare i loro uffici verso sud, perdendo per qualche settimana
ogni capacità di operare a servizio degli sfollati. Dei 2.200.000 abitanti della Striscia, 1.200.000 vivevano al nord. Oggi solo 350mila sono rimasti al nord. Gli altri si sono spostati verso Khan Younis. Però anche Khan Younis ha subito la sorte di altre città: un’operazione militare che doveva durare un mese è invece durata tre mesi e mezzo e alla fine è stata completamente rasa al suolo. Alcuni edifici rimasti in piedi sono privi di finestre, solai e qualsivoglia agibilità.
IMPOSSIBILE AIUTARE BLOCCANDO GLI AIUTI. Molte famiglie sono state obbligate a spostarsi anche sette/otto volte, con il poco delle loro cose rimaste. Per noi è stato impossibile lavorare soccorrendo le vittime. OCHA non è mai riuscita a trovare una soluzione sufficiente per una minima assistenza agli sfollati, sempre troppo scarsa rispetto alle necessità primarie. Dal 7 Maggio, poi, Israele ha bloccato l’ingresso degli aiuti dall’Egitto cominciando a ventilare un’operazione di terra a Rafah. Per far questo hanno dichiarato unilateralmente “zona sicura e umanitaria” un’area invivibile dove famiglie intere sopravvivevano fra le dune di sabbia. Come Nazioni Unite abbiamo protestato a causa della mancanza di acqua, energia, infrastrutture. Negli ultimi mesi avviciniamo solo persone stremate che chiedono solo il cessate il fuoco.
BOMBARDAMENTI SENZA AVVISO DI EVACUAZIONE. Israele ultimamente non lancia nemmeno più i dovuti avvisi di evacuazione perché ha adottato un’altra tecnica: comincia a bombardare sempre più vicino alle zone abitate.
OSPEDALI E SCUOLE DISTRUTTE. E’ GUERRA TRA I POVERI. Quasi tutti gli ospedali sono stati distrutti. Va ricordato che questa tattica di guerra viola il diritto umanitario il quale protegge rigidamente gli ospedali e tutte le infrastrutture sanitarie. Ormai c’è guerra fra i poveri. Si litiga per una scatola di ceci e una sigaretta costa venti dollari. I convogli Ocha vengono attaccati, nessuno garantisce l’ordine pubblico. I bambini da otto mesi ormai, non vanno a scuola e a noi, paradossalmente, proibiscono perfino di portare a Gaza materiale ricreativo e tantomeno quello educativo affermando che “non è strettamente umanitario”.
COLONIZZAZIONE E LIMITAZIONE DEL MOVIMENTO. Va ricordato che tutti gli insediamenti sono illegali e non solo per il diritto internazionale ma anche secondo alcune leggi israeliane. Le mappe OCHA rilevano come sono peggiorate tutte le dimensioni della vota quotidiana dei palestinesi, dalla limitazione sempre maggiore del movimento, all’incredibile trasformazione che Gerusalemme sta vivendo a causa della confisca progressiva di abitazioni palestinesi da parte di coloni, anche a Gerusalemme Est. L’occupazione è diffusa ormai dappertutto, sottraendo un pezzetto di territorio alla volta, a macchia di leopardo. La Palestina di oggi ormai è ridotta ad un arcipelago di isole staccate l’una dall’altra.
L’OCHA SIAMO TUTTI NOI. Questo ginepraio di complessità deve essere mappato per essere compreso. Provate anche voi a scaricare e far conoscere le nostre mappe in formato pdf dal sito www.ochaopt.org . Ognuno degli stati membri delle Nazioni Unite deve fare la sua parte, così come ognuno di noi nel suo piccolo, anche solo parlando, informando, denunciando e raccontando. L’OCHA resiste e prosegue nel suo prezioso lavoro ed è dovere di tutti custodirla e sostenerla con ogni mezzo possibile.
VIOLENZA DEI COLONI. E’ il fenomeno oggi più preoccupante. Anche le associazioni umanitarie israeliane la definiscono “violenza di stato”. Le colonie illegali iniziano come avamposti (qualche baracca di lamiera non degna di nota) che vengono subito forniti di acqua ed energia e trasformati in veri e propri agglomerati e centri abitati. Sono sostenute dalle organizzazioni di ebrei della diaspora, ma sicuramente lo Stato di Israele interviene prontamente per finanziare e rendere gli avamposti rapidamente delle nuove cittadine a tutti gli effetti.
SOFFERENZE, TRAUMI E DANNI IRREPARABILI. La sofferenza generata dai circa 37.000 morti a Gaza, dei quali il 62% sono donne e bambini e intere famiglie distrutte, non potrà mai venir cancellata. E genererà sempre nuova sofferenza e odio. Sappiamo che migliaia di bambini hanno subito traumi psicologici che se non saranno curati, causeranno danni irreversibili. I bambini che sopravviveranno a Gaza, testimoni nella loro carne di cose orribili viste e subite, saranno la generazione di palestinesi di domani. Io li chiamo Hamas 2.0. E quanto sta accadendo lo pagheremo tutti: Israele, noi Stati europei e non solo. Noi che abbiamo permesso che tutto ciò accadesse.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…