Le forze israeliane espellono le famiglie beduine palestinesi da Gerusalemme Est occupata

Articolo pubblicato originariamente su e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite

I residenti palestinesi di Gerusalemme subiscono sistematici atti di discriminazione e persecuzione, tra cui la demolizione di case [Getty].

Le autorità israeliane hanno emesso ordini di espulsione per 15 famiglie beduine palestinesi in due aree di Gerusalemme Est occupata.

Martedì Bir Nabala e Beit Hanina sono state prese d’assalto dalle forze di occupazione israeliane. Hanno consegnato una serie di ordini di espulsione alle famiglie della tribù beduina dei Kaabneh, secondo quanto riferito da Hassan Mleihat, supervisore generale dell’Organizzazione Al-Baydar per la difesa dei diritti dei beduini.

Ha dichiarato che le forze israeliane hanno intenzione di confiscare le terre su cui le famiglie hanno eretto le tende.

Mleihat ha aggiunto che questi ordini di espulsione sono tentativi sistematici delle autorità israeliane di portare avanti la loro politica di de-palestinizzazione di Gerusalemme e di fare spazio ad altri insediamenti israeliani illegali.

Israele occupa la Cisgiordania e Gerusalemme Est dalla guerra arabo-israeliana del 1967 e ha costruito insediamenti in tutta l’area in violazione del diritto internazionale.

Attualmente vi vivono circa 700.000 coloni ebrei. I palestinesi vogliono un futuro Stato con Gerusalemme Est come capitale e vedono gli insediamenti come il più grande ostacolo alla pace. La maggior parte dei Paesi considera gli insediamenti illegali.

Israele ha annesso Gerusalemme Est con una mossa non riconosciuta dalla comunità internazionale e considera l’intera città come sua capitale.

I residenti palestinesi della città subiscono discriminazioni sistematiche, soprattutto in materia di pianificazione urbana, rendendo estremamente difficile la costruzione di nuove case o l’ampliamento di quelle esistenti.

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