Peace Now: un anno di governo israeliano, approfondimento del progetto di insediamento, espropriazione e oppressione

Articolo pubblicato originariamente da Wafa e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite

Nonostante l’impegno esplicito a mantenere lo status quo in tutte le questioni relative all’occupazione, a un anno dalla nascita del governo di coalizione israeliano la sua politica non solo continua le politiche stabilite dai precedenti governi di Benjamin Netanyahu, ma approfondisce il progetto di insediamento, l’espropriazione e l’oppressione dei palestinesi nei Territori occupati, ha dichiarato il gruppo di vigilanza sugli insediamenti Peace Now in un nuovo rapporto.

C’è stato un aumento del 26% nella pianificazione dell’espansione degli insediamenti, con la promozione di piani per 7.292 unità abitative negli insediamenti, rispetto a una media annuale di 5.784 unità abitative nei governi Netanyahu, ha affermato Peace Now. La media comprende gli anni dal 2012 al 2020 per i quali sono disponibili informazioni.

Il governo di coalizione Bennett-Lapid ha indetto gare d’appalto per la costruzione di 1.550 unità abitative negli insediamenti, rispetto alla media annuale di 1.343 unità abitative all’anno dei governi Netanyahu (un aumento del 15%).

Per quanto riguarda l’avvio delle costruzioni, con l’ingresso del nuovo governo si è registrato un balzo del 62% nell’avvio delle costruzioni negli insediamenti.

Secondo Peace Now, il governo Bennett-Lapid ha portato avanti una serie di piani strategicamente letali che danneggiano in particolare le possibilità di sviluppo e continuità palestinese, la soluzione dei due Stati e il raggiungimento di un accordo politico. Tra gli altri piani, il governo ha promosso un nuovo insediamento ad Atarot, il piano E1, l’espansione del Parco Nazionale intorno alla Città Vecchia, un nuovo insediamento vicino ad Ariel, un piano che collega Har Homa e Givat Hamatos, l’inizio della costruzione di un nuovo insediamento a Hebron (per la prima volta da 40 anni), il completamento del piano E2 e altro ancora.

Sotto il governo Bennett-Lapid sono stati fondati sei nuovi avamposti illegali: Givat Hadegel nelle colline meridionali di Hebron, Karnei Re’em nell’area di Salfit, la fattoria Mevo’ot Jericho a nord di Gerico, la fattoria Julius nel nord della Valle del Giordano e l’avamposto Ohavey-Ya a ovest di Betlemme.

Il governo Bennett-Lapid è stato più volte chiamato in causa per la scottante questione dello sfollamento delle famiglie palestinesi a Gerusalemme Est. La Corte Suprema ha chiesto la posizione del Procuratore Generale sulla questione, e di fatto ha dato al governo un’opportunità conveniente per aiutare a prevenire l’esproprio massiccio. Tuttavia, il governo ha preferito non intervenire e anzi sostenere gli sgomberi.

Per quanto riguarda le demolizioni, il governo Bennett-Lapid ha approfondito la politica di espulsione dei palestinesi e la loro restrizione nelle enclavi limitate delle aree A (controllo palestinese) e B (sicurezza israeliana, amministrazione palestinese). Al 6 giugno, l’Amministrazione civile, un braccio del governo militare israeliano che amministra la Cisgiordania occupata, aveva demolito 639 strutture di proprietà palestinese nell’Area C (controllo israeliano), facendo perdere la casa a 604 persone. Si tratta di un aumento del 35% rispetto alla media delle demolizioni negli anni di Netanyahu (474 strutture all’anno).

A Gerusalemme Est sono state demolite 189 strutture e 450 palestinesi sono rimasti di conseguenza senza casa. Si tratta di un aumento del 59% rispetto agli anni di Netanyahu. Inoltre, ci sono stati tentativi di sfollare intere comunità a Humsa e a Ras a-Tin, nella Valle del Giordano, e a Masafer Yatta, nel sud delle colline di Hebron.

Peace Now ha dichiarato che in tutto il 2021 sono stati concessi solo 10 permessi di costruzione per i palestinesi, rispetto alle 1.448 unità abitative che hanno iniziato a essere costruite negli insediamenti solo nella seconda metà del 2021 (e 2.526 in tutto l’anno). Ciò dimostra la discrepanza tra le due diverse politiche rivolte alle due popolazioni dei Territori occupati, palestinesi e israeliani, ovvero le tendenze all’apartheid portate avanti dall’attuale governo.

Il documento afferma che mentre negli insediamenti sono stati approvati 55 piani per 7.292 unità abitative, il governo ha approvato solo 6 piani per i palestinesi con 1.303 unità abitative nell’intera Area C.

Sotto il governo Bennett-Lapid c’è stato un aumento di circa il 45% degli episodi di violenza dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà (da una media di 20 incidenti al mese a 29 casi, documentati da B’Tselem).

Con un’iniziativa insolita, il governo Bennett-Lapid ha dichiarato 22.000 dunum di terra come “riserva naturale” nell’area di Nachal Og, a sud di Gerico.

Sotto il governo Bennett-Lapid ci sono stati 86 palestinesi uccisi dalle forze di sicurezza nella sola Cisgiordania, rispetto alla media dei governi Netanyahu che erano circa 41 uccisi all’anno (secondo il conteggio di B’Tselem).

Il governo Bennett Lapid ha continuato la tendenza del governo Netanyahu a cambiare la realtà della Moschea di Al-Aqsa e l’erosione dello status quo.

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