Di Norberto Julini , staff campagna Ponti e non Muri di Pax Christi Italia
Quarant’anni d’impegno e sentirli tutti : questa la prima reazione all’intervento di Piero Fassino su Il Manifesto in merito alla questione israelo-palestinese dopo l’audizione dell’avvocatessa Francesca Albanese , rapporteur del Consiglio ONU per i Diritti Umani nei Territori Palestinesi.
Anzitutto osservo la grave mancanza di attenzione al titolo ed al compito della Rapporteur, che non è “inviata speciale ONU per la questione israelo- palestinese” , ma appunto colei che osserva e riferisce in merito al rispetto dei diritti umani nei territori palestinesi.
Se la convochi sai cosa può raccontare : il dettagliato rapporto delle violazioni di cui chi s’interessa della questione da 40 anni non può ignorare.
Sai che non le è stato affidato di proporre un piano di “PACE GIUSTA”.
Sai che non ha un ruolo di “terzietà attiva” , non le è stato chiesto.
L’avvocatessa Albanese ha un solo compito: tenere a mente i codici dei diritti umani e del diritto internazionale ed osservare come gli accadimenti nei Territori Palestinesi corrispondano ad essi.
E darne conto.
Ecco perché l’intervento del Presidente Fassino è a mio avviso un comportamento che vuole delegittimare la rapporteur Albanese. Per esempio attribuendole l’intenzione di “demonizzare “ Israele.
Ma di quale rappresentazione “demonizzante” d’Israele stiamo parlando ?
L’avvocatessa Albanese sta istruendo un rapporto, espone fatti , riscontra violazioni, individua responsabilità: dunque chi denuncia demonizza ?
Quale concetto del fare giustizia ha in mente Piero Fassino?
Forse la “demonizzazione”è nella mente di chi ascolta e e la teme perché sa che da quel racconto esce una narrazione d’Israele avversata e negata da chi si ostina a considerare Israele uno stato democratico , senza chiederlo ai 2 milioni di cittadini arabo- israeliani discriminati ed ai 4 milioni di palestinesi reclusi e sottoposti a regime militare. Temuta da chi si ostina a non vedere ciò che la “terzietà attiva” esercitata dagli avvocati Virginia Tilley e Richard Falck hanno definito essere pratiche di apartheid quelle di Israele nei confronti del popolo palestinese. E’ tutto scritto nel loro rapporto svolto su incarico della Commissione ONU economica e sociale per l’Asia Occidentale (ESCWA) e pubblicato nel 2017 sul sito delle Nazioni Unite dove è rimasto ben poco, ma è comunque reperibile e mai smentito.
Contrariamente a quanto ritiene Fassino nessun privilegio è stato riservato da parte dell’avvocatessa Albanese ad un diritto rispetto ad un altro, a quello d’Israele ad esistere, rispetto a quello di Palestina di esistere con pari autodeterminazione e rispetto dei diritti umani.
Chi s’interessa della questione da 40 anni dovrebbe sapere di cosa si sta parlando nella Commissione che presiede.
Fassino conclude la sua replica con la celebre citazione latina :” simul stabunt , simul cadent” ; una citazione che non lascerebbe molto futuro ad Israele , se si avverasse , in quanto da tempo il diritto dei palestinesi ad esistere è caduto sotto il tallone di un regime d’occupazione che non cessa di agire con quotidiane violazioni di un tale diritto.
Ostinarsi a guardare altrove , ad appigliarsi a narrazioni che eludono il dovere primario di ristabilire la giustizia e poi lavorare alla pace , sono noti espedienti retorici per mantenere le cose quali sono, illudendosi che prima o poi la storia non presenti il conto .
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…