Preghiere dalla Palestina: Natale a Gaza

La guerra. Giorno 75. Signore, il Natale si avvicina e i cuori sono ancora pieni di guerra.
Cadaveri, rovine, piccoli che piangono, migliaia di persone sulle strade,
affamati, assetati; migliaia di prigionieri e di torture.
Insomma, cuori pieni di peccato. Il peccato della guerra”.
Mons. Michel Sabbah

E’ Natale anche a Gaza, Signore, e tu proprio qui in Terra santa, hai fatto nascere la più grande gioia. Ma è una terra piena di sangue: i cadaveri delle v e n t i m i l a persone uccise, gran parte donne e bambini, sono ovunque e sotto le macerie il pianto dei piccoli sale al cielo insieme alle preghiere delle due chiese cristiane di San Porfirio e della Sacra Famiglia.

Signore, quando potremo godere della grande gioia del Natale nella tua Terra santa?

Questa terra che hai santificato, Signore, è ridotta ad un deserto di macerie: sta diventando terra inabitabile. Così come la parrocchia di Gaza è diventata un rifugio inutile per migliaia di sfollati dalle loro case distrutte. Per chiunque esce dalla chiesa per prendere un po’ d’aria, può esserci pronto un cecchino, in agguato, nella casa di fronte. Non una bomba dall’alto ma un uomo che prende la mira e uccide a sangue freddo.

Signore, restituisci l’umanità a chi abita la Terra santa!

Sei venuto qui, sei nato a Betlemme. In tutto il Paese, tra le città e i villaggi, tu hai insegnato e fatto miracoli. Qui hai sofferto, sei morto e risorto ed hai creato l’uomo nuovo.

Ritorna Signore, nella tua Terra santa distrutta dalla guerra. All’uomo che fa scorrere il sangue fa capire che questa è una sconfitta, non è vincere la guerra.

Tutti credono nella santità di questa terra: cristiani, musulmani, ebrei, palestinesi ed israeliani. Poiché è santa, la vogliono. Poiché è santa, fanno la guerra. Ma gli uni sono oppressori, gli altri oppressi. Se questa terra non fosse santa, forse la guerra di oggi non ci sarebbe.

Sale a Dio una preghiera da Gaza, tra macerie e cadaveri: tu che sei la vita, riporta il mondo all’umanità!

Al posto dell’uomo nuovo resuscitato con te, c’è sempre l’uomo vecchio che fa la guerra. Signore, ti preghiamo, donaci la capacità di vivere il tuo mistero nella nostra terra, di vivere il tuo amore, di essere persone nuove.

Nonostante il caino di oggi, nasce il Salvatore di tutti, oppressi e oppressori. Si accenda la luce della pace tanto desiderata. Manda gli angeli a cantare nel cielo di Gaza, sulle macerie e sui cimiteri di Gaza. Mandali a cantare forte!

Gaza City, chiesa della Sacra Famiglia, Natale 2015

Dalle preghiere quotidiane di Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme, 21 Dicembre 2023

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