Articolo pubblicato originariamente su Internazionale
La newsletter sul Medio Oriente a cura di Francesca Gnetti
Sport e politica In Qatar i mondiali di calcio maschile si avviano alla conclusione e hanno riservato diverse sorprese. La principale è sicuramente la scalata del Marocco fino alla semifinale che si gioca stasera contro la Francia. Le vittorie del Marocco sono state celebrate da tutta la stampa africana e araba, dato che si tratta del primo paese della regione a raggiungere il traguardo di una semifinale nella coppa del mondo di calcio. “Gli arabi sono uniti nel sostenere i ‘fratelli’ marocchini”, ha titolato il quotidiano emiratino The National dopo la vittoria contro la Spagna.
Ma c’è un altro elemento che è stato sottolineato da vari giornali della regione. Alcuni avranno notato che nella foto in cui la squadra festeggia la qualificazione alla semifinale accanto alle bandiere marocchine i giocatori ne mostrano anche una della Palestina. La bandiera palestinese sventola spesso sugli spalti degli stadi ed è esposta dai tifosi durante le celebrazioni per le strade, insieme ad altri simboli di solidarietà con la causa palestinese. Il sostegno è diffuso anche online, dove sono condivise foto, video e meme con l’hashtag #RaisePalestineFlag. Anche se la Palestina non gioca in Qatar (e neppure la squadra israeliana si è qualificata), il palcoscenico globale è stato l’occasione per molti arabi di far sentire la loro voce.
- Secondo il sito panarabo Middle East Eye, i tifosi ne approfittano per esprimere la loro contrarietà agli accordi di normalizzazione tra alcuni paesi arabi e Israele e per denunciare l’occupazione israeliana della Palestina.
- Il quotidiano israeliano Haaretz fornisce una serie di spiegazioni alla domanda “Israele e Palestina non giocano nel mondiale, allora perché tutti ne parlano?”. Innanzitutto per l’ondata di solidarietà tra gli abitanti della regione favorita dalla prima coppa del mondo di calcio organizzata in un paese arabo; in secondo luogo per la presenza inedita di israeliani nell’emirato legata all’evento sportivo; infine potrebbe essere una strategia per sviare l’attenzione dalla violazione dei diritti umani in Qatar.
- Il sito israeliano +972 Magazine sottolinea l’emarginazione dei giornalisti israeliani in Qatar e commenta: “È chiaro che questa coppa del mondo ha rimesso la causa e il popolo palestinese sotto i riflettori del mondo arabo, dopo anni di declino e un generale senso d’isolamento”.
- Sul sito di Internazionale Catherine Cornet scrive che la Palestina è la star inaspettata dei mondiali e racconta anche un altro aspetto dei successi marocchini: il riscatto delle madri della diaspora, omaggiate dai loro figli calciatori in campo.
- L’edizione del Jerusalem Post del 14 dicembre ha in prima pagina un’immagine dei calciatori del Marocco che esultano sotto il titolo: “Siamo tutti marocchini”. In basso l’esclamazione “Siiiir!” in arabo e la traduzione in inglese “Goooo!”. Il principale giornale anglofono di Israele esprime così il sostegno che molti israeliani hanno dato fin dall’inizio alla squadra marocchina. Centinaia di migliaia di israeliani discendono da famiglie provenienti dal regno nordafricano e mantengono con il Marocco profondi legami culturali e religiosi. Dopo la vittoria contro il Portogallo a celebrare per strada in molte città d’Israele sono stati tanto i palestinesi (che hanno festeggiato anche in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza) quanto gli israeliani.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…