Di Rosetta Placido
Tre immagini mi hanno colpito e cercherò di restituirle.
Aeroporto Ben Gurion ripartenza per l’Italia, molto affollato di israeliani che forse andavano in vacanza. Uomini con i tipici riccioli alle basette, cappello nero a falde larghe, soprabito nero abbottonato anche con 40°, pantaloni e scarpe nere. Una donna in particolare ha richiamato la mia attenzione, aveva un’espressione di profonda infelicità spingeva due grosse valigie, seguiva il marito più anziano che spippolava con il cellulare, lei abito lungo, scarpe basse, parrucca.
Altro frame. Per strada a Gerusalemme i ragazzi ortodossi (riccioli e cappello) vestiti di nero camminano a gruppi con spavalderia. Due anni fa quando sono venuta in Palestina abbiamo incrociato alcuni ebrei ortodossi ma erano tutto sommato pochi e non giovani, adesso ho visti tanti giovani; che siano convertiti o abbiano scelto questa particolare comunità ebraica per evitare il servizio militare?
Altro frammento a Neve Shalom mentre vagavamo per capire se ci fosse qualcuno e dove fosse la tenda incrociamo un gruppo di ragazzi e ragazze, qualcuno di noi chiede: “Siete italiani?”
Ci rispondono “No, she ….” indicando una ragazza che si avvicina e ci chiede:
“Siete tutti italiani?”
Eravamo una trentina, alla nostra risposta affermativa, lei cambiando totalmente espressione esclama preoccupata “Un’invasione!”
Qualcuno le chiede se è ebrea e lei replica “Sì sono tra i pochi che restano”.
Uno di noi insiste: “Comportatevi bene”
Lei replica con aria sempre più rabbuiata “Hai qualche dubbio?”
Ho avuto una strana sensazione che lo spirito che attraversa la popolazione israeliana è di timore per cui sono aggressivi e sfrontati, tendenti ad incutere paura. Questo si vede anche durante i controlli in aeroporto e ai check-point.
La pericolosa impunità di cui godono li ha convinti che sono loro le vittime sempre e comunque e quindi attaccano. Mi dà la sensazione di un popolo infelice tutto sommato, intrappolato in una gabbia mentale.
Ovunque, lungo le strade sventolano bandiere israeliane una dopo l’altra con ossessiva ripetizione, in aeroporto sulle colonne sono dipinte bandiere come se l’identità non fosse così salda, ha bisogno della ripetizione ossessiva della stella di Davide. Mi ricorda altri regimi.
Tanti incontri, frammenti di storie che mi colpiscono, la donna israeliana Ysca Harani che ha fondato un’associazione per documentare i soprusi e raccogliere le denunce di gruppi e associazioni cristiane che hanno subito sputi, aggressioni e minacce, fisiche e verbali, da parte di estremisti religiosi e coloni. Lei, madre di due figli: uno scappato all’estero lasciando moglie e figli per evitare di essere richiamato alle armi e l’altro, vicino Gaza, che freme per andare nelle zone dei combattimenti, mi danno l’idea di ciò che dice lo storico israeliano Ilan Pappè che la società israeliana non esiste, è frammentata, Israele è “un territorio con un esercito”.
Sarah Parenzo ha fotografato la società israeliana dicendo che vige una mentalità militare di morte lontana dall’ebraismo, ci dice che il Ministro della sicurezza, Itamar Ben Gvir, non ha fatto neanche un giorno il militare, la società israeliana è al collasso come salute mentale, ci sono molti suicidi tra i soldati mutilati, non ci sono protocolli di intervento sanitario e psicologico.
Si sta verificando un esodo verso l’estero e 80.000 ebrei sfollati dal nord di Israele vivono in hotel. Israele è un Paese militare, cerca soluzioni militaresche per i problemi, gli operatori stessi sono da curare poiché sono incapaci di vedere l’altro. La comunicazione si basa su una narrazione autoreferenziale, le vittime di Gaza sono numeri, il mondo è antisionista. C’è molta sofferenza e non ci sono strumenti per affrontarla, in Europa esiste una povertà culturale nei movimenti ebraici. Le comunità, francese ed italiana, sono chiuse, quelle statunitensi sono più aperte. Gli israeliani si sentono e si comportano come i padroni di casa invece dovrebbero considerarsi come membri, figli della casa. Dall’esterno i cristiani potrebbero fare da ponte tra gli ebrei e gli arabi musulmani. Lo scrittore Yeoshua pacifista che amava l’Italia, alla fine della sua vita, ha realizzato che la salvezza di Israele passa per uno stato unico con uguali diritti per tutti.
Afferma Sarah Parenzo gli Ebrei dovrebbero ispirarsi alla Kabala e dice che Dio si contrasse e generò la creazione, così dovrebbero fare gli Israeliani, dovrebbero ritirarsi, contrarsi, rinunciare. Con la sua analisi ha aperto uno spiraglio di luce ad un’assurda e violenta situazione in cui individuare i palestinesi (arabi) come nemici degli israeliani non è corretto in quanto due milioni di arabi musulmani risiedono in Israele, lavorano studiano con gli israeliani ed hanno il passaporto israeliano, dire i palestinesi sono tutti musulmani non è vero poiché ci sono quelli di fede cristiana, ortodossa e cattolica.
Un piccolo territorio, una piccola popolazione, una minoranza aggressiva origina tanta sofferenza all’esterno e al suo interno.
Nessuno ha sfiorato l’aspetto legislativo e strutturale della questione. Possiamo fare bei discorsi sulla buona volontà e disposizione d’animo verso il prossimo ma se ci sono differenze sostanziali tra chi può abitare, affittare o comprare una casa dove vuole e chi è confinato in un campo profughi, tra chi può circolare ovunque liberamente con la propria auto perché ha la targa gialla e chi no perché è palestinese dei territori occupati e quindi ha la targa bianca e verde. Tra chi deve avere un serbatoio sul tetto perché l’acqua arriva solo per alcune ore e quindi bisogna fare la scorta e chi apre il rubinetto e vede scorrere l’acqua sempre e comunque, il primo palestinese di Cisgiordania o Gaza l’altro israeliano di Israele o colono. Lo stato israeliano si espande occupa territorio e si appropria delle risorse altrui, i palestinesi sono costretti a subire continue restrizioni e soprusi.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…
Fermate le guerre,le armi e le ingiustizie,creiamo un mondo più giusto con rispetto dell’ambiente e di ogni persona.