Voci da Gaza: giorno 108

Centottesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 22 gennaio 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

Torna la speranza di fermare questa barbara aggressione

Dopo il ritiro dell’esercito sionista dal cuore della città di Gaza verso i siti di posizionamento a est e a sud della città, e in seguito al clamore mediatico degli ultimi giorni sui negoziati per una tregua a lungo termine per l’obiettivo di scambiare prigionieri, come richiede il governo di occupazione sionista, la gente ha creduto che ci fosse qualche speranza per una soluzione alla crisi. La vita si è ripresa un po’ nella città di Gaza e nel suo nord, e alcune famiglie sono tornate nell’area occidentale di Gaza, il mercato popolare si è esteso lungo la strada Omar Al-Mukhtar dal centro della città al mare, dove si può trovare di tutto sulle bancarelle sparse, sicuramente a prezzi moltiplicati più volte.

Nonostante i prezzi elevati, chi ha bisogno cerca di acquistare ciò di cui ha bisogno, e il mercato comprende una varietà di beni: vestiti di ogni tipo; capi intimi ed indumenti, usati e nuovi, alimenti come formaggi e conserve, riso maggiorato di prezzo, oli, carne, spezie, cereali secchi, noci tostate e crude, latte in polvere, succhi e bibite. Ci sono anche venditori di cibo fresco come manakish al timo, formaggio, pizza e dolci. Vengono venduti anche una varietà di elettrodomestici, detersivi e cosmetici, comprese creme e tinture per capelli, e sulle bancarelle sono ora disponibili anche medicinali per la salute.
Si tratta per lo più di merci uscite da magazzini sopravvissuti ai bombardamenti, o da negozi le cui porte sono state abbattute, o addirittura purtroppo rubate e saccheggiate nel caos dell’aggressione, nell’assenza di titolari aventi diritto e nel bisogno schiacciante della gente.

Fioriscono sottomercati anche in altri quartieri e ai mercati arrivano verdure in foglia da Jabalia e Beit Lahia, come ibisco, bietole, spinaci e ceci, oltre a carote, limoni e altri tipi di agrumi.

Gli uomini e le donne assediati nella città di Gaza e nel nord della città, che sono riusciti miracolosamente a sfuggire alla morte, ora desiderano mettere da parte il dolore e la sofferenza e cercare ciò che rinnova la loro speranza nella vita e consente loro di continuare a vivere, a dispetto della minaccia della fame, povertà e sfollamento che sono stati loro imposti a causa di questa aggressione sionista e delle sue conseguenze. Vivono nella speranza che questo assedio e questa aggressione finiscano e, come gli sfollati in altre regioni, da un governatorato all’altro, dal nord al sud, aspettano con impazienza di ritornare alle loro case, o ciò che resta di loro, o anche le rovine di quelle case.

Oggi, mentre ascoltavamo le notizie e la possibilità di raggiungere un accordo di tregua, abbiy trascorso del tempo con le figlie e i figli dei miei amici e i miei parenti , assecondando le loro speranze e desideri per il prossimo futuro, parlando delle scuole distrutte e di quando sarà possibile tornare a scuola, e come sarà possibile? Dove vedranno i loro insegnanti adesso?

Abbiamo parlato anche dell’università e dell’anno accademico, metà del quale si era concluso senza davvero iniziare. Lo studente del primo anno di medicina, che aveva trascorso un mese all’università prima dell’inizio dell’aggressione, ha detto: Saremo costretti a studiare a distanza? Tutti i professori sono ancora vivi? Il dipartimento della Facoltà di Medicina esiste ancora oppure è stato distrutto ? La giovane donna, che era in attesa di ricevere il certificato di laurea, ha anche detto con tristezza che sua zia le aveva assicurato che i documenti di iscrizione all’università e quelli di laurea erano andati dispersi con i bombardamenti e erano diventati articoli di cancelleria usati dai venditori di falafel e manakish (pizza al timo) per le strade.

Sogni e desideri diversi e complessi allo stesso tempo, e tante domande a cui noi adulti cerchiamo di rispondere come possiamo, ma la verità è che anche noi dobbiamo verificare ogni giorno le nostre informazioni, perché questo nemico, nella sua barbara aggressione, ha distrutto e continua a distruggere tutto e non lascia un barlume di speranza di successo di qualsiasi accordo per porre fine a questa aggressione una volta per tutte. Tuttavia scopriamo ancora che su questa terra c’è qualcosa per la quale valga la pena vivere.

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