Centodecimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 24 gennaio 2024
La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione
Ogni volta che l’isolamento viene interrotto dalla comunicazione con i propri cari, torno di nuovo in vita
La giornata è andata bene quando siamo riusciti a connetterci e comunicare di nuovo. La sensazione di staccarsi dall’isolamento è meravigliosa, come se fossi tornata di nuovo in vita. Oggi, fin dalla mattina, sono riuscita ad avere un buon segnale Internet, e ho fatto molte chiamate, la prima delle quali era per rassicurare mia figlia e aver sue nuove. Sì, devo aver sue notizie e rassicurarla su di me in modo che possa sentirsi bene psicologicamente quando sa che sono al sicuro, e devo anche rassicurare tutti quelli che chiedono di noi e sentono di cosa soffriamo, perché anche loro soffrono.
Alcuni potrebbero pensare, poiché viviamo sotto assedio e sotto il peso di una dura aggressione, che gli altri dovrebbero solo preoccuparsi e chiedere di noi e piangere per la nostra tristezza, ma la verità è che noi e tutti i nostri amici, sia quelli che vivono con noi sotto il fuoco di questa aggressione o coloro che si trovano fuori dalla Striscia di Gaza, soffriamo tutti e piangiamo per come vanno e sono andate le cose.
La mia amica mi ha scritto: “Non staremo bene se non stai bene tu”, e io, a mia volta, lo sapevo molto bene e l’ho sentito nelle lettere di amici, e parenti, e nelle loro voci quand abbiamo avuto l’opportunità di sentirci. Ho ricevuto anche una telefonata da un caro amico, durante la quale abbiamo parlato a lungo delle mie novità, della realtà della mia vita, della politica e delle aspettative future. Purtroppo la telefonata non si è conclusa per consentire di chiedergli maggiori dettagli su quanto sta succedendo anche nella sua vita, ma lo farò se riuscirò a contattarlo di nuovo.
È stato anche meraviglioso comunicare finalmente con le mie colleghe del Centro di ricerca, consulenza legale e tutela della donna, e sono stata felice di come, nonostante quello che è successo a loro e alle loro famiglie e il loro sfollamento forzato a seguito della distruzione delle loro case, abbiano potuto ripristinare le loro attività e ottenere una modesta sede nella città di Rafah per continuare a lavorare nell’ambito dei piani e dei progetti del Centro a sostegno delle donne e delle loro famiglie.
Quanto mi hanno aiutato queste comunicazioni a ritrovare il mio benessere psicologico e ridurre il mio senso di isolamento. Essendo sempre stata abituata a lavorare senza sosta, la mia comunicazione con loro, sentendo loro notizie e condividendo le mie, e sentirsi di poter finalmente dare seguito alle attività con loro, ha fatto sentire meglio tutti noi, io e loro, e ha ravvivato la speranza che presto si possa uscire da questa situazione, e forse una buona notizia.
Anche questa giornata a Gaza city è trascorsa in uno stato di relativa calma in alcune zone, lontano dal rumore dei bombardamenti e delle operazioni militari, ma la nostra tristezza rimane profonda per ciò che sta accadendo nel Governatorato di Khan Yunis, poiché ci riporta a ogni dettaglio che abbiamo vissuto durante questa feroce aggressione sionista, che riprende oggi contro l’ospedale Nasser , al cui interno migliaia di persone hanno trovato rifugio , tra cui pazienti e sfollati. Allo stesso modo, l’esercito di occupazione sta ancora cercando di prendere d’assalto i rifugi di Khan Yunis per sfollare con la forza le persone che vi si trovano, per dirigerle verso Rafah.
Così passano i giorni, c’è qualcosa di confortante e di rinfrescante, e c’è anche molto che ci fa sanguinare il cuore e ci rattrista, ma continuiamo a sperare che questo dolore finisca e venga dimenticato.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…