Voci da Gaza: giorno 140

Centoquarantesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 23 febbraio 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

C’è grande preoccupazione: esiste la possibilità di concludere un accordo per fermare questa aggressione sionista contro la Striscia di Gaza?

Ansia e tensione prevalgono tra gli abitanti della Striscia di Gaza, in attesa dell’esito dell’incontro di Parigi su un eventuale accordo per porre fine a questa insidiosa aggressione sionista che ha colpito – e colpisce ancora – persone, alberi e pietre, e non ha lasciato nulla di adatto alla vita nella Striscia di Gaza, soprattutto con la sua ferocia, continuando a Gaza City, nel nord, e nella città di Khan Yunis.

Il nostro popolo non può più sopportare migliaia di donne, bambini e uomini martiri, feriti e ferite, soprattutto perché vede distrutto il futuro di almeno un terzo di loro, che sono diventati disabili. Un terzo della popolazione di Gaza City e nel suo nord non possono più sopportare lo spettro della morte che ora minaccia i loro bambini per la fame, e minaccia i loro feriti e malati a causa della mancanza di medicine e cure nelle sue varie forme.

Si sono fatte sempre più forti le voci dei cittadini e delle cittadine che reclamano la fine di questa aggressione, che tra dieci giorni compirà il suo quinto mese. Attendono con ansia l’arrivo delle scorte di cibo il più rapidamente possibile e un piano urgente per far ritornare e ospitare le donne, bambini e uomini sfollati nelle loro città, villaggi e campi, e un piano per ricostruire ciò che l’esercito di occupazione ha distrutto. Questo è ciò che la gente vuole e nessun partito, sia internazionale che locale, ha il diritto di interferire con queste richieste.

Oggi ho contattato delle amiche nel sud e ho scoperto che tutti soffrono questa realtà. Paura e minaccia quotidiana costante di bombardamenti, sofferenza per i prezzi elevati e ansia di continuare a rimanere senza casa, soprattutto per quelli che vivono in tenda. Tutti si chiedono quando finirà questa aggressione!

Siamo anche riusciti a comunicare con la nostra collega che si trova nella parte orientale di Gaza City, che è sotto bombardamento quotidiano. Ero molto preoccupata per lei, e lei, ansimando, mi ha detto che finalmente era riuscita a lasciare la zona sotto il bombardamento e si stava dirigendo in uno dei centri di accoglienza, dove per tre giorni consecutivi lei e il resto della sua famiglia ha vissuto in una situazione difficile a causa dei continui bombardamenti e condizioni insopportabili.

Tutto ciò che speriamo per ora è che i negoziati abbiano successo e che le condizioni per fermare l’aggressione siano accettabili, così che questa situazione crudele e dolorosa finisca e le persone possano vivere in sicurezza.

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