Centoquarantunesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 24 febbraio 2024
Di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione
Oggi è simile a ieri e all’altro ieri: l’aggressione continua, l’ansia e la tensione continuano, mentre la carestia si avvicina
Nonostante tutte le descrizioni dettagliate, alcune persone potrebbero non sapere, cosa significa vivere sotto l’aggressione militare sionista. Forse le scene trasmesse dalle televisioni e i documenti dei giornalisti e dei professionisti dei media non bastano a chiarire il quadro, e forse i telespettatori sono stanchi di queste immagini e documenti che vengono ripetutamente pubblicati quotidianamente: donne e uomini che gridano alle coscienze del mondo per fermare questa aggressione, bambini che piangono i loro padri martiri, e altri seduti accanto al muro ad aspettare le loro madri che portano contenitori di alluminio o pentole, che lottano per avere due cucchiai di cibo per saziare la fame dei loro figli.
Forse alcune persone si sono stancate di leggere il mio diario quotidiano, in cui a volte ripeto la descrizione degli eventi che viviamo quotidianamente nella Striscia di Gaza, indipendentemente dalla nostra posizione, se siamo assediati a Gaza City o fuori di essa nel Sud. Siamo minacciati di morte in tutte le sue forme, e forse saremo sepolti sotto le macerie, o in fosse comuni, siamo tutti diventati progetti di martirio.
Ci svegliamo ogni mattina, tocchiamo il nostro corpo e sentiamo che siamo ancora vivi. La mia parente, che si sveglia alla preghiera dell’alba e trova anche me di fronte a lei sveglia, ripete ogni giorno la stessa frase: “Grazie a Dio siamo vivi e grazie a Dio per la benedizione della vita”.
Siamo come tutti gli altri; Iniziamo la nostra mattinata pensando a cosa dare da mangiare, prima ai bambini e, data la mancanza di materie di prima necessità, ci diamo da fare cercando di preparare alimenti con ciò che è disponibile sul mercato, come l’ibisco o le carote. Per quanto riguarda il pane, è quasi scomparso dalla maggior parte delle case, così come il riso e perfino il latte artificiale non è più disponibile.
Oggi diversi camion carichi di farina sono entrati a Gaza e due giorni fa i comitati di quartiere hanno contato le famiglie per distribuirla. Tuttavia, non appena i camion sono entrati, le persone li hanno attaccati, cercando ciascuno di prendere un sacco di farina per dare da mangiare ai propri bambini affamati: questa è purtroppo la nostra situazione a Gaza e nel nord del paese.
Oggi ho parlato con una mia amica che vive fuori dal paese e la sua prima domanda, come altre persone, é stat la stessa domanda, è stata: “Rassicurami, avete ancora da mangiare?” Le ho detto che oggi avremmo cucinato le carote tritate con un po’ di riso sotto forma di una zuppa densa, e ieri abbiamo cucinato le carote tritate con salsa tahini e un po’ di riso. Domani cucineremo l’ibisco con del riso e, come l’altro ieri, le opzioni sono limitate.
Oggi avevamo in programma anche di andare a prendere della legna da utilizzare nel forno a legna per cucinare, ma il progetto è stato rimandato a domani perché non potevamo provvedere al trasporto. La mia amica mi ha chiesto: “È possibile che cucini su una stufa a legna?”, ho abbreviato la risposta mandandole una mia foto davanti alla stufa.
È vero che non sappiamo quando finirà questa situazione, ma dovrà inevitabilmente finire, e fino ad allora cercheremo di stare bene.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…