Voci da Gaza: giorno 160

Centosessantesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 14 marzo 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

I diritti delle persone vengono persi, poiché le conseguenze dell’aggressione sionista sulla Striscia di Gaza sono una tragedia per gli affamati.

Ci stiamo avvicinando alla metà del sesto mese della brutale aggressione sionista contro la Striscia di Gaza, e più a lungo dura questo genocidio, più l’intera questione palestinese si trasforma in un parlare di un popolo affamato e bisognoso di cibo e dei cosiddetti aiuti umanitari, di cui il governo di guerra sionista ne decide la qualità e la quantità, oltre a quando e come consente di farli entrare, a sud o a nord della Striscia di Gaza.

Dopo l’ingresso di questi aiuti, il governo sionista controlla ancora una volta chi può ottenerli, poiché bombarda le persone direttamente dai carri armati nei punti in cui arrivano gli aiuti, provocando un numero quotidiano di martiri e feriti in cerca di sostentamento, non solo nella città di Gaza ma anche nel sud, e più recentemente oggi è accaduto anche nella zona di Nuseirat, dove l’occupazione ha bombardato un centro di distribuzione degli aiuti, davanti al quale stavano file di donne e uomini sfollati in attesa di ricevere le loro razioni. A causa dei bombardamenti, pannolini per neonati e assorbenti per donne sono volati via, la farina e il riso si sono sparsi in giro, e i sacchi si sono macchiati del sangue dei martiri e dei feriti.

Questo è purtroppo ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni: una totale indifferenza per ciò che l’esercito sionista ha fatto e sta facendo nella Striscia di Gaza in termini di uccisioni, distruzione e fame, e la continuazione della farsa degli aiuti. Il discorso non ha più la stessa importanza che aveva nei primi mesi dell’aggressione, quando l’esercito sionista commise massacri contro il nostro popolo in tutta la Striscia di Gaza, al punto che analisti e osservatori non hanno più nulla di nuovo di cui parlare. Piuttosto, ripetono quotidianamente le stesse parole, sia riguardo ai presunti disaccordi tra gli stessi leader sionisti, oppure tra questi e l’amministrazione americana, o con alcuni leader europei, senza che ci sia nulla di nuovo all’orizzonte riguardo eventuali accordi o soluzioni per porre fine a questa odiosa aggressione.

La stessa cosa sta accadendo a livello internazionale in termini di mancanza di chiarezza nelle posizioni e manipolazione delle dichiarazioni, come se l’aggressione sionista contro la Striscia di Gaza fosse data per scontata e il silenzio sui crimini di genocidio commessi dal governo sionista di guerra contro il nostro popolo sia diventato la linea guida. Mentre l’elemento principale nelle dichiarazioni di leader, presidenti, e re per assolversi davanti ai propri popoli, è la compassione per gli affamati di Gaza e le donazioni a favore sotto il titolo di “aiuti umanitari” prelevati dalle briciole dei regimi cospiratori e complici di questa aggressione o complici dell’occupazione.

La cosa tragicomica di questa vicenda è che questi aiuti sono essenzialmente formali e servono solo a ufficializzare le posizioni, ma in sostanza non soddisfano i bisogni reali delle persone oppresse, del cui dolore e sofferenza non si prendono cura questi leader ipocriti. Chi tra questi, può costringere il governo di guerra sionista a non abbracciare la fatwa dei loro rabbini che predicano sulla necessità di uccidere i bambini palestinesi perché, dal loro punto di vista, in futuro diventeranno terroristi e cercheranno di eliminare lo Stato di Israele, e la necessità anche di uccidere le donne affinché non diano vita a terroristi in futuro. Allo stesso tempo, il ministro Ben Gavir applaude, si congratula e rende omaggio ai soldati assassini per i crimini che commettono contro il nostro popolo.

Non è più possibile aspettarsi risultati positivi dai negoziati per il cessate il fuoco, perché Israele vuole solo una tregua temporanea, durante la quale recuperare i prigionieri detenuti da Hamas. Purtroppo i sostenitori dello Stato occupante e i mediatori arabi seguono tutti la stessa strada.

Un’altra cosa vergognosa è che la farsa degli aiuti umanitari si ripete in diverse forme, sia via aerea che via terra, e l’America è ora la prima a portare questi aiuti dal mare, che speriamo arrivino almeno a coloro che li meritano.

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