Voci da Gaza: giorno 168

Centosessantottesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 22 marzo 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

La situazione a Gaza non è rassicurante e l’aggressione sionista si fa sempre più feroce

Da quando l’esercito israeliano ha preso d’assalto il complesso ospedaliero di Al-Shifa, cinque giorni fa, la situazione nella città di Gaza è diventata sempre più pericolosa per i cittadini, poiché l’esercito sionista questa volta ha attraversato la piazza del complesso ospedaliero di Al-Shifa e si è diretto verso le strade che vi conducono a est, ovest, nord e sud. Questo tour ha avuto nuove dimensioni, caratterizzate da maggiore violenza e brutalità: come ha raccontato un testimone oculare vicino a una delle famiglie prese di mira dall’esercito, hanno arrestato un uomo al complesso ospedaliero Al-Shifa, dove stava accompagnando un paziente, e poi lo hanno portato ammanettato a casa sua, una volta arrivati hanno picchiato i suoi familiari, donne e bambini, e hanno costretto tutti a lasciare la casa verso Al-Rashid Street, lungo il mare verso sud, poi hanno fatto saltare in aria la sua casa davanti a lui e in fine lo hanno condotto verso una destinazione sconosciuta.

Con la stessa brutalità, i soldati hanno perquisito le case in quelle zone, hanno arrestato centinaia di uomini e deportato le donne e i loro bambini verso sud attraverso Al-Rashid Street. Allo stesso tempo, gli aerei da guerra hanno demolito alcune delle torri, degli edifici residenziali e dei complessi commerciali rimasti, e hanno sganciato proiettili incendiari dai carri armati su molte case, uccidendo donne, bambini e uomini.

I corpi sono ancora nelle case perché l’esercito non ha ancora permesso ai parenti di spostarsi per seppellirli. Molte famiglie continuano a lanciare grida di aiuto per togliere l’assedio imposto loro, sia per seppellire i martiri sia per ottenere acqua e cibo, o medicine per i feriti e i malati. Ci sono molte storie sul livello di criminalità che l’esercito mercenario sionista sta attuando contro la popolazione civile di Gaza City, brutalità
che supera ogni immaginazione.

Ciò che colpisce è che, nonostante la documentazione di questi crimini attraverso i media, attraverso molti attivisti sui social media e persino attraverso i resoconti dei soldati sionisti che sono orgogliosi dei loro crimini, l’amministrazione americana non vede tutto questo, e continua tuttora a sostenere lo stato dell’entità sionista. Su tutti i palcoscenici gli oratori dell’amministrazione americana continuano a giustificare i crimini sionisti, e non ultimo è il delegato americano al Consiglio di Sicurezza, che oggi ha difeso con insolenza e arroganza un progetto di risoluzione da loro proposto davanti al Consiglio, che ritiene il movimento di Hamas responsabile di ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza, considerando che ciò che viene commesso dallo Stato occupante contro il nostro popolo è legittima difesa. La proposta Americana riguarda anche la consegna dei prigionieri sionisti detenuti a Gaza, l’ingresso di aiuti umanitari e un cessate il fuoco temporaneo di sei settimane, senza fare riferimento ai crimini di genocidio commessi dallo Stato occupante nella Striscia di Gaza e alla sua persistenza nel continuare questi crimini.

Ancora una volta, siamo tutti testimoni che lo Stato sionista continua con il suo piano fascista contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza e insiste per un’invasione di terra della città di Rafah, minacciando un milione e mezzo di palestinesi, il che significherà una vero e proprio disastro il cui obiettivo non è affatto eliminare il movimento di Hamas, come dichiarano i leader sionisti, ma piuttosto eliminare tutto il popolo palestinese qui presente e cancellarlo dalla mappa geografica e politica. La Cisgiordania non è lontana da questo piano, poiché lì l’esercito fa quotidianamente irruzione in città, villaggi e campi profughi, arrestando giovani e uccidendo tutti i sospettati direttamente ai checkpoint o tramite droni, oltre a distruggere le case dei combattenti della resistenza.

Un’ulteriore attesa senza una risoluzione internazionale volta a fermare permanentemente e incondizionatamente questa brutale aggressione significa più distruzione e devastazione, più uccisioni e sfollamenti di persone. Abbiamo perso la voce urlando a sguarcia gola che fermare le operazioni militari permanentemente è una questione urgente per salvare il salvabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *