Voci da Gaza: giorno 224 e 225

Duecentoventiquattresimo e duecentoventicinquesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 17 e 18 maggio 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

Avanti e indietro, invasione e ritiro, e preoccupazioni di morte o sopravvivenza ci perseguitano.

L’aggressione sionista, che non si ferma, invade con forza le nostre menti, e ad ogni raid aereo sentiamo l’avvicinarsi della morte, e la paura prende il sopravvento su tutti, mescolata alla domanda costante: quando arriverà il momento della fine? La sopravvivenza finora è temporanea e seguirà qualcos’altro? Morte inevitabile sotto le macerie delle case o di alcune di esse, mentre cadono potenti bombe americane del peso di centinaia di chilogrammi, uccidendo chi resta in vita.

È trascorsa una settimana da quando l’aggressione sionista si è nuovamente intensificata, con l’incursione di terra e l’esercito che ha fatto irruzione nel sud e nell’est di Gaza City, nelle città e nei villaggi del nord, con il pretesto di cercare combattenti della resistenza, come accade in ogni round. Non riescono a raggiungere i loro obiettivi, poi ripetono la stessa cosa e così via, il che ci rende costantemente minacciati.

Nei giorni scorsi, nonostante il fatto che l’esercito sionista abbia dichiarato di essersi ritirarto dai quartieri di Al-Zaytoun, Al-Sabra e Tal Al-Hawa, questi quartieri sono ancora minacciati dalla ripresa dei bombardamenti sulle case e dei cecchini, mentre la città di Jabalia, Almuaskar, Beit Lahia e Beit Hanoun stanno ancora soffrendo sotto il fuoco continuo di aerei militari e spari ai cittadini. I cittadini sono stati attaccati da elicotteri Apache, quadricotteri e artiglieria di carri armati, che hanno colpito le terre distruggendo ciò che restava di verde o secco, case e strutture, e uccidendo decine di martiri. Le persone non sono ancora in grado di recuperare i corpi ammucchiati nelle strade e nei vicoli e seppellirli per preservarne la loro dignità. Allo stesso modo, centinaia di famiglie sono ancora intrappolate nei centri di accoglienza, siano essi ospedali o scuole, e vivono nel vero terrore, minacciate di morte, sia per i missili lanciati contro di loro, sia per la fame e la sete, poiché non hanno nulla di cui nutrirsi a causa all’assedio, e non riescono a sopravvivere ed andarsene, perché non possono per paura della pioggia di proiettili dei cecchini mercenari dell’esercito nemico.

Io e tutti coloro che vivono nel quartiere e nella casa in cui viviamo siamo turbati e in ansia. Non sappiamo cosa accadrà tra un’ora o fino alla fine della giornata e se ciò che sta accadendo in altre zone si ripeterà da noi. Non conosciamo i piani del nemico sionista, quando e dove si concentreranno le operazioni militari e la prossima avanzata. Anche noi abbiamo preoccupazioni diverse al riguardo, come dice la mia parente: “La morte è un nostro diritto e destino per ogni essere umano, e non è questo il problema, l’importante è che moriamo di una morte dignitosa e troviamo qualcuno che ci seppellisca”. Per quanto riguarda le possibilità di fuga se i bombardamenti si intensificano nei dintorni, ci ricordiamo di dormire completamente vestiti, e le donne velate indossano i loro copricapo tutto il giorno e la notte. Non li tolgono se non per rimetterli per lavarsi, anche le borse personali devono essere pronte, e naturalmente queste sono istruzioni che si ripetono ogni giorno fino ad annoiarsi. La giovane donna, la figlia di mia parente, ha detto: “Abbiamo imparato a memoria la lezione, evitate di annoiarci con la ripetizione.”

La continuazione di questa aggressione sionista, il comportamento barbaro dei soldati sionisti nel trattare le persone e i quartieri che invadono via terra e il loro uso di tutti i metodi brutali di minaccia, è ciò che ci mette in uno stato di tensione e ansia, e senza dubbio questa situazione continuerà fino a quando questa aggressione non cesserà in modo da poter superare questa impasse e riconquistare la nostra salute, sia fisica che psicologica.

 

Foto Mohammed Dahman Credit: AP

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *