Voci da Gaza: giorno 240, 241 e 242

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

I primi giorni di giugno sono difficili da dimenticare e ricchi di sorprese

I fatti di questi giorni non si dimenticano facilmente, a partire da un ricordo personale relativamente recente. L’anno scorso, all’inizio di giugno, ho potuto viaggiare per la prima volta negli Stati Uniti d’America, che non mi sarei mai aspettata di visitare in tutta la mia vita, soprattutto perché ho provato più volte a ottenere il visto d’ingresso, ed ogni volta si sono verificati ostacoli insoliti, il piano si rovinava e non ottenevo il visto. L’anno scorso, quando ho richiesto il visto, la situazione della sicurezza a Gerusalemme era tesa e non potevo credere di aver ricevuto il passaporto con il timbro del visto. Poi, solo un giorno dopo, i valichi sono stati chiusi per più di un mese e purtroppo la situazione della sicurezza era tesissima, come accade di solito di tanto in tanto. Ma appena è stato riaperto il valico di Rafah, ho detto a mia figlia: “Finalmente saremo insieme nello stesso posto”. La verità è che questo era l’obiettivo del mio viaggio, ma durante la visita ho scoperto molte cose riguardo quel paese, ma ora non c’è spazio per dilungarsi su questo argomento.

Poi arriva il 4 giugno, che rappresenta un triste ricordo per tutto il popolo palestinese e per quello libanese. È il giorno in cui l’esercito sionista invase il Libano nel 1982 nel tentativo di distruggere la rivoluzione palestinese e le sue capacità militari. È stata la più lunga guerra che l’entità sionista ha combattuto nei suoi dintorni arabi, poiché è durata ottanta giorni. I combattenti delle fazioni dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) si sono scontrati valorosamente con l’esercito sionista. Nessuno dei paesi arabi ha sostenuto
il nostro popolo palestinese in quella guerra. E come avviene adesso, alcuni paesi hanno svolto il ruolo di mediazione solo per espellere la rivoluzione palestinese da Beirut. Quella guerra in realtà finì con la partenza dell’OLP dal Libano, avvenuta per diversi giorni, tramite navi in ​​mare, e la dispersione delle forze militari in diversi paesi arabi. Quell’anno segnò la prima sconfitta della rivoluzione palestinese. Risiedevo a Beirut in quel momento, e uscii con coloro che furono portati via.

Ed è successo non soltanto questo. L’ultimo giorno, quando l’ultimo gruppo della rivoluzione ha lasciato Beirut via mare, le bande nemiche sono entrate sotto la protezione dell’esercito sionista per compiere massacri nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila alla fine del conflitto, a Settembre. Oggi è come ieri, poiché i paesi arabi mediatori svolgono un ruolo di pressione sulla parte palestinese, per costringere la resistenza ad arrendersi e spezzare la fermezza del popolo, dopo tutti i crimini di genocidio commessi dall’esercito sionista senza che essi battessero ciglio.

Il 5 giugno invece, è l’anniversario di ciò che accadde lo stesso giorno nel 1967, e noi lo chiamiamo Naksa, in riferimento al termine “Nakba” nel 1948. In questo giorno del 1967, l’entità israeliana occupò il resto delle terre palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e l’intera terra della Palestina cadde sotto occupazione sionista, insieme al Golan siriano e al Sinai egiziano. Fu una guerra rapida in cui gli eserciti arabi furono sconfitti in soli sei giorni.

Ciò è sufficiente per spiegare la portata dello shock che l’entità sionista ha ricevuto il 7 ottobre dello scorso anno, e la portata della rabbia e del senso di sconfitta che ha generato in essa il desiderio di vendicarsi con questa brutalità, che rivela la brutta realtà dei volti dei leader sionisti e la portata del loro fascismo e atrocità mentre puntano i loro missili contro persone indifese uccidendo decine di migliaia di
cittadini. Più passa il tempo, più diventano arroganti e arrabbiati, e più falliscono, più cercano di ottenere qualche guadagno, anche se piccolo. Dopo otto mesi dall’inizio di questa aggressione, che è considerata la guerra più lunga nella storia dei sionisti, il fallimento accompagna ancora tutti i loro piani e tentativi di eliminare il nostro popolo paziente e risoluto.

Sì, sembra che questo giugno ci riserverà sorprese inaspettate, alla luce dei tentativi annunciati dall’amministrazione Biden sulla possibilità di raggiungere un accordo per fermare questa aggressione, mentre i leader sionisti del governo di guerra insistono nel respingere le proposte al riguardo, e allo stesso tempo affermano di aver presentato un documento in cui indicano di aver accettato la proposta americana, mentre l’esercito sionista intensifica la sua aggressione contro Rafah, i campi profughi nel governatorato centrale e le regioni orientali di tutti i governatorati.

Aspettiamo ogni progresso nei negoziati e ogni piacevole sorpresa per porre fine a questa odiosa aggressione e cambiare il triste ricordo di questi giorni di giugno con un altro che ci restituisca la vita.

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