Voci da Gaza: giorno 245, lettera di una madre sotto assedio

La testimonianza Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

Oggi è un giorno di nuova speranza per una nuova vita chiamata gioia, e Farah è la mia figlia lontana e vicina

La mia scrittura oggi è un po’ diversa, poiché scriverò della nuova speranza per ogni nuova vita, dopo l’esaurimento di otto mesi di brutale aggressione alla Striscia di Gaza, e tutto ciò di cui abbiamo sofferto e di cui stiamo ancora soffrendo, vorrei in questo giorno documentare un bellissimo ricordo, che è l’anniversario della nascita della mia unica figlia, auspicando che questo anniversario porti un nuovo spiraglio di speranza per cambiare questa dolorosa realtà in gioia.

In questo venerdì, il 7 giugno, forse emergerà una nuova speranza per porre fine a tutti questi dolori, proprio come è stato lo stesso venerdì in cui sono finite le mie doglie e sono diventata mamma di Farah (in Arabo significa letteralmente gioia), e lei è la mia gioia, bella in cuore, anima e sentimento, la mia altra e più bella metà.

REUTERS/Saleh Salem

La maternità è creare una nuova vita nonostante la fatica della gravidanza e il dolore del travaglio. È un sentimento di felicità profondo quello che prova la mamma nel momento della nascita, e oggi il mio sentimento di felicità si rinnova con gioia. Le ho parlato per farle gli auguri di compleanno, che era anche di venerdì, alla stessa ora delle cinque del pomeriggio, e mi sono congratulata con me stessa per aver avuto questa figlia che, fin dall’infanzia, è stata speciale e creativa in ogni dettaglio. Ha memorizzato e recitato fluentemente poesie dall’età di tre anni, ha scritto un diario appassionato all’età di sei anni e ora è scrittrice e professoressa di scrittura creativa.

La maternità è creare una nuova vita nonostante la fatica della gravidanza e il dolore del travaglio. È un sentimento di felicità profondo quello che prova la mamma nel momento della nascita, e oggi il mio sentimento di felicità si rinnova con gioia. Le ho parlato per farle gli auguri di compleanno, che era anche di venerdì, alla stessa ora delle cinque del pomeriggio, e mi sono congratulata con me stessa per aver avuto questa figlia che, fin dall’infanzia, è stata speciale e creativa in ogni dettaglio. Ha memorizzato e recitato fluentemente poesie dall’età di tre anni, ha scritto un diario appassionato all’età di sei anni e ora è scrittrice e professoressa di scrittura creativa.

È vero che tutte le madri sono orgogliose dei propri figli e delle proprie figlie, e ciò che scrivo qui non è una novità, ma mentre documento quotidianamente ciò che accade sul campo nella Striscia di Gaza in termini di dettagli sulla vita delle persone e sull’impatto dei questa odiosa aggressione a padri, madri e figli, è anche importante dire che Farah, che festeggio con me stessa, il giorno in cui è nata, ha avuto un ruolo importante nell’esportare il mio diario nel mondo, poiché è il mio quotidiano specchio e si occupa della redazione e della pubblicazione in Arabo e Inglese. Non è solo mia figlia, ma mia amica e collaboratrice in ciò che scrivo e faccio, quindi sono orgogliosa di lei, della sua creatività e dei suoi risultati.

E le dico: Ti voglio bene, figlia mia, e perdonami se mai ti ho trascurato oltre la mia volontà, perché tu non mi hai mai trascurato. Ti ho portato come un feto per nove mesi e tu hai portato me per otto mesi. Hai sopportato con me tutta la crudeltà che ho vissuto e hai vissuto con me la stessa paura e lo stesso terrore. Da lontano avevi paura per me, e da lontano avevo paura che avresti sofferto per me. Nascondi la tua paura e dolore per me proprio come velo il mio dolore e la mia paura per te. Entrambe abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo questa guerra maledetta. Entrambe ci nascondiamo molto l’una dall’altra in modo che l’altra non si facesse male. Non c’è dubbio che la tua temperatura sia aumentata durante il rigido inverno che ci è passato, ma ogni volta che ti ho chiesto del tuo stato, hai affermato che stavi bene. Dal mio canto, non mi sono mai lamentata con te del mio dolore per non farti soffrire.

Ti amo, figlia mia, ti auguro di restare ogni anno Farah (gioia), sempre sorridente e felice.

Tua madre,

Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

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