Voci da Gaza: giorno 246 e 247

Duecentiquarantaseiesimo e duecentoquarantasettesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 8 e 9 giugno 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

Un sabato nero e una domenica dolorosa, il massacro di Nuseirat non sarà dimenticato

Ieri, sabato 8 giugno, dovrebbe essere ricordato come un giorno nero nella sanguinosa storia di questo nemico sionista, da aggiungere alla memoria dei fatidici primi giorni di giugno. Questa giornata ha visto l’orrendo massacro nel campo di Nuseirat, dopo il quale la gente ha continuato a curare le proprie ferite fino al giorno successivo, ma senza riuscire a lavare via il sangue che si riversava sulle bancarelle dei poveri venditori, o nei vicoli del campo profughi, con i corpi ancora sotto le macerie che non erano ancora riusciti a recuperare, dove c’erano centinaia di martiri caduti nell’oblio del tempo. Alcuni di loro passeggiavano per il mercato rassicurati, pensando di trovarsi in una zona sicura. Altri stavano cucinando il pranzo nelle loro case su un forno a legna, quando il fuoco ha reagito ai raid aerei, bruciando loro e i loro bambini neonati. Altri erano diretti al mercato per comprare ciò di cui le loro famiglie avevano bisogno. O stavano in fila per prendere l’acqua potabile… o… o… molte delle possibilità che li rendevano una facile preda nella bocca della morte.

Ho provato a contattare più di un amica, collega e alcuni parenti per aver loro notizie. Una delle mie colleghe mi ha detto piangendo: “Hai visto professoressa, Dio non vuole privarci della vita intorno ai cimiteri. Siamo stati sfollati da Gaza city dopo che la nostra casa vicino al cimitero è stata distrutta, ed eccoci a Nuseirat davanti a un cimitero. Stanno raccogliendo i corpi a pezzi, per prepararli alla sepoltura”. Quanto alla vecchia collega, ha risposto al telefono e non ha riconosciuto la mia voce. Piangeva e non sapeva cosa dire per l’orrore dello shock, e ha detto con voce intermittente: “Chi sta parlando? Non ho più famiglia. Sono stati tutti martirizzati, i figli dei miei fratelli, il marito di mia figlia e tutti i loro figli, la mia seconda figlia e suo marito. Ho ancora una figlia, hanno detto che è rimasta ferita e l’hanno portata in ospedale”. Poi ha fatto molti nomi, singhiozzando prima che la chiamata fosse interrotta.

Un crimine brutale commesso dall’esercito sionista in pieno giorno e nelle ore di punta non può che essere definito un crimine di genocidio, poiché i sionisti hanno approfittato della convinzione delle persone di essere al sicuro poiché si trovavano in una “zona sicura” secondo la mappa militare annunciata da parte del governo di guerra. Proprio in un momento in cui la gente si radunava al mercato del campo profughi, mentre continuano i bombardamenti su molte zone del Governatorato Centrale per coprire l’operazione militare dell’esercito per liberare alcuni loro prigionieri pianificata da tempo, ma tutto quello che è successo è stato una sorpresa per la gente, perché la maggior parte di loro sognava una tregua, come hanno riferito i telegiornali. Non pensavano di vedere al posto di una tregua un massacro.

Tuttavia, il tradimento è una caratteristica del nemico sionista, che ha sempre sorpreso la gente, e improvvisamente tornando nelle aree da cui si era precedentemente ritirato, come ha fatto nel complesso ospedaliero di Al-Shifa, nei quartieri a ovest e a sud di Gaza City, nel campo profughi di Jabalia e diverse aree a est e a ovest di Khan Yunis. Ha nuovamente fatto irruzione nelle case con un’invasione di terra, causando altri martiri e feriti, uomini, donne e bambini, e una maggiore distruzione di interi blocchi residenziali.

Ha detto la mia amica al telefono dopo vari tentativi di connessione:
“Penso che quello che è successo sia uno degli orrori del Giorno della Resurrezione”. Lo ha ripetuto più volte per spiegare le scene orribili che ha visto il giorno successivo mentre andava verso l’ospedale.

Un sentimento di oppressione e rabbia attanaglia il popolo palestinese nella Striscia di Gaza, e la frustrazione si è insinuata negli animi di molti, mentre valutano cosa è successo riguardo a questo crimine e le sue dimensioni militari, e come le forze dell’esercito sionista sono riuscite a infiltrarsi nel campo profughi di Nuseirat in un camion di aiuti per ingannare la gente. Questi dettagli sono stati al centro dei discorsi delle persone, dopo che hanno iniziato a riprendersi dallo shock. Ma allo stesso tempo molti sperano ancora che questa aggressione finisca nonostante tutto il dolore e le perdite.

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