Di Zainab Al-Ghonaimy, da Gaza, sotto bombardamenti e aggressione
Sessantatreesimo giorno della guerra a Gaza, 8 dicembre 2023
Dopo una pausa di un mese intero, ecco il mio messaggio per voi, nonostante gli intensi bombardamenti e i fumi tossici di fosforo, e un grande sforzo per continuare a documentarmi e a riconnettermi, sono riuscita finalmente ad avere una connesione Internet molto debole, che ovviamente non mi permette di comunicare istantaneamente. L’importante è che attraverso di essa potrò comunicare la mia vita quotidiana durante la brutale e continua aggressione israeliana alla Striscia di Gaza. Da quando è terminata la tregua temporanea siamo esposti a vari tipi di armi, bombe, missili, ecc. vietati a livello internazionale, diventando cosi un campo di sperimentazione per armi mortali di fabbricazione americana finanziati dal petrolio Arabo.
Forse riceverete i miei messaggi lentamente e in modo intermittente, ma alla fine arriveranno. Alcune lettere potrebbero arrivarvi in ritardo in termini di documentazione degli eventi, ma non tardano a descrivere la nostra condizione e sofferenza mentre siamo assediati a Gaza City, una città che non ho esitato a dire in tutti i miei scritti che è indistruttibile. Sì, Gaza non sarà distrutta anche se lei e coloro che vi abitano saranno completamente annientati, poiché la storia ricorderà che i martiri risorgeranno dalle loro tombe per respingere questa aggressione sionista.
Subito dopo essere riuscita a comunicare, sono stata bombardata da una quantità di materiali, messaggi e situazioni che mi sono arrivati solo tardi e, mentre li sfogliavo, ce n’è molto che merita una risposta, ma forse a lungo andare, se la vita e la sopravvivenza sono destinate a me, soprattutto quei video e le notizie che alcuni di voi ed io stiamo facendo circolare sulla situazione all’interno di questa grande tomba chiamata Gaza. Voi ed io abbiamo visto in televisione tanta distruzione e tanti dei corpi dei martiri, e avete forse ascoltato e ascolterete ogni giorno molti gemiti e grida a causa del dolore degli uomini e delle donne in lutto, mentre i giornalisti sopravvissuti, svolgono un lavoro eroico per trasmettere l’orrenda quotidiana aggressione sionista contro la Striscia di Gaza nel suo insieme, e in aggiunta a ciò che sta accadendo a Gaza City e nel nord.
Alcuni di voi potrebbero essere stanchi di vedere e sentire l’immagine orribile ripetuta ogni giorno, e alcuni potrebbero anche essere stanchi di voler ricordare noi, i martiri viventi che ancora vivono a Gaza, non per rinnegarci, ma per essere stanchi del sentimento di impotenza di alcuni perché non hanno la capacità di fare qualcosa di efficace per sostenerci o cambiare questa amara realtà, che è più amara del sapore del fiele.
Ho anche scoperto, sfogliando i messaggi sui gruppi WhatsApp, che alcune persone litigavano e non erano d’accordo con il desiderio di assumere una posizione neutrale o di spettatore, forse per paura di vessazioni nei loro confronti e per preoccupazione per l’incolumità personale, o forse per paura di oppressione e persecuzione per motivi di sicurezza da parte dei regimi coloniali e dei loro successori da parte dei regimi arabi, e per la preoccupazione di preservare la capacità di muoversi e viaggiare.
Forse alcuni, soprattutto coloro che lavorano nelle istituzioni locali o internazionali, sono attenti a parlare poco e ad esprimersi per preoccupazione per i finanziamenti e lo status lavorativo, e forse alcuni credono ancora nelle posizioni delle organizzazioni politiche a cui appartengono sullo sfondo di un’analisi superficiale delle dimensioni di questa brutale aggressione.
Dal cuore di questa fossa comune chiamata Gaza, vi chiedo di guardare cosa sta succedendo in Cisgiordania, dove il popolo palestinese non è al sicuro, soprattutto dopo aver armato i coloni e il comportamento brutale dell’esercito di occupazione nei raid contro città, villaggi e campi, uccidendo e distruggendo. La situazione anche in Cisgiordania non è lontana da un peggioramento simile a quello di Gaza dove il livello di distruzione, uccisione e sfollamento superano ogni descrizione nella sua barbarie, al punto in cui alcuni credono di guardare un film di fantasia americano, ma sfortunatamente questa è la nostra realtà.
Ormai é chiaro che l’unica verità esistente attualmente è che, nonostante il progresso scientifico, viviamo in una società-giungla, e ciò che purtroppo governa il corso del mondo è che prevalgono i più forti, e se non sei un lupo, i lupi ti mangeranno. Perciò chi non può essere lupo non serve a nulla: è un topo che si nasconde in una tana, perché se i lupi non lo strappano con le zanne, lo calpesteranno con i piedi.
Noi nella Striscia di Gaza, quelli di noi che sono stati sfollati o quelli che sono rimasti nelle loro città e nelle loro case, martiri e viventi, non abbiamo mai scelto la morte o la distruzione. Piuttosto, avevamo i nostri sogni e le nostre speranze, donne, anziani e bambini, e abbiamo sempre desiderato rincorrere il sogno di una vita degna, ma questa vita, se non è dignitosa, non ha significato, quindi noi, popolo costante e paziente della Striscia di Gaza, ci sforziamo in ogni momento rimanente di mantenere una vita dignitosa affinché possiamo chiamare la nostra vita vita.
Zainab al Ghonaimy , da Gaza sotto bombardamenti e aggressione.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…