Novantacinquesimo giorno della guerra a Gaza, 9 gennaio 2024
La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza City sotto la brutale aggressione israeliana
Come? quando? dove? e se fosse? Molte domande sulla ricostruzione della distruzione nella Striscia di Gaza
Dopo il ritiro dell’esercito di occupazione sionista dall’interno della città di Gaza verso il confine orientale della Striscia di Gaza, le persone si sono poste molte domande sulla fine di questa aggressione e sulle conseguenti ripercussioni sulle loro vite.
Oggi, come ogni giorno, la gente si chiede se questa aggressione finirà? Quando finirà la sanguinosa serie d’orrore? Il dubbio entra nelle loro anime, soprattutto mentre osservano come gli episodi si spostano da una città all’altra, da un campo all’altro e da un ospedale all’altro.
Con le notizie sparse che circolano qua e là sulla possibilità di consentire il ritorno a Gaza City e nel nord degli sfollati verso il sud, la domanda rimane davanti a tutti: dove vivranno le famiglie le cui case sono state distrutte dall’esercito di occupazione? Soprattutto alla luce della distruzione che ha colpito la loro città, le sue strade e le sue infrastrutture, come è accaduto a Beit Hanoun, Jabalia, al campo profughi Al’shate’ (spiaggia) e intere aree di Gaza City. I dubbi crescono mentre guardano cosa sta succedendo anche nei campi profughi di Bureij, Nuseirat, Al-Maghazi, nella città di Al-Zawaida, Khan Yunis e nei suoi villaggi.
Questa è un’ossessione vissuta da tutta la popolazione della Striscia di Gaza, e forse quelli che attualmente si trovano nelle tende o nelle scuole e tra i muri dei resti delle università, preda del freddo, della fame e delle malattie, sono le persone più bisognose di ricevere risposte a queste domande.
Ma a livello pratico diretto, non vi è alcuna indicazione di soluzioni immediate o rapide che possano guarire il dolore delle persone che sono sopraffatte dall’amarezza di perdere i loro cari, compresi bambini, donne e uomini, e le loro proprietà, qualunque valore abbia , soprattutto le case che li hanno accolti e hanno dato loro la sicurezza di vivere con dignità.
Ogni giorno nei notiziari si parla sempre più di una nuova, più morbida posizione da parte del presidente americano Biden e della sua amministrazione. Questa amministrazione, madrina di questa schiacciante aggressione contro persone, alberi e pietre negli ultimi tre mesi, arriva oggi ed è ansiosa di presentarsi come attore benevolo per imbiancare la sua faccia di fronte a un’ampia parte della società americana che respinge questa aggressione e per conquistare l’opinione pubblica alle prossime elezioni presidenziali.
La visita del Segretario di Stato americano ai regimi del Medio Oriente, in particolare a quelli arabi, aveva l’obiettivo di negoziare soluzioni alle conseguenze della brutale aggressione alla Striscia di Gaza e, analogamente a quanto fatto dall’ex presidente Trump, Biden e la sua amministrazione chiedono ora loro di farlo. sopportare il costo delle perdite e di ciò che lo Stato occupante ha distrutto nella Striscia di Gaza, che fino a questo momento ammonta all’85% dell’intera Striscia di Gaza. Per quanto riguarda i regimi arabi e i loro leader, accettano sottomessi di pagare il conto per riparari i danni dello stato di occupazione sionista.
Di fronte al silenzio tombale arabo e internazionale su ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza, il governo bellicoso sionista è riuscito a scuotere l’Autorità Palestinese, sia trattenendole i fondi, sia ampliando il cerchio dell’aggressione fino a colpire le città, villaggi e campi profughi della Cisgiordania, per oscurare la visione a livello ufficiale e popolare della barbarie che sta praticando nella sua aggressione contro la Striscia e impedire all’autorità palestinese di fornire sostegno alla popolazione della Striscia di Gaza.
Ciò che temiamo oggi, nel quadro dell’attuazione del piano americano sostenuto dall’Europa, è che questa aggressione continui con tutti i suoi dolorosi dettagli, e che il nostro più grande desiderio sia la capacità di adattarsi a questa amara realtà, e che la distruzione rimarrà senza ricostruzione, e allora il piano di sfollamento delle persone verso paesi stranieri negli angoli della terra avrà successo e la catastrofe del nostro popolo avvenuta settantasei anni fa si ripeterà ancora.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…