Voci da Gaza – smettetela di ucciderci

Il racconto di Zainab, da Gaza sotto bombardamenti e aggressioni

Voi aggressori, lasciateci. Avete preso la vostra parte del nostro sangue, smettetela di ucciderci

Questa mattina è arrivata e non ci sembra un nuovo giorno, poiché il cielo è pieno di nuvole di fumo e di fuoco che ci bloccano la luce del sole. Anche ieri abbiamo vissuto una notte non diversa da quella precedente, una notte che si è distinta solo per l’aumento del volume delle granate e dei missili via terra, mare e aria, e per l’aumento del numero dei martiri, che ha superato ottomila , con i dispersi che superarono i duemila, e i feriti ventunomila.
Per quanto mi riguarda, da ieri pomeriggio e in seguito dall’inizio della notte la situazione è cambiata in tutti i sensi. Le mie viscere erano piene di sentimenti contrastanti di tristezza, paura e ansia.

Una profonda tristezza mi ha stretto il cuore, perché non sapevo come avrei informato la mia amica della notizia che mi era giunta , la casa della sua famiglia era stata completamente distrutta a seguito dei bombardamenti israeliani e che lì era avvenuto un vero e proprio massacro. Al momento della stesura di questo diario erano stati martirizzati 12 membri della sua famiglia: suo zio, sua moglie, sua figlia e sua nuora, insieme a tre nipoti ,due ragazze e un ragazzo, oltre alla moglie del suo altro zio insieme a tre delle sue figlie. Altre quattro persone della sua famiglia sono rimaste ferite, tra cui sua cugina, che è sopravvissuta, per poi essere tragicamente informata del martirio della figlia di tre anni, che aveva dato alla luce dopo sei anni di stenti attraverso il trapianto di embrioni.

Sono passate quattro ore e lottavo con la paura e l’ansia per la reazione che avrebbe potuto avere, come le avrei potuto dare questa notizia dolorosa e come avrei iniziato. Dovrei iniziare rassicurandola che i suoi genitori e i suoi fratelli erano fuori casa quando è atterrato il missile devastante? E che anche altri membri della sua famiglia sono scampati alla morte, mentre per caso facevano la fila al fornaio per ricevere la loro razione giornaliera di pane? Ma sapevo che questo non sarebbe bastato ad alleviare il suo dolore, perché era fortemente attaccata allo zio e al resto della famiglia, quasi quanto l’attaccamento ai suoi genitori.

Ho raccontato velocemente a mia figlia, che è lontana da me, la notizia che la mia amica aveva perso dei membri della sua famiglia, dirglielo avrebbe alleggerito leggermente il peso che gravava sul mio petto. Poi ho osato usare i versetti del Corano che diciamo in tali situazioni e ho raccontato la notizia alla mia amica.

Onestamente, non posso descrivere il dolore e la tristezza che riempivano l’aria, e il modo in cui le sue calde lacrime scorrevano silenziosamente, mentre fissava incredula ciò che le avevo detto. L’ho abbracciata e ho sentito il suo cuore tremare. Quasi si soffocava nel suo silenzio, così le ho portato in fretta un sorso d’acqua per bagnare i resti della sua saliva.

Non auguro a nessuno di trovarsi in una situazione come questa: né di ricevere la notizia della perdita di una persona cara, né di dover informare qualcun altro della perdita di uno dei suoi cari.

Questi criminali hanno preso molte porzioni del nostro sangue, della nostra carne e delle nostre ossa: non ne hanno avuto abbastanza? Questa aggressione non finirà?

Ho passato la notte restando sveglia a toccare il mio corpo e quello dei figli della mia amica per assicurarmi che fossimo ancora vivi, e tremavo ad ogni granata, ad ogni crepitio e ad ogni tremore dell’edificio. Dopo ogni colpo mi alzavo per girare per la casa, controllando le finestre e le porte, poi accendevo la radio nella speranza di sentire notizie che confermassero che il bombardamento era lontano da noi e che non era vicino a nessuno dei nostri cari e conoscenti. Sperando di uscire da questa aggressione né con perdite né come dispersi.

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