Il testamento di Anas Al-Sharif, il gironalista di Al-Jazeera preso di mira e ucciso da Israele

Post pubblicato originariamente su Twitter. Traduzione a cura della redazione di Bocche Scucite

Questo è il mio testamento e il mio ultimo messaggio. Se queste parole vi raggiungono, sappiate che Israele è riuscito a uccidermi e a mettere a tacere la mia voce. Innanzitutto, la pace sia su di voi e la misericordia e le benedizioni di Dio.

Dio sa che ho fatto ogni sforzo e tutte le mie forze per essere un sostegno e una voce per il mio popolo, fin da quando ho aperto gli occhi sulla vita nei vicoli e nelle strade del campo profughi di Jabalia. La mia speranza era che Dio mi prolungasse la vita in modo da poter tornare con la mia famiglia e i miei cari nella nostra città originaria di Asqalan (Al-Majdal) occupata. Ma la volontà di Dio è venuta prima e il Suo decreto è definitivo. Ho vissuto il dolore in tutti i suoi dettagli, ho assaggiato la sofferenza e la perdita molte volte, eppure non ho mai esitato a trasmettere la verità così com’è, senza distorsioni o falsificazioni, in modo che Dio possa testimoniare contro coloro che sono rimasti in silenzio, coloro che hanno accettato le nostre uccisioni, coloro che hanno soffocato il nostro respiro e i cui cuori sono rimasti indifferenti di fronte ai resti sparsi dei nostri bambini e delle nostre donne, senza fare nulla per fermare il massacro che il nostro popolo ha affrontato per più di un anno e mezzo.

Vi affido la Palestina, il gioiello della corona del mondo musulmano, il cuore pulsante di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo, i suoi bambini offesi e innocenti che non hanno mai avuto il tempo di sognare o di vivere in sicurezza e in pace. I loro corpi puri sono stati schiacciati sotto migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e sparsi sui muri.

Vi esorto a non lasciare che le catene vi facciano tacere, né che i confini vi frenino. Siate ponti verso la liberazione della terra e del suo popolo, finché il sole della dignità e della libertà sorgerà sulla nostra patria rubata. Vi affido la cura della mia famiglia. Vi affido la mia amata figlia Sham, la luce dei miei occhi, che non ho mai avuto la possibilità di vedere crescere come avevo sognato.

Vi affido il mio caro figlio Salah, che avrei voluto sostenere e accompagnare per tutta la vita finché non fosse diventato abbastanza forte da portare il mio fardello e continuare la missione.

Vi affido la mia amata madre, le cui preghiere benedette mi hanno portato dove sono, le cui suppliche sono state la mia fortezza e la cui luce ha guidato il mio cammino. Prego Allah di concederle la forza e di ricompensarla a nome mio con la migliore delle ricompense.

Vi affido anche la mia compagna di sempre, la mia amata moglie Umm Salah (Bayan), dalla quale la guerra mi ha separato per lunghi giorni e mesi. Eppure è rimasta fedele al nostro legame, salda come il tronco di un ulivo che non si piega, paziente, fiduciosa in Allah e portatrice di responsabilità in mia assenza con tutta la sua forza e la sua fede.

Vi esorto a stare al loro fianco, a essere il loro sostegno dopo Dio Onnipotente. Se morirò, morirò saldo sui miei principi. Attesto davanti ad Allah che sono soddisfatto del Suo decreto, certo di incontrarLo e sicuro che ciò che è con Dio è migliore ed eterno.

O Dio, accettami tra i martiri, perdona i miei peccati passati e futuri e fa’ che il mio sangue sia una luce che illumini il cammino della libertà per il mio popolo e la mia famiglia. Perdonami se ho sbagliato e prega per me con misericordia, perché ho mantenuto la mia promessa e non l’ho mai cambiata o tradita.

Non dimenticatevi di Gaza… E non dimenticatevi di me nelle vostre sincere preghiere di perdono e di accettazione.

Anas Jamal Al-Sharif
06.04.2025

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