Primo incontro di Kairos Palestine a Napoli

“PRIMA DI TUTTO dovremo chiedere perdono a questi tre palestinesi per quello che dovremmo fare e non facciamo”. È stato Alex Zanotelli ad aprire la serata a Napoli, con la comunità palestinese e la Delegazione di KAIROS PALESTINA.

RIFAT KASSIS

“Stanno togliendo ogni spazio a iniziative che difendano i diritti dei palestinesi come fossero terroristi. E il mondo resta in silenzio. Il cambiamento dell’ opinione pubblica però dà speranza.
Noi palestinesi dobbiamo essere uniti per non fare il gioco di Israele, anche con strategie economiche come per esempio a Betlemme dove ci si reinventa al di là del turismo.
Voi comunità palestinese della diaspora continuate in questo grande impegno, quasi a diventare una coalizione internazionale.

MUNTHER ISAAC

“Parlerò da pastore: la Palestina è un caso umano. La gravità non è neanche la dimensione dell’orrore ma le reazioni a tanta tragedia: c’è chi sta zitto, chi giustifica e perfino chi celebra, come vediamo nei soldati che si riprendono nei social dopo un massacro.

In Kairos parliamo di un “piano del male” cioè l’idea di una terra senza popolo: i palestinesi non sarebbero persone e l’obiettivo è mandarli via da questa terra. Il check-point ne è l’esempio come strumento per rendere la vita impossibile da sopportare.
Addirittura oggi Trump è arrivato a parlare della pulizia etnica parlandone senza più i veli che tutti mantenevano. Lui, come persona ricca e potente, può farlo perché può decidere della vita delle altre persone.
Per questo è una questione di fede. La domanda è per i credenti: a noi sta bene che un ricco e potente possa decidere la nostra sorte? Ci sta bene che qualcuno decida per noi?
La questione è molto più ampia della stessa Palestina e riguarda tutto il mondo che è in pericolo come il futuro delle prossime generazioni.
Ringraziamo il papa perché ci ha fatto capire che la pace è prendere posizione, giudicare e boicottare.

Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Quando non abbiamo chiamato le cose con il loro nome abbiamo cominciato a tollerare l’apartheid e il genocidio.

Il sumud, la resilienza del popolo palestinese è ancora molto viva. Siamo nel momento più ospiti della nostra storia e per questo è il tempo del sumud.
Allora, qui, adesso, chiedo anche a voi: da che parte state?

Non crediate che i politici porteranno la pace. Quello che fa la differenza è l’unità dalle radici, dal popolo.

Alla fine ricordatevi che dovremmo rispondere non solo alla storia ma anche a Dio. Ed è dei cristiani stare dalla parte degli oppressi.

Dobbiamo essere tutti uniti ma non perché siamo palestinesi ma perché siamo dalla parte degli oppressi.

SAHAR FRANCIS

Da quando mi sono laureata, ventisette anni fa, in diritti umani, mai avrei pensato che tutti quello che ho studiato crollasse i questo modo. Tutto. E non solo per gli Usa ma soprattutto per l’Europa. Il silenzio dell’ Europa è la cosa più grave. Qui sono nati il Diritto internazionale, le Nazioni Unite, il motto “Never again”. Dov’è oggi tutto questo?
Ecco il motivo della nostra lotta: far rispettare le leggi internazionali. Non nasce dal 7 ottobre ma i miei ventisette anni di lavoro come avvocata mi dimostrano i perpetuarsi dei crimini in tutti questi anni.

Negli anni ho visto incarcerate un enorme numero di persone di cui alcune muoiono per mancanza di cure. Ma dal 7 ottobre sono state arrestate donne, bambini e anziani, medici, avvocati, professori, giornalisti e altre categorie di professionisti che hanno subito torture, molestie sessuali, attacchi fisici e psicologici. Dal 7 ottobre tutto questo si è acuito perché Israele non deve rendere conto a nessuno.

Cosa possiamo fare tutti noi per preservare l’umanità?
Abbiamo bisogno di volontà politica, non che venga dai politici ma da noi, in tutti i settori: pensate a chi prende le decisioni in qualsiasi settore dove voi vivete e chiedetevi come spingerli a far rispettare i diritti umani.

Se veniamo a sapere che nella nostra città viene chi è responsabile o complice di un crimine, dobbiamo denunciarlo.

One thought on “Primo incontro di Kairos Palestine a Napoli

  1. Grazie per il vostro coraggio
    Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e non ha diritti. Insieme possiamo cambiare il mondo. Grazie. Il vostro dolore diventa anche il nostro.

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