Trump il 20 lascia e Biden dice no alla rimozione: basta shock al Paese. Conti a saldo dopo

tratto da: https://www.remocontro.it/2021/01/08/trump-il-20-lascia-e-biden-dice-no-alla-rimozione-basta-shock-al-paese-i-conti-si-saldano-dopo/

Remocontro Remocontro  8 Gennaio 2021

 

Biden contrario alla rimozione di Donald Trump, «Non aiuterebbe a riunificare il Paese». E Trump prende atto della vittoria di Biden, senza mai riconoscere la validità dell’elezione. Prende atto che il 20 gennaio si insedierà una nuova amministrazione, senza però mai nominare Joe Biden. Stati Uniti ancora sotto shock, polemiche sulla Casa Bianca ma anche sulla gestione sicurezza. La crisi del partito repubblicano travolto dal ciclone Donald.
Le complicità nell’invasione di Capitol Hill

Prima dà fuoco poi invoca i pompieri

Donald Trump esce dalle sue farneticazioni e prende atto della realtà. Il 20 gennaio, tra 12 giorni, gli Stati Uniti avranno un nuovo presidente, anche se lui resta fermo al suo ego e non lo nomina mai. Twitta in video che dal 20 gennaio alla Casa Bianca ci sarà un altro, ma senza mai riconoscere la validità della sua elezione. C’è anche l’appello perché “gli animi si calmino”. Forse è rivolto alla polizia che prima o poi gran parte di quegli scalmanati se li andrà a prendere per far loro invadere qualche galera. Troppo poco, troppo tardi.

Rimozione o impeacement

L’intervento tardivo di Trump non placa le iniziative dei democratici per cacciarlo prima della scadenza naturale del suo mandato. I leader della nuova maggioranza alla Camera e al Senato – Nancy Pelosi e Chuck Schumer – invocano la rimozione del presidente attraverso il 25esimo emendamento, o il suo impeachment. Il Wall Street Journal di Rupert Murdoch in un editoriale gli dice: “Deve dimettersi per evitare l’impeachment”. Ma, dice la Cnn, il presidente eletto frena. Basta shock al Paese, sperando che il matto si dia una calmata e in 12 giorni non ne combini altre.

Pence, reazionario legalista

Anche il vicepresidente americano Mike Pence si opporrebbe alla rimozione di Donald Trump ricorrendo al 25mo emendamento. Lo riporta il New York Times. Per attivare questa strada serve il consenso del vicepresidente e della maggioranza del governo. I leader democratici hanno già affermato che senza il ricorso al 25mo emendamento sono pronti a considerare un nuovo impeachment, ma al momento resta una minaccia più che una possibilità.

La resa dei conti che verrà

Sui fatti di mercoledì, il procuratore generale della capitale federale Washington, Michael Sherwin, ha affermato di non escludere capi di accusa nei confronti di Donald Trump per aver incitato l’assalto alla sede del Congresso americano. Sherwin ha aggiunto che il Dipartimento di Giustizia prenderà in considerazione l’ipotesi di reati penali contro chiunque abbia giocato un ruolo nella vicenda. Altro si potrebbe scoprire su eventuali complicità sollecitate dalla stessa Casa Bianca.

Oltre a salatissimi conti politici per il clan Trump e in casa repubblicana.

Guerra civile tra i repubblicani

La sconfitta politica in Georgia che dà al senato un maggioranza democratica , per il partito repubblicano pesa ora più del sempre controverso e imprevedibile Trump alla Casa Bianca. Ma il problema politico è cosa succederà dopo il 20 gennaio. Sicuramente la prova di forza dell’altro ieri incoraggerà Trump a restare attivo, con il suo gruppo di fedelissimi, prevede Fabrizio Tonelli sul Manifesto, appoggiandosi ai media di estrema destra e minacciando i «traditori» di usare la sua influenza per fare vendette nel 2022 e nel 2024.

Complicità di una invasione organizzata

Con la rivisitazione delle immagini degli assaltatori buffoneschi di Capitol Hill, liberati gli occhi dalla tensione su ciò che stava accadendo, diventa chiaro che di fatto la polizia ha lasciato aperte le porte agli squadristi, ribadisce Tonelli. In attesa di qualche magistrato che se ne occupi, si dimette il capo della polizia del Congresso, la Capitol Police.
«C’è stato qualche scontro (pochi) e molti selfie. Lo spettacolo ha comportato anche gas lacrimogeni, morti e feriti ma, in tutto 13 (tredici!) arresti fra le centinaia di persone che avevano dato l’assalto al Campidoglio».

Forse dietro c’è di peggio, oltre a Trump, ed è ciò che ancora dovremo scoprire sulla brutta Befana di Washington tra golpisti buffoneschi

 

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