Duecentreesimo e duecentroquattresimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 26 e 27 aprile 2024
La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio
Un’aggressione continua che non sembra fermarsi presto, e molte domande attendono ancora risposte
Circa due milioni e trecentomila persone nella Striscia di Gaza vivono nell’ansia e nella paura a causa dello stato di attesa e della mancanza di una visione chiara di ciò che accadrà domani. Questo vale per tutti, si trovino al sud o al nord, sono tante le domande alle quali non troviamo risposta e, se esistono, non convincono.
Siamo stanchi dei notiziari e dei loro contenuti ripetuti sui bombardamenti e le distruzioni provocate, su quante vittime cadono di conseguenza, martiri e feriti di entrambi i sessi. Il quadro in sé non si rinnova né cambia: la scena delle case distrutte, i corpi ammucchiati, le urla degli afflitti e degli oppressi, le voci dei giornalisti che ripetono le stesse frasi mentre camminano tra le tende e scuole per sfollati, e i luoghi che sono stati e vengono distrutti davanti alla fila degli assetati al punto di distribuzione dell’acqua, e alla fila degli affamati all’ospizio che distribuisce cibo cotto, il tutto accompagnato da immagini e video della distruzione dei centri di distribuzione degli aiuti.
Passo da un canale all’altro dei notiziari televisivi per trovare le stesse immagini e le stesse frasi per le stesse notizie, e ho la sensazione che il cronista, maschio o femmina, spesso non trovi nulla da dire a causa dell’orrore e della ripetizione della scena. Poi la sequenza delle notizie si interrompe improvvisamente per mostrare un video delle perdite inflitte al nemico dagli uomini della resistenza, e gli stessi analisti vengono a ripetere quello che hanno detto ieri e l’altro ieri e dal primo mese dell’aggressione, ci sono persone che fanno la predizione. Alcuni di loro sono così intelligenti che riorganizzano quotidianamente le frasi e le parole del giorno precedente, e nessuno è realistico ne si avvicina alla verità, ma la aggirano.
Da un lato c’è l’ambiguità della situazione a livello politico e militare internazionale, che vediamo bene, intervallata dalle dichiarazioni dei leader di Hamas secondo cui la vittoria è questione di pazienza per un’ora. Una confusione che non indica buone notizie all’orizzonte, poiché le stesse promesse e lo stesso discorso mediatico si ripetono di volta in volta senza alcun fondamento sul terreno.
D’altro canto, il governo di guerra sionista, che si aggrappa alla decisione di continuare l’aggressione nella forma più atroce, e i suoi dirigenti, nelle cui mani dipende la fine della guerra, non rispondono a tutti gli appelli delle masse nella maggior parte dei paesi del mondo, soprattutto quelli che sostengono l’entità sionista, condannano piuttosto le manifestazioni internazionali, soprattutto quelle studentesche, e ignorano tutti gli accordi internazionali che parlano di diritti umani.
La situazione in cui viviamo è davvero estenuante e le nostre forze sono esaurite. Siamo assediati dall’inizio di questa aggressione sionista, che continua ad intensificarsi nella barbarie nonostante il passare del tempo. Si avvicina la fine del settimo mese e si rinnovano e aumentano le nostre preoccupazioni riguardo al deterioramento delle condizioni ambientali, sanitarie e umanitarie della Striscia di Gaza nel suo complesso, e ci angoscia l’idea che il prossimo giorno passerà mentre stiamo ancora soffrendo sotto il giogo di questa barbara aggressione, mentre tutto ciò che speriamo è che finisca e che non abbiamo perso né siamo perduti.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…