Articolo pubblicato originariamente su Invisible Arabs
Di Paola Caridi
Voleva andare a Gaza. Con il suo corpo malato, su una sedia a rotelle, nell’inferno del mondo. Papa Francesco voleva andare a Gaza. Molto più di un desiderio: un’idea da realizzare. Lo ricorda uno dei suoi cari amici, Lucio Brunelli, giornalista, per anni vaticanista del Tg2, e poi – proprio per volere di Papa Francesco – direttore dell’informazione di TV2000. In un articolo per l’Osservatore Romano, pubblicato all’indomani della morte di Bergoglio, Lucio Brunelli ricorda il colloquio del 20 gennaio scorso con il pontefice. “Già con quella brutta bronchite che provocò il ricovero al Gemelli, mi confidò il desiderio di compiere un viaggio a Gaza, una visita pastorale alla piccola comunità cattolica, con cui era stato sempre in contatto telefonico dall’inizio dei bombardamenti israeliani”.
Un desiderio straniante, a prima vista contraddittorio, rispetto alla condizione fisica di Francesco. Lucio Brunelli ne coglie subito, invece, l’urgenza, e la potenza del gesto. “L’immagine del Papa, in carrozzina, tra le macerie della guerra sarebbe stata un messaggio potente di vicinanza a tutta la popolazione palestinese. «Sarebbe una buona cosa»”. E aggiungeva: «ne parlerò con la Segreteria di Stato per “sondegiare” la cosa». Conclude Brunelli: “L’aggravarsi delle condizioni di salute bloccò forse ogni verifica. Un viaggio che sarebbe stato impossibile, probabilmente, in ogni caso, per motivi politici”.
Perché andare a Gaza? Per essere lì dove si compie la disumanità. Per opporsi alla strage. Lo aveva fatto Giovanni Paolo II, oltre vent’anni prima, chiedendo di poter entrare nella Sarajevo assediata dai serbo-bosniaci con l’appoggio della Serbia di Slobodan Milosevic. Gli fu impedito. Questioni di sicurezza, dissero tutti i decisori. Le questioni di sicurezza si mettono sempre avanti, anche quando a essere il gioco è la stessa sicurezza – fisica e morale, prima che politica – dell’umanità.
Andare a Gaza per mostrare lo scandalo di ciò che a Gaza si compie, contro l’umanità. Voleva farlo l’unico vero leader globale di questi anni recenti, l’unico a chiedere di indagare, e dunque indagando imporre regole, per capire se a Gaza si sta compiendo un genocidio. Non era la prima volta che Papa Francesco era andato nei luoghi a mostrare lo scandalo. Era già successo pochi mesi dopo l’inizio del suo pontificato, con la visita a Lampedusa dopo l’ennesima strage nascosta, inghiottita dalle acque del Mediterraneo. Ed era successo l’anno dopo – era il 2014 – quando Francesco aveva compiuto il pellegrinaggio in Terrasanta, seguendo un’agenda che nei dettagli parlava di una sapienza diplomatica plurimillenaria. A Betlemme ruppe il protocollo, si fece portare al Muro di separazione, scese dalla macchina, si avvicinò a questo scandalo ancora in piedi, fatto di lastre di cemento armato alte nove metri. E mise la mano sul cemento grigio. Non disse nulla. Mise la mano, toccò lo scandalo e toccandolo lo mostrò.
Questo, ne son certa, voleva fare a Gaza. Mostrare lo scandalo. Mostrare la strage. Chiamare i colpevoli e gli ignavi e i sostenitori e i complici a rispondere dello scandalo.
Una notizia passata in sordina. Per meglio dire, “la notizia” passata in sordina. E dobbiamo ringraziare non solo Lucio Brunelli, ma l’Osservatore Romano se di questa notizia abbiamo traccia, e già memoria.
Perché è ben più di una notizia. Si inserisce nella estrema libertà di Papa Francesco di comprendere, discernere, definire l’oppressione, la ferita alla dignità. Chi è vittima, chi è il carnefice. E qual è la responsabilità, individuale e collettiva, rispetto alla condizione degli oppressi e alla difesa degli ultimi e dei poveri.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."