Come Israele strumentalizza l’antisemitismo

Articolo pubblicato originariamente su IrpiMedia

L’organizzazione IHRA nel 2016 ha dato una nuova definizione del concetto, in uso fin da fine ‘800. Negli anni, il governo di Israele l’ha utilizzata per difendere le proprie politiche in Palestina. Non gli ebrei, secondo diversi esperti

«La decisione antisemita della Corte penale internazionale (Cpi) è un moderno processo Dreyfus e finirà nello stesso modo». Reagisce così il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla comunicazione del mandato di arresto emesso nei suoi confronti – e di quelli dell’ex ministro della Difesa d’Israele Yoav Gallant e del comandante militare di Hamas, Mohammed Deif.

Come è noto, le accuse sono quelle di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dall’esercito israeliano contro la popolazione civile della Striscia di Gaza nell’operazione militare seguita agli attacchi di Hamas del 7 ottobre del 2023.

Per molti osservatori non è stato subito chiaro il riferimento al processo del 1895 contro l’ufficiale dell’esercito francese Alfred Dreyfus, accusato di alto tradimento dopo il fallimento militare francese nella guerra contro la Prussia.

Lo scrittore francese Emile Zola, nel suo celebre pamphlet J’accuse, denunciò come l’accusato fosse il capro espiatorio perfetto per nascondere le colpe dell’esercito francese. Il caso Dreyfus si chiuse con la piena riabilitazione dell’imputato ma solo dopo una sentenza della Cassazione emessa dopo vent’anni e una serie di condanne ai più bassi gradi di giudizio.

CONTINUA SU Irpimedia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *