Articolo pubblicato originariamente su +972 Magazine
Dello staff di Palestine Chronicle
Foto di copertina: Il giornalista palestinese Anas al-Sharif è stato ucciso in un bombardamento israeliano a Gaza. (Foto: via social media)
“Perché ucciderlo ora? Alla vigilia dei piani di conquista di Gaza City? La risposta è chiara. Credo che Israele abbia ucciso Anas al-Sharif semplicemente perché era un giornalista”. Yuval Abraham
L’intelligence militare israeliana ha istituito un’unità speciale volta a giustificare le azioni dell’esercito a Gaza, compresa l’uccisione di giornalisti, secondo il giornalista investigativo israeliano Yuval Abraham.
“Dopo il 7 ottobre, una squadra chiamata ‘Cellula di legittimazione’ è stata istituita all’interno dell’AMAN (l’intelligence militare – PC)”, ha dichiarato Abraham su X lunedì, in seguito all’ultima uccisione di sei giornalisti, tra cui il reporter di Al Jazeera Anas al-Sharif, in un attacco aereo israeliano.
“Il personale dell’intelligence cercava informazioni per fornire una ‘legittimazione’ alle azioni dell’esercito a Gaza: lanci di Hamas falliti, uso di scudi umani, sfruttamento della popolazione civile, tutte cose che conoscete”, ha aggiunto.
Abraham ha detto che una “missione primaria della Cellula di legittimazione era quella di trovare giornalisti gazawi che potessero essere ritratti dai media come operatori di Hamas sotto mentite spoglie”, aggiungendo che questa unità “passava attivamente in rassegna i giornalisti e li cercava”.
Non hanno trovato nulla
Ha confermato che “sono stati investiti giorni interi in questa faccenda, e non hanno trovato nulla”.
“Perché cercare un giornalista sotto mentite spoglie? Da quanto ho capito, perché fornisce una “legittimazione” mediatica all’attuale uccisione di giornalisti in generale”, ha aggiunto Abraham.
Ha dichiarato che “l’identificazione di un giornalista come un agente sotto mentite spoglie permette di fare whitewashing sull’uccisione di tutti gli altri giornalisti”.
Il giornalista ha sottolineato che Israele “ha ammesso che l’obiettivo era Anas al-Sharif” nell’attacco alla tenda stampa fuori dall’ospedale al-Shifa.
Tempistica dell’assassinio
Sottolineando che “la posizione di al-Sharif era nota da mesi”, ha messo in dubbio la tempistica dell’uccisione.
“Perché ucciderlo ora? Alla vigilia dei piani di conquista di Gaza City? La risposta è chiara. Credo che Israele abbia ucciso Anas al-Sharif semplicemente perché era un giornalista”, ha dichiarato Abraham.
Ha detto che i “documenti erano il mezzo”, aggiungendo: “Per lo stesso motivo hanno cercato attivamente giornalisti che potessero essere presentati come operatori di Hamas, per fornire “legittimazione” all’uccisione di giornalisti in generale… E per lo stesso motivo ai media internazionali viene impedito di entrare a Gaza: in modo che i crimini siano visti meno”.
Le ultime uccisioni di giornalisti hanno portato a 238 il numero di giornalisti uccisi nell’assalto genocida in corso a Gaza dall’ottobre 2023.
Preparato un ‘grande massacro
Lunedì, il direttore dell’ospedale al-Shifa, il dottor Mohammed Abu Salmiya, ha avvertito che Israele ha ucciso i giornalisti in preparazione di “un grande massacro” che non vuole essere coperto dai media.
E ha aggiunto: “Lo ribadisco: Io, Anas Al-Sharif, sono un giornalista senza affiliazioni politiche. La mia unica missione è riportare la verità dal terreno – così com’è, senza pregiudizi”. In un momento in cui una carestia mortale sta devastando Gaza, dire la verità è diventato, agli occhi dell’occupazione, una minaccia”.
L’assassinio di Al-Sharif e dei suoi colleghi è stato accolto da una condanna mondiale e da manifestazioni di cordoglio.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."