Articolo pubblicato originariamente sul Post
E della lunga telefonata tra la bambina palestinese e la Mezzaluna Rossa, che provò invano a soccorrerla durante un attacco israeliano a Gaza
Mercoledì alla Mostra del cinema di Venezia è stato presentato The voice of Hind Rajab, il film della regista tunisina Kaouther Ben Hania che racconta la storia di Hind Rajab, bambina palestinese di sei anni che a gennaio del 2024 fu uccisa durante un’operazione dell’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza. È una storia straziante ed eccezionale anche nel contesto della guerra in corso da quasi due anni, e che quando successe ebbe grande rilevanza mediatica. L’esercito israeliano ha negato di avere avuto responsabilità nell’attacco, ma la sua versione dei fatti è stata smentita da varie e approfondite inchieste giornalistiche.
Prima dell’inizio della guerra Hind Rajab viveva insieme alla famiglia nel nord della città di Gaza, la principale e più popolosa della Striscia. Dopo l’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre del 2023, e poi l’inizio dei bombardamenti e dell’invasione della Striscia da parte di Israele, la famiglia della bambina si spostò nel quartiere occidentale di Tel al Hawa.
Il 29 gennaio del 2024 il portavoce arabofono dell’esercito israeliano diffuse un ordine di evacuazione per la zona occidentale della città di Gaza, che comprendeva anche il quartiere di Tel al Hawa. La famiglia di Hind si preparò a spostarsi nuovamente, verso nord. Hind salì su una Kia Picanto nera insieme ad altri sei familiari. L’auto però si fermò dopo aver percorso appena 400 metri.
Il Washington Post ha ricostruito quello che successe dopo in una dettagliata inchiesta. Intorno alle 13 Layan, una cugina di Hind di 15 anni che era in auto con lei, chiamò Samir Hamada, lo zio: gli disse che l’auto era circondata e che l’esercito israeliano stava sparando contro di loro. Tutte le persone a bordo, tranne Layan e Hind, erano state uccise.
Verso le 14:30 Layan riuscì a mettersi in contatto con la Mezzaluna Rossa palestinese, il corrispettivo locale della Croce Rossa. La telefonata durò meno di un minuto, e la registrazione fu poi diffusa. Si sente la ragazzina dire a un operatore: «Ci stanno sparando, il carro armato è di fianco a me». Pochi secondi dopo si sente una scarica di colpi da arma da fuoco. Anche Layan era stata uccisa.
Il sito specializzato Earshot ha analizzato l’audio della chiamata e ha calcolato che si sentono 64 colpi in sei secondi. Secondo alcuni esperti di balistica contattati dal Washington Post, i colpi furono troppo veloci per un fucile automatico AK-47, spesso usato dai miliziani di Hamas, e più compatibili invece con le armi in dotazione all’esercito israeliano. Alcune immagini satellitari acquisite circa un’ora dopo mostrarono come nella zona intorno all’auto ci fossero almeno quattro carri armati israeliani.
Dopo la fine improvvisa della telefonata, la Mezzaluna Rossa richiamò subito e rispose Hind, l’unica persona nell’auto ancora viva. Il film in concorso a Venezia ricostruisce quello che successe nella sala operativa della Mezzaluna Rossa a Ramallah, in Cisgiordania, dove gli operatori parlarono per circa tre ore con la bambina, cercando senza successo di soccorrerla.
L’organizzazione provò a coordinarsi con Israele per inviare sul posto un’ambulanza. È una pratica diffusa, che dovrebbe servire a garantire un passaggio sicuro ai mezzi di soccorso, anche se non sempre poi succede. Un portavoce della Mezzaluna Rossa ha detto al Washington Post che Israele autorizzò il passaggio dell’ambulanza e che il COGAT, l’agenzia del governo israeliano che si occupa dei territori palestinesi occupati, fornì anche una mappa con il percorso per raggiungere Hind. Verso le 17:40 l’ambulanza partì dall’ospedale al Ahli, distante circa 3 chilometri dall’auto, con a bordo due paramedici, Yousef Zeino e Ahmed al Madhoun.
L’ambulanza però non raggiunse mai Hind, e la telefonata tra la bambina e la Mezzaluna Rossa si interruppe improvvisamente poco dopo le 18. Non è chiaro esattamente cosa le successe. Il suo corpo, insieme a quello dei familiari, fu trovato il 10 febbraio, 12 giorni dopo, quando l’esercito israeliano aveva già concluso l’operazione militare nella zona e alcuni familiari erano riusciti a raggiungere quello che restava dell’auto. Lo zio di Hind, Samir Hamada, disse di aver visto il corpo di Hind e di Layan sui sedili posteriori.
L’ambulanza fu trovata a circa 50 metri dalla macchina, completamente distrutta e con i corpi dei due paramedici carbonizzati. Analizzando le immagini satellitari, il sito Forensic Architecture ha concluso che «probabilmente» il mezzo fu colpito da un carro armato israeliano.
In un comunicato diffuso dopo il ritrovamento dei corpi, l’esercito israeliano sostenne che i suoi soldati «non erano presenti vicino al veicolo né a distanza di tiro dal veicolo in cui la bambina è stata trovata». Disse anche che, dato che secondo quanto sostenuto le sue forze armate non erano presenti nella zona, non era necessario che l’ambulanza si coordinasse con loro per raggiungere l’auto.
Questa ricostruzione è stata smentita da inchieste giornalistiche basate sull’analisi di video e immagini satellitari, sulle registrazioni delle telefonate con la Mezzaluna Rossa e su varie testimonianze. In seguito l’esercito non ha più commentato l’uccisione di Hind, dei suoi familiari e dei paramedici.
La storia di Hind è stata raccontata da molti giornali ed ebbe grande rilevanza soprattutto nei 12 giorni che passarono dalla telefonata con la Mezzaluna Rossa al ritrovamento dei corpi. A lei è dedicata anche un’associazione, la Hind Rajab Foundation, che si occupa degli abusi e dei crimini compiuti da Israele sulla popolazione palestinese.

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."