Articolo pubblicato originariamente su Altreconomia
Il nostro Paese ha violato l’obbligo di prevenzione del genocidio, contraddetto la Corte internazionale di giustizia continuando a trasferire armi e materiali dal duplice uso a Tel Aviv e si è reso quindi responsabile per complicità in atti genocidari per i fatti di Gaza. Anche i decisori politici e dirigenti d’azienda coinvolti nelle forniture belliche sono potenzialmente interessati sotto un profilo penale. L’intervento del professor Triestino Mariniello, docente di Diritto penale internazionale
Pubblichiamo il preziosissimo intervento del professor Triestino Mariniello, docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, svolto l’8 luglio 2025 alla Sala Isma del Senato nell’ambito del convegno “Altro che ‘Food for Gaza’” organizzato da Altreconomia.
Intervengo su un tema di grande rilievo giuridico: la prosecuzione, da parte dell’Italia, delle esportazioni di armi e materiali a duplice uso verso Israele, nonostante le numerose evidenze di gravi violazioni del diritto internazionale da parte delle autorità israeliane nella Striscia di Gaza – violazioni che potrebbero configurare crimini internazionali come genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Preciso che il mio contributo sarà strettamente giuridico, lasciando ad altri ogni considerazione politica.
Secondo diverse inchieste di Altreconomia, l’Italia ha continuato a fornire armi, munizioni, materiali a duplice uso, nonché attività di supporto logistico per la flotta di velivoli da addestramento anche dopo il 7 ottobre, che potrebbero aver facilitato la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale nel territorio palestinese occupato. Tutto questo avveniva mentre la Corte internazionale di giustizia (Cig) aveva già ritenuto, in ben tre occasioni, plausibile che Israele stesse commettendo atti di genocidio a Gaza.
Il mio intervento si articolerà in quattro parti: nella prima analizzerò la violazione da parte dell’Italia dell’obbligo di prevenzione del genocidio; nella seconda approfondirò l’incompatibilità del trasferimento di armi ed altri oggetti dal duplice uso col parere consultivo della Cig del 19 luglio 2024 relativa alla situazione nei Territori palestinesi occupati; nella terza affronterò la responsabilità internazionale dello Stato italiano per complicità in atti genocidari; nell’ultima parte offrirò qualche riflessione sull’eventuale responsabilità penale individuale dei decisori politici, funzionari pubblici e dei dirigenti aziendali coinvolti nelle forniture belliche.
Parte I: La violazione degli obblighi di prevenzione del genocidio da parte dell’Italia
Quello di prevenire il genocidio, sancito dall’articolo I della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, è un obbligo inderogabile del diritto internazionale. Tale obbligo, come ha chiarito la Corte internazionale di giustizia nel caso Bosnia v. Serbia (2007), si attiva “non solo quando il genocidio è già in corso, ma non appena uno Stato apprende o avrebbe dovuto apprendere dell’esistenza di un rischio serio di genocidio”.
L’obbligo di prevenzione comporta per lo Stato l’impegno a porre in essere “tutte le misure ragionevolmente disponibili” per evitare la commissione del crimine, anche quando tali misure non garantiscano il risultato.
Nel caso specifico di Gaza, a partire dal 26 gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia ha emesso la prima di tre ordinanze cautelari nel procedimento intentato dal Sudafrica contro Israele, riconoscendo l’esistenza di un rischio reale e imminente di atti di genocidio nella Striscia di Gaza. In quelle decisioni, la Corte ha imposto a Israele obblighi specifici per prevenire danni irreparabili alla popolazione palestinese, sottolineando tra le altre cose, la necessità di garantire l’accesso agli aiuti umanitari e di evitare qualsiasi atto riconducibile agli elementi del crimine di genocidio.
Le misure cautelari delle Corte sono vincolanti non solo per Israele ma anche per gli Stati terzi. È dunque da quel momento che l’Italia -così come ogni altro Stato contraente- si è trovata formalmente a conoscenza dell’esistenza di un rischio grave e concreto di genocidio a Gaza, e quindi obbligata giuridicamente ad agire.
In questo contesto, la continuazione dell’esportazione di armi da guerra, componenti per armamenti pesanti, munizioni, sostanze ad alto potenziale esplosivo come il nitrato di ammonio, cordoni detonanti ed isotopi radioattivi, verso Israele da parte dell’Italia costituisce una violazione manifesta dell’obbligo di prevenzione del genocidio. Si tratta di materiali in grado di ragionevolmente contribuire alla commissione delle violazioni del diritto internazionale nei confronti della popolazione palestinese di Gaza. Come indicato dalla giurisprudenza della Cig, non è necessario che l’assistenza sia determinante per configurare la violazione dell’obbligo: è sufficiente che lo Stato non abbia adottato tutte le misure a sua disposizione per evitarla.
Tra queste misure che l’Italia avrebbe dovuto adottare per adempiere agli obblighi di prevenzione vi è sicuramente l’imposizione immediata di un embargo sugli armamenti, ma anche l’interruzione delle esportazioni dual use, la sospensione di accordi logistici o formativi con l’esercito israeliano e l’avvio di una revisione sistemica delle licenze in essere. Al contrario, l’Italia ha giustificato la prosecuzione delle forniture con il fatto che si trattava di licenze rilasciate prima del 7 ottobre. Tale argomentazione, tuttavia, è assolutamente irrilevante per il diritto internazionale: l’obbligo di prevenzione richiede che ogni fornitura sia bloccata alla luce del plausibile genocidio a Gaza.
Infine, è doveroso ricordare che la responsabilità non può essere mitigata neppure dall’asserita mancanza di influenza dell’Italia sull’operazione militare nella Striscia di Gaza: come ha osservato la Corte internazionale di giustizia nel 2007, il dovere di prevenzione è modulato secondo la capacità dello Stato di agire, ma si applica a tutti, anche quando l’influenza è limitata. E nel caso dell’Italia, che intrattiene rapporti economici, industriali e militari consolidati con Israele, non si può parlare certo di influenza trascurabile.
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[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."