Articolo pubblicato originariamente su Prisoners For Palestine. Traduzione di Veronica Bianchini per Bocche Scucite
Da questa mattina a colazione il ventisettenne Kamran Ahmed, detenuto nel carcere londinese di Pentoville, è il sesto prigioniero ad essersi unito allo sciopero della fame nazionale lanciato dai Prisoners for Palestine (PFP – Prigionieri per la Palestina). Lo sciopero di protesta è iniziato il 2 novembre con Qesser Zuhrah e Amu Gibb, che nel carcere di Bronzefield, nel Kent, hanno rifiutato di alimentarsi. A loro si sono presto uniti Heba Muraisi, nel carcere di New Hall, Jon Cink, a Bronzefield, T Hoxha, detenuta a Peterborough e ora Kamran Ahmed.
Lo sciopero della fame a rotazione è stato indetto dai prigionieri per protestare contro la prolungata detenzione senza processo e per dare forza e visibilità alle richieste che hanno formulato; tra le altre il diritto a essere giudicati con un processo giusto, a essere rilasciati su cauzione e la revoca della messa al bando di Palestine Action.
Kamran è stato arrestato il 19 novembre 2024 nel corso di un drammatico blitz effettuato all’alba dalla polizia antiterrorismo. In quell’occasione i genitori anziani sono stati maltrattati e il giovane è stato arrestato in forza dei poteri speciali conferiti alla polizia dal Terrorism Act. Pur non essendo stato accusato di reati di terrorismo, Kamran si è visto negare la libertà su cauzione ed è rimasto in carcere dal giorno del suo arresto: il processo è previsto a giugno del 2026.
Come gli altri membri del Filton 24, che hanno tutti subito lo stesso trattamento, Kamran è accusato di aver partecipato a un’incursione organizzata da Palestine Action in uno stabilimento della Elbit Systems che ha sede a Filton, nei pressi di Bristol. La Elbit Systems è la più grande società israeliana di armi, nonché il principale fornitore di droni killer impiegati dal governo israeliano nel genocidio in corso a Gaza. Per questo motivo i partecipanti allo sciopero della fame chiedono a viva voce che le fabbriche britanniche della Elbit siano chiuse definitivamente.
Prima di unirsi allo sciopero della fame, Kamran Ahmed ha dichiarato: “Il 10 novembre, se Dio vuole, inizierò il mio sciopero della fame, in linea con le richieste che abbiamo formulato, ma anche in solidarietà con quanti stanno vivendo un periodo di custodia preventiva più duro del mio. Spero che il governo riconsideri la decisione di giudicarci con un processo iniquo e ci permetta di spiegare le nostre ragioni davanti a una giuria, perché credo sinceramente che nessuna persona ragionevole possa condannarci”.
Due settimane prima dell’inizio dello sciopero della fame, Prisoners for Palestine ha scritto al ministro dell’Interno britannico, Shabana Mahmood, presentando un elenco completo delle richieste dei detenuti. Nonostante il numero dei prigionieri che si uniscono alla protesta cresca di giorno in giorno, non c’è stata ancora alcuna risposta ufficiale da parte del governo britannico. La reazione in alcune delle prigioni dove si trovano i prigionieri in sciopero della fame, d’altra parte, è stata meschina e vendicativa, in quanto la loro libertà di movimento è stata ulteriormente limitata, altri prigionieri hanno ricevuto minacce e la salute dei partecipanti allo sciopero della fame è stata trattata con cinico disprezzo. Prisoners For Palestine conta di organizzare proteste davanti a diverse carceri nel prossimo fine settimana.
La portavoce del gruppo, Francesca Nadin, ha dichiarato: “Sempre più detenuti si uniscono allo sciopero della fame collettivo, chiedendo giustizia e la chiusura di Elbit Systems. Elbit Systems è lo stesso trafficante di morte che usando i nefasti rapporti che ha con lo stato britannico ha fatto sì che gli attivisti fossero rinchiusi. Il sacrificio dei prigionieri è nobile e gode del pieno appoggio della popolazione. In solo pochi giorni abbiamo assistito a mobilitazioni e azioni di solidarietà in tutto il mondo, e la pressione posta sullo Stato britannico non farà che aumentare fino a quando non potrà che arrendersi alle nostre richieste in tutto e per tutto ragionevoli”.
Per informazioni e approfondimenti:

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."