Articolo originariamente pubblicato da +972 magazine
Negli ultimi sei mesi, Ahmad Al-Bazz ha viaggiato per il paese, documentando ciò che resta delle centinaia di villaggi, paesi e città distrutti durante la Nakba.
Di Ahmad Al-Bazz 15 maggio 2022
Negli ultimi sei mesi, ho dedicato gran parte del mio tempo a girare e a documentare gli oltre 500 villaggi palestinesi nella Palestina Mandataria che furono spopolati durante la Nakba nel 1948 e successivamente distrutti dallo stato israeliano. Lo scopo era sia quello di aumentare la mia conoscenza che di testimoniare la portata della distruzione causata a queste comunità come conseguenza del progetto coloniale sionista.
È stata una eccezionale opportunità per uno come me, che per la prima volta ha ricevuto un permesso a lungo termine dalle autorità militari israeliane. In qualità di palestinese residente in Cisgiordania con una carta d’identità verde, rilasciata congiuntamente dal Ministero della Difesa israeliano e dall’Autorità Palestinese, in genere mi è permesso viaggiare solo in alcune parti della Cisgiordania, che costituisce il 18% del paese.
Testimoniare in prima persona ciò che noi palestinesi abbiamo subìto è stata un’esperienza emotiva. In quasi tutte le città israeliane all’interno della Linea Verde, o almeno accanto a loro, si trova un villaggio palestinese che è stato cancellato da Israele. Passeggiando per il paese, ho visto cimiteri circondati da recinzioni elettriche, moschee utilizzate come stalle per animali, case trasformate in villaggi di artisti e molte altre forme di espropriazione.
La conseguenza è evidente: siamo una nazione che ha perso quasi la metà dei propri villaggi a causa della colonizzazione, mentre circa la metà della nostra popolazione è costituita da rifugiati.
Le foto qui sotto non dovrebbero essere viste come storie sul passato, almeno finché i palestinesi sono costretti a rimanere rifugiati mentre gli ebrei di tutto il mondo hanno il diritto di stabilirsi in Palestina e ricevere la piena cittadinanza israeliana; fintanto che il trasferimento forzato e la deportazione minacciano ancora decine di migliaia di palestinesi sopravvissuti alle prime fasi della pulizia etnica, dalla Cisgiordania al Negev a Jaffa e Haifa.
I resti del villaggio agricolo di Byarat Hanun. Sullo sfondo si può vedere lo stadio della città di Netanya. (Ahmad Al-Bazz)
Una casa del villaggio spopolato di Deir al-Qasi nell’Alta Galilea. (Ahmad Al-Bazz)
Una chiesa palestinese vista nel centro della città di Migdal HaEmek in Galilea. (Ahmad Al-Bazz)
Un cartello ebraico recita “L’accesso è vietato. La violazione è a proprio rischio” su una recinzione che circonda il cimitero del villaggio di Bisan, oggi noto come Beit She’an, nella Valle del Giordano. (Ahmad Al-Bazz
I resti del villaggio di Tantura, tra gli edifici del Kibbutz Nachsholim, a sud di Haifa. (Ahmad Al-Bazz)
Gli edifici di Tirat HaCarmel si affacciano sul cimitero palestinese del villaggio spopolato di al-Tira, a sud di Haifa. (Ahmad Al-Bazz)
Il maqam e la moschea recintati del villaggio spopolato di Sheikh Ibriq, a est di Haifa. (Ahmad Al-Bazz)
Un’aula appartenente ad una scuola elementare nel villaggio di al-Salihia, nell’alta Galilea. (Ahmad Al-Bazz)
Una casa palestinese nella città di Ijzim, a sud di Haifa, dove è stato costruito il moshav di Kerem Maharal. Alcuni dei residenti israeliani del moshav continuano a vivere in case palestinesi ristrutturate fino ad oggi. (Ahmad Al-Bazz)
Il maqam appartenente al villaggio spopolato di Nabi Yusha, nell’alta Galilea.
Nel centro di Haifa si vede un quartiere palestinese. Dopo il 1948, il 95% dei residenti palestinesi di Haifa fu espulso o fuggì dalla città: su circa 73.000 palestinesi, solo 3.000 riuscirono a rimanere in città. (Ahmad Al-Bazz)
Una chiesa danneggiata si vede nel villaggio di al-Bassa, a nord. La maggior parte dei suoi residenti sono oggi rifugiati che vivono nei campi in Libano. (Ahmad Al-Bazz)


[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."