Articolo pubblicato originariamente su Pagine Esteri
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ORE 13.10
Le autorità israeliane hanno riconosciuto l’esistenza di un piano dell’intelligence per deportare tutti i residenti della Striscia di Gaza – 2 milioni e duecentomila persone circa- nella contigua penisola del Sinai, un territorio desertico dell’Egitto. Lo riferisce l’agenzia Associated Press, sottolineando che l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha minimizzato la portata del piano sostenendo che è solo “un’ipotesi di studio”. Il governo egiziano ha più volte ribadito che è completamente contrario a un piano che era già trapelato nelle scorse settimane. Sabato scorso il presidente egiziano al-Sisi ha ribadito la propria contrarietà a “qualsiasi tentativo di liquidare la questione palestinese con mezzi militari o attraverso lo sfollamento forzato dei palestinesi dalla loro terra, che avverrebbe a spese dei Paesi della regione”.
“Una coalizione internazionale per assumere la responsabilità di garantire la sicurezza nella Striscia di Gaza dopo la guerra”. È la proposta contenuta in un documento dell’Unione Europea, secondo la Tv Al-Arabiya.
ORE 12.45
Il bilancio delle vittime dei bombardamenti israeliani a Gaza è salito a 8.525 morti, inclusi 3.542 bambini. Lo riferiscono le fonti sanitarie del territorio palestinese.
L’esercito israeliano ha affermato che dall’area del Mar Rosso è stato lanciato un missile contro Israele che è stato intercettato dal sistema di contraerea.
ORE 11.30
Il quotidiano israeliano Haaretz rende noto che l’esercito israeliano ha arrestato 38 palestinesi in Cisgiordania, tra cui 8 presunti membri di Hamas, incluso un presunto dirigente dell’organizzazione. Secondo l’esercito i militari hanno confiscato armi e nella città di Qabatiya, a sud di Jenin, sarebbero stati attaccati con esplosivi. L’esercito è entrato in azione anche nei campi profughi di Betlemme, dove sono scoppiati scontri con gli abitanti che avrebbero lanciato bottiglie incendiarie contro le jeep militari.
I ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato droni verso Israele come rappresaglia per i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Lo ha detto all’Afp un dirigente del movimento sciita. “Questi droni appartengono allo stato dello Yemen”, ha detto Abdelaziz bin Habtour, primo ministro del governo Houthi, quando gli è stato chiesto dei droni lanciati verso Eilat, nel sud di Israele.
ORE 11.10

Un palestinese di 70 anni, Rawhi Rashid Sawafta, è stato ucciso dalle forze di occupazione israeliane nel villaggio di Tubas, nella Cisgiordania settentrionale. Gli scontri sono iniziati, spiega l’agenzia di stampa Wafa, quando militari israeliani in borghese hanno circondato un’abitazione. Altri sette palestinesi sono stati feriti.
Fonti mediche palestinesi hanno poi reso noto che un adolescente di 14 anni, Mohammad Abdul Qadir Al-Kharaz (nella foto) è morto a causa delle ferite riportate ieri durante l’assalto delle forze israeliane al villaggio di Zawata, a ovest di Nablus. Sale così a 124 il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre dai militari di Israele e dai coloni.
Sono diventati 64 i dipendenti dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, che sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dai bombardamenti israeliani. Lo denuncia Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, dicendo che la Striscia di Gaza è diventata ”disumanizzata” e che il cessate il fuoco è una questione di vita o di morte. Lazzarini ha quindi accusato Israele di aver messo in atto una ”punizione collettiva” della popolazione della Striscia di Gaza, costringendola a trasferirsi al sud dell’enclave palestinese, che comunque è stata ripetutamente bombardata negli ultimi giorni.
Le sirene di allarme hanno suonato anche questa mattina nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia di Gaza. Nel corso dell’ultimo attacco una casa nel kibbutz Nirim è stata centrata: non si segnalano vittime.
ORE 10.40
Il deputato del Partito Conservatore britannico Paul Bristow è stato destituito dal suo incarico presso il Ministero della Scienza, dell’Innovazione e della Tecnologia per aver espresso pubblicamente la necessità di un cessate il fuoco a Gaza.
Il senatore democratico statunitense Bernie Sanders ha chiesto alle autorità israeliane di non impiegare i fondi provenienti dalle tasche dei contribuenti statunitensi concessi a Tel Aviv da Washington “per ammazzare migliaia di civili innocenti a Gaza”.
Dal 7 ottobre in Israele sono state registrate 174.453 richieste di licenze per il possesso di armi da fuoco. Secondo Ynetnews il ministero della Sicurezza nazionale ha dichiarato che le autorità ricevono una media di 10.000 nuove richieste ogni giorno, mentre prima del 7 ottobre il numero si aggirava intorno alle 850 a settimana.
ORE 10.00
La direttrice esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), Catherine Russell, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell’Onu che a Gaza l’acqua dolce e pulita è praticamente esaurita. “C’è solo un impianto di desalinizzazione in funzione e solo al 5% della capacità, mentre tutti e sei gli impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza sono ora non operativi a causa della mancanza di carburante o energia elettrica”, ha spiegato Russell. “La mancanza di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari sicuri è sul punto di diventare una catastrofe”, ha sottolineato avvertendo che “a meno che l’accesso all’acqua pulita non venga ripristinato urgentemente, sempre più civili, compresi i bambini, si ammaleranno o moriranno di disidratazione o di malattie”.
Questa mattina in una dichiarazione il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha “energicamente” condannato la violenza dei coloni israeliani contro la popolazione civile palestinese in Cisgiordania.
Ieri sera alcuni coloni israeliani hanno appiccato il fuoco a una casa in un villaggio della Cisgiordania nella zona di Masafer Yatta. Uno degli abitanti del villaggio ha detto al quotidiano israeliano Haaretz che un gruppo di persone è entrato nel villaggio a sud di Hebron, ha dato fuoco all’abitazione ed è scappato. In un altro episodio nella stessa zona, alcuni coloni sarebbero arrivati nel villaggio di Tuba lanciando pietre contro la gente del posto per poi andare via.
ORE 9.30
L’esercito di Tel Aviv ha nuovamente aggiornato il numero degli ostaggi israeliani e stranieri che si trovano nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre nel sud di Israele, fissandolo a 240.
Sono diventati 31 i giornalisti uccisi dal 7 ottobre. Lo denuncia il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj) secondo cui tra le vittime si contano 26 palestinesi, quattro israeliani e un libanese.
Il Pentagono informa che sta inviando armi a Israele praticamente ogni giorno. Lo ha detto ieri sera ai giornalisti la vice addetta stampa del Dipartimento della Difesa americano Sabrina Singh. Nonostante il numero crescente di vittime civili “non stiamo ponendo alcun limite al modo in cui Israele usa le armi”, ha detto la Singh. “Spetta davvero solo alle forze di difesa israeliane usarle e decidere come condurranno le loro operazioni”.
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L’operazione militare di terra delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza prosegue e si allarga gradualmente, impegnando un numero sempre maggiore di truppe e di unità corazzate, mentre dal cielo continuano a piovere missili e bombe su un territorio ormai devastato. Dal 7 ottobre 8.306 palestinesi sono stati uccisi, tra cui 3.457 bambini.
Israele sembra stia concentrando i bombardamenti attorno e sugli ospedali, per convincere la popolazione palestinese che ancora resiste nel centro e nel nord di Gaza ad evacuare verso sud, lasciando così campo libero alle truppe (e per creare una “fascia di sicurezza” svuotata della popolazione palestinese, affermano varie fonti dello stesso establishment israeliano). Resta sotto tiro l’area intorno all’ospedale Al Quds, situato in una delle zone più martoriate, Tell al Hawa (Gaza city), che ospita al momento 4.000 pazienti e 14.000 sfollati. Danneggiato da una bomba anche l’ospedale oncologico turco, mentre nuove intimazioni ad evacuare sono state rivolte allo Shifa Hospital, il più grande della Striscia.
Circa 50 persone tra cui molti bambini sono state uccise stanotte da nuovi raid aerei dell’esercito di Israele. Nella città meridionale di Rafah almeno 27 persone sono morte in due diversi attacchi contro edifici residenziali. Altre 18 persone hanno perso la vita in un bombardamento sulla zona di Al Zawaida e sette nel quartiere di Al Zaytoun. Tre persone tra cui un bimbo di 6 anni sono state uccise in un altro raid nella parte settentrionale della Striscia. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, il numero delle vittime è destinato ad aumentare e diverse persone sono ancora intrappolate tra le macerie degli edifici bombardati.
«C’è un tempo per la pace e uno per la guerra: questo è il tempo della guerra» ha detto ieri il primo ministro dello “stato ebraico”, Benjamin Netanyahu che utilizzando toni da “guerra di civiltà” ieri ha annunciato la “terza fase” delle operazioni militari per “mettere fine ad Hamas”, escludendo ogni possibilità di cessate il fuoco anche solo temporaneo per fini umanitari. Le richieste di cessate il fuoco, ha affermato, «sono un invito rivolto a Israele ad arrendersi a Hamas, ad arrendersi al terrorismo, ad arrendersi alla barbarie. Questo non accadrà».
Già ieri le truppe israeliane hanno attaccato e occupato alcune porzioni di Gaza City e di altre aree centrali della Striscia, con l’intento di tagliare in due l’enclave palestinese assediata e bombardata ormai da più di 3 settimane.
Le truppe israeliane rivendicano la distruzione di circa 300 obiettivi nel corso della notte. Secondo il portavoce militare di Tel Aviv, Jonathan Conricus, l’esercito israeliano sta «colpendo in tutte le parti”». Grazie alle informazioni fornite dai servizi segreti giordani e dallo Shin Bet, ieri sera un raid aereo avrebbe ucciso il comandante del battaglione Beit Lahia delle Brigate Ezzedine al-Qassam, Nasim Abu Ajina, che il 7 ottobre avrebbe guidato l’assalto al kibbutz di Erez.
a parte sua il braccio militare di Hamas ha rivendicato il bombardamento delle forze di fanteria israeliane vicino a Kerem Shalom, nel sud della Striscia.
Più a nord proseguono e sembrano intensificarsi gli scambi tra le forze armate israeliane e le milizie di Hezbollah. Queste ultime hanno continuato anche durante la notte a bersagliare le postazioni israeliane e Tel Aviv ha fatto lo stesso con quelle del movimento sciita libanese.
A sud invece le autorità israeliane hanno denunciato l’intrusione nello spazio aereo di un drone nell’area di Eilat, sul Mar Rosso.

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."