Articolo pubblicato originariamente da MSF. Traduzione a cura della redazione di Bocche Scucite. Foto di copertina: Vista del devastato campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Palestina, novembre 2024. Themba Linden/OCHA
Gli attacchi militari israeliani ripetuti contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, l’assedio e l’ostruzionismo sistematico dell’assistenza umanitaria stanno distruggendo le condizioni stesse della vita a Gaza, secondo un nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF), intitolato “Gaza: la vita in una trappola mortale”. MSF rinnova il suo appello a tutte le parti per un cessate il fuoco immediato, al fine di salvare vite umane e consentire l’arrivo dell’assistenza umanitaria. Israele deve interrompere gli attacchi mirati o indiscriminati contro i civili, e i suoi alleati devono agire senza indugio per proteggere la vita dei palestinesi e far rispettare le regole della guerra.
«Gli abitanti di Gaza lottano per sopravvivere in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c’è via d’uscita in questa enclave in rovina», ha dichiarato Christopher Lockyear, segretario generale di MSF, che si è recato a Gaza all’inizio dell’anno.
Il nord del territorio, in particolare il campo di Jabalia, subisce un nuovo assedio di estrema violenza dal 6 ottobre 2024.
«La recente offensiva militare nel nord è un esempio della guerra spietata condotta dalle forze israeliane contro Gaza, e vediamo chiari segni di pulizia etnica mentre i palestinesi vengono sfollati con la forza, intrappolati e bombardati», ha affermato Lockyear.
«Ciò che le nostre squadre mediche hanno osservato sul campo durante tutto il conflitto corrisponde alle descrizioni di un numero crescente di esperti legali e organizzazioni che concludono che è in corso un genocidio a Gaza. Sebbene non abbiamo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, i segni di pulizia etnica e la distruzione in corso, inclusi massacri, gravi ferite fisiche e psicologiche, sfollamenti forzati e condizioni di vita impossibili per i palestinesi assediati e bombardati, sono innegabili.»
MSF chiede agli Stati, in particolare ai più stretti alleati di Israele, di porre fine al loro sostegno incondizionato a Israele e di adempiere al loro obbligo di prevenire un genocidio a Gaza. Circa un anno fa, il 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) ha chiesto a Israele di adottare “tutte le misure in suo potere per prevenirne la commissione, inclusa l’annullamento degli ordini e delle misure di divieto o restrizione (…) di accesso all’aiuto umanitario, in particolare per quanto riguarda i bisogni di carburante, ripari, vestiti, igiene e sanità; assistenza e forniture mediche”. Le autorità israeliane non hanno preso alcuna misura significativa per conformarsi all’ordinanza della Corte. Al contrario, continuano a impedire a MSF e ad altre organizzazioni umanitarie di fornire assistenza vitale alle persone intrappolate nell’assedio e nei bombardamenti.
In quanto potenza occupante, Israele ha la responsabilità di garantire l’arrivo rapido, senza ostacoli e in sicurezza degli aiuti a un livello sufficiente per rispondere ai bisogni della popolazione. Invece, il blocco e le continue ostruzioni hanno reso quasi impossibile l’accesso degli abitanti di Gaza ai beni essenziali. Allo stesso tempo, Israele ha deciso di vietare l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente), che è il principale fornitore di aiuti, cure e altri servizi vitali per i palestinesi. Gli Stati devono usare la loro influenza per alleviare le sofferenze della popolazione e consentire un aumento massiccio degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
In risposta agli attacchi atroci condotti da Hamas e altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre 2023, durante i quali sono state uccise 1.200 persone e 251 prese in ostaggio, le forze israeliane stanno schiacciando l’intera popolazione di Gaza sotto bombe e macerie. Questa guerra totale ha ucciso oltre 45.000 persone, secondo il Ministero della Salute, tra cui otto dipendenti di MSF. Il numero di decessi legati alla guerra è probabilmente molto più alto a causa del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell’accesso molto limitato a cibo, acqua e ripari.
«Da più di un anno, il nostro personale medico a Gaza è testimone di una campagna incessante delle forze israeliane caratterizzata da distruzione, devastazione e disumanizzazione massicce», ha dichiarato Lockyear. «Palestinesi sono stati uccisi nelle loro case o nei loro letti d’ospedale. Sono stati più volte costretti con la forza a spostarsi in aree che non sono né sicure né salubri. Le persone non riescono nemmeno a trovare i beni di prima necessità come cibo, acqua potabile, medicinali e sapone nel contesto di un assedio e di un blocco punitivi.»
Durante l’anno di conflitto trattato dal rapporto, il personale di MSF ha subito 41 attacchi e gravi incidenti, tra cui raid aerei, bombardamenti e incursioni violente in strutture sanitarie; attacchi diretti contro rifugi e convogli dell’organizzazione; detenzioni arbitrarie da parte delle forze israeliane. Il personale medico e i pazienti di MSF sono stati costretti a evacuare ospedali e centri di cura 17 volte. Inoltre, le parti in conflitto hanno condotto attività militari nei pressi di strutture mediche, mettendo in pericolo pazienti, accompagnatori e personale sanitario.
Negli ultimi 12 mesi, le ferite fisiche e mentali dei palestinesi si sono accumulate e i bisogni sono cresciuti continuamente. Le strutture sostenute da MSF hanno effettuato almeno 27.500 consultazioni e 7.500 interventi chirurgici. Le ferite di guerra e le malattie croniche peggiorano a causa della mancanza di accesso ai servizi sanitari e ai farmaci essenziali. Lo sfollamento forzato del 90% della popolazione di Gaza ha portato le persone a vivere in condizioni insalubri, dove le malattie si diffondono rapidamente. Di conseguenza, le équipe di MSF curano un gran numero di infezioni cutanee, respiratorie e diarree, che dovrebbero aumentare con l’abbassamento delle temperature invernali. I bambini non vengono vaccinati, rendendoli vulnerabili a malattie come il morbillo e la poliomielite. MSF ha osservato un aumento dei casi di malnutrizione, ma è impossibile effettuare uno screening completo della malnutrizione a Gaza a causa dell’insicurezza generalizzata.
Mentre le possibilità di cure mediche diminuiscono a Gaza, Israele ha reso ancora più difficili le evacuazioni mediche. Tra la chiusura del valico di Rafah a inizio maggio 2024 e settembre 2024, le autorità israeliane hanno autorizzato l’evacuazione di soli 229 pazienti, pari all’1,6% di quelli che ne avevano bisogno.
Ad ottobre 2024, la quantità di forniture per l’intera Striscia di Gaza ha raggiunto il livello più basso da ottobre 2023, con una media giornaliera di 37 camion umanitari, ben al di sotto dei 500 camion umanitari quotidiani prima del 7 ottobre 2023. MSF chiede a Israele di porre fine al suo assedio sul territorio e di aprire i confini terrestri, incluso il valico di Rafah, per consentire un massiccio aumento degli aiuti umanitari e medici.
Deve essere garantito anche un accesso immediato e sicuro al nord di Gaza per permettere l’arrivo di aiuti umanitari e forniture mediche agli ospedali.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…