Giornalisti nel mirino: il nuovo progetto “The Gaza project”

Articolo pubblicato originariamente sulla newsletter di Internazionale sul Medio Oriente a cura di Francesca Gnetti

“Dovevamo unirci. Dovevamo lavorare insieme per informare l’opinione pubblica. Dall’inizio della guerra d’Israele a Gaza in seguito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, più di cento giornalisti e lavoratori dell’informazione sono stati uccisi”. Con queste parole Laurent Richard, giornalista e fondatore di Forbidden Stories, un collettivo investigativo che porta avanti il lavoro di reporter minacciati, imprigionati o uccisi nel mondo, presenta The Gaza project, un’inchiesta condotta da cinquanta giornalisti di tredici mezzi d’informazione nel corso di quattro mesi per indagare sull’uccisione dei giornalisti nella Striscia e sulle minacce e sugli arresti mirati nei confronti di quelli che lavorano in Cisgiordania.


L’inchiesta è stata pubblicata ieri su vari giornali, tra cui il tedesco Der Spiegel, il francese Le Monde, il britannico The Guardian, il gruppo editoriale arabo con sede in Giordania Arij e altri. Si basa sull’analisi di migliaia di ore d’immagini e suoni relativi a situazioni in cui i giornalisti palestinesi sono stati uccisi o feriti e sulla revisione delle traiettorie balistiche e della cronologia degli eventi, i cui risultati sono stati poi confrontati con le informazioni dal terreno. La conclusione, riassume Richard nella sua presentazione, è che “i giornalisti sopravvissuti a Gaza sanno da tempo che i loro giubbotti ‘stampa’ non li proteggono. Peggio, potrebbero esporli ancora di più”.

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