Valle Del Giordano: pecore rubate e proprietari arrestati a Khirbet Hammamat Al-Maleh

Articolo pubblicato originariamente dal Jordan Valley Solidarity Movement

Foto di copertina: I palestinesi controllano le pecore ferite dopo l’attacco dei coloni a una comunità beduina nella valle del Giordano, nella Cisgiordania occupata da Israele, il 18 luglio 2025. REUTERS/Ali Sawafta

Nel mezzo del brutale massacro perpetrato dalle bande di coloni – sotto la protezione e il sostegno dell’esercito di occupazione nella zona di Hammamat Al-Maleh, nella parte settentrionale della Valle del Giordano – il crimine non si è limitato al massacro delle pecore e al terrore inflitto alle famiglie. Ha preso di mira direttamente due cittadini: Suleiman Salem e Salem Salman della comunità beduina di Al-Najada.

Le pecore trovate massacrate, decine di esemplari, erano di loro proprietà privata, uccise a sangue freddo, alcune con colpi di arma da fuoco e altre pugnalate con coltelli, in una scena che va oltre i limiti della barbarie. Dopo aver commesso questo crimine, l’occupazione non si è limitata alla complicità, ma ha arrestato i due pastori, Suleiman e Salem, gettandoli in prigione e lasciando le loro famiglie nell’impotenza, nella paura e nella privazione. Anche agli attivisti internazionali è stato impedito di raggiungere la casa di Suleiman e Salem.

I due uomini avevano cercato di difendere il loro sostentamento e la loro terra dall’arroganza del potere, ma il risultato è stato il massacro del loro gregge e l’arresto dei pastori. Non è stato loro permesso nemmeno di documentare ciò che era accaduto e sono stati portati in un luogo sconosciuto, mentre le loro famiglie sono state lasciate senza protezione e senza sostentamento.

Questo crimine rappresenta un altro aspetto della lenta pulizia etnica praticata dalle autorità di occupazione nella Valle del Giordano contro agricoltori, pastori e contadini, con l’obiettivo di svuotare la terra della sua popolazione e prepararla all’annessione e all’insediamento.

La scena straziante delle pecore massacrate sulle montagne – ammucchiate le une sulle altre, con il sangue che lava le pietre della terra – non è solo una violazione, ma un grido di protesta di fronte a un mondo silenzioso, e un marchio di vergogna sulla fronte di tutti coloro che vedono e rimangono in silenzio.

Questo non è solo un massacro di pecore… È un massacro di vita, un massacro di dignità, un massacro di esistenza.

 

 

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