Articolo pubblicato originariamente su Onu Italia
“Il rapporto presentato dalla relatrice speciale Francesca Albanese è totalmente privo di credibilità e imparzialità. Come Italia, non ne siamo sorpresi. Il contenuto del dossier eccede palesemente il mandato specifico del relatore speciale, che non include indagini su presunte violazioni commesse da altri Stati o entità, né giudizi sulla cooperazione tra Paesi terzi e la Cpi”. Lo ha detto l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano all’Onu, intervenendo in Terza Commissione dell’Assemblea generale. L’Italia è tra i 63 Stati accusati dalla Albanese di “essere complici del genocidio a Gaza”.
“Ancora più preoccupante è il totale disprezzo – in particolare negli ultimi mesi – del codice di condotta per i relatori speciali, che include principi di buon senso come integrità, imparzialità e buona fede. Questi sono il fondamento di qualsiasi rapporto credibile, dell’attuazione del mandato e delle Nazioni Unite stesse”, ha
aggiunto Massari, precisando che “il codice di condotta invita i relatori a garantire che le loro opinioni politiche personali non pregiudichino l’esecuzione della loro missione e a mostrare moderazione, moderazione e discrezione per non compromettere il riconoscimento della natura indipendente del loro mandato”.
L’Ambasciatore italiano ha aggiunto che “ci sono ampie prove online e nelle sue interviste che Albanese non può essere considerata imparziale”. Massari non ha voluto commentare il dossier ma ha chiesto ad Albanese se “ritiene che questo rapporto e il dibattito odierno contribuiscano a sostenere gli attuali sforzi per la pace e la ricostruzione a Gaza o ad alleviare le sofferenze dei civili? Sarebbe un tragico paradosso se l’Onu fosse percepita come un’organizzazione che mina la pace anziché promuoverla”.
Le accuse della Albanese a 63 Paesi di essere complici del “genocidio” israeliano a Gaza hanno suscitato proteste: oltre all’Italia e all’Ungheria, Israele ha definito la relatrice speciale “una strega fallita”. La bufera è scoppiata dopo che la Albanese, in videoconferenza, ha presentato alla Terza commissione, quella che si occupa di diritti umani, un rapporto di 24 pagine, datato 20 ottobre, in cui esamina il ruolo di diversi Paesi (in primis gli Stati Uniti che l’hanno messa sotto sanzioni) nel “crimine collettivo” del “genocidio” nel territorio occupato da Israele, che Israele dopo il 7 ottobre ha “strangolato, affamato e distrutto”. La giurista italiana non puo’ recarsi a New York e ha parlato dal Sudafrica, dove si trova per la Nelson Mandela Annual Lecture.
“Attraverso azioni illecite e omissioni deliberate, troppi Stati hanno armato, fondato e protetto l’apartheid militarizzato di Israele, permettendo alla sua impresa coloniale di insediamento di metastatizzare in genocidio, il crimine ultimo contro il popolo indigeno della Palestina”, ha affermato la Albanese secondo cui genocidio è stato reso possibile tramite protezione diplomatica nei “fori internazionali destinati a preservare la pace”, legami militari che vanno dalla vendita di armi agli addestramenti congiunti che “hanno alimentato la
macchina genocida”, la militarizzazione non contestata degli aiuti e il commercio con entità come l’Unione Europea, che aveva sanzionato la Russia per l’Ucraina ma continuava a fare affari con Israele.
Il rapporto, basato su documenti Onu e 40 contributi da enti governativi e non governativi, analizza come l’”atrocità trasmessa in diretta” sia stata facilitata da Stati terzi, concentrandosi sul ruolo degli Usa, che hanno fornito “copertura diplomatica” a Israele. La complicità degli altri stati si è realizzata anche continuando le forniture belliche e facilitando il transito di armi e materiali essenziali attraverso i loro porti e aeroporti verso Israele. Nella lista oltre all’Italia ci sono Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Austria,
Irlanda, Turchia, vari Stati arabi e musulmani, tra cui l’Egitto, Paese mediatore che ha mantenuto “significative relazioni economiche e di sicurezza con Israele”.
Nel corso della riunione Navi Pillay, la presidente di una commissione indipendente che indaga sulle presunte violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha detto che Israele ha commesso “quattro atti di genocidio” a Gaza, mentre i suoi leader hanno “incitato a commettere il genocidio”. La Pillay ha detto che le sue conclusioni si basano su un’analisi giuridica condotta ai sensi della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Pillay ha aggiunto che piani per la deportazione della popolazione, la costruzione di insediamenti e l’annessione del territorio sono stati pubblicamente approvati da funzionari israeliani e, sebbene il cessate il fuoco abbia sospeso temporaneamente tali politiche, “dichiarazioni recenti di funzionari israeliani chiariscono che questi obiettivi restano saldamente in vigore”.
Agli attacchi che le sono stati rivolti, la Albanese ha reagito “sorpresa” che l’Italia, suo Paese d’origine, “si sia unito a questo coro privo di fondamento”. All’ambasciatore israeliano Danny Danon ha contestato che “se la cosa peggiore di cui mi può accusare è la stregoneria, la accetto. Ma stia certo che se avessi il potere di fare incantesimi, non lo userei per vendetta ma per fermare i vostri crimini una volta per tutte e per assicurarmi che i responsabili finiscano dietro le sbarre”. (@OnuItalia)

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."