Dichiarazione congiunta di 8 agenzie dell’ONU sulla carenza di carburante a Gaza

Articolo pubblicato originariamente da OCHA, UNDP, UNFPA, UNICEF, UNOPS, UNRWA, WFP and WHO. Traduzione a cura di Bocche Scucite

Le Nazioni Unite avvertono che la carenza di carburante a Gaza ha raggiunto livelli critici.

Il carburante è la spina dorsale della sopravvivenza a Gaza. Alimenta gli ospedali, i sistemi idrici, le reti fognarie, le ambulanze e ogni aspetto delle operazioni umanitarie. Le forniture di carburante sono necessarie per muovere la flotta utilizzata per il trasporto di beni essenziali attraverso la Striscia e per far funzionare la rete di panetterie che producono pane fresco per la popolazione colpita. Senza carburante, queste linee di vita svaniranno per 2,1 milioni di persone.

Dopo quasi due anni di guerra, la popolazione di Gaza sta affrontando difficoltà estreme, tra cui una diffusa insicurezza alimentare. L’esaurimento del carburante comporta un nuovo, insopportabile fardello per una popolazione che rischia di morire di fame.

Senza carburante adeguato, le agenzie delle Nazioni Unite che rispondono a questa crisi saranno probabilmente costrette a interrompere completamente le loro operazioni, con un impatto diretto su tutti i servizi essenziali a Gaza. Ciò significa niente servizi sanitari, niente acqua potabile e nessuna capacità di fornire aiuti.

Senza carburante adeguato, Gaza rischia il collasso degli sforzi umanitari. Gli ospedali sono già al buio, le unità di maternità, neonatali e di terapia intensiva stanno cedendo e le ambulanze non possono più muoversi. Le strade e i trasporti rimarranno bloccati, intrappolando i bisognosi. Le telecomunicazioni si interromperanno, paralizzando il coordinamento delle operazioni di salvataggio e tagliando fuori le famiglie dalle informazioni critiche e gli uni dagli altri.

Senza carburante, le panetterie e le cucine comunitarie non possono funzionare. La produzione di acqua e i sistemi igienico-sanitari si fermeranno, lasciando le famiglie senza acqua potabile, mentre i rifiuti solidi e le acque reflue si accumulano nelle strade. Queste condizioni espongono le famiglie a epidemie mortali e spingono i più vulnerabili di Gaza ancora più vicino alla morte.

Per la prima volta in 130 giorni, questa settimana è entrata a Gaza una piccola quantità di carburante. È uno sviluppo gradito, ma è una piccola frazione di ciò che è necessario ogni giorno per mantenere la vita quotidiana e le operazioni di aiuto critiche.

Le agenzie delle Nazioni Unite e i partner umanitari non possono sopravvalutare l’urgenza di questo momento: il carburante deve entrare a Gaza in quantità sufficienti e in modo costante per sostenere le operazioni di salvataggio.

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