Dove eravamo rimasti e cosa è successo

Articolo pubblicato originariamente nella newsletter curata da Francesca Gnetti

In attesa dell’annuncio di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas che diversi mezzi d’informazione internazionali danno per “imminente” ecco un riepilogo dei fatti principali avvenuti della regione nelle ultime settimane.

Striscia di Gaza

Il 2024 si è chiuso con nuove terrificanti notizie dal territorio palestinese. Il 27 dicembre Israele ha fatto irruzione per la terza volta nell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, l’ultimo funzionante nel nord della Striscia, costringendolo a sospendere le attività. Come ricostruisce un articolo di Haaretz tradotto sull’ultimo numero di Internazionale, circa 350 persone che si trovavano nella struttura sono state costrette a uscire e a spogliarsi, 240 sono state arrestate e cinque componenti del personale medico, tra cui un pediatra, sono stati uccisi dall’esercito israeliano. Il direttore dell’ospedale, Hossam Abu Safiya, è stato arrestato ed è detenuto nel famigerato centro di Sde Teiman, dove secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani i palestinesi subiscono abusi e torture.

Le Nazioni Unite calcolano che dall’inizio della guerra a Gaza sono stati uccisi 1.057 operatori sanitari. Il sistema sanitario è ormai “sull’orlo del collasso totale”, denuncia un rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) uscito il 31 dicembre, secondo il quale gli attacchi di Israele contro gli ospedali del territorio palestinese potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Haaretz ricorda che la quarta convenzione di Ginevra riconosce uno status speciale agli ospedali in tempo di guerra e commenta che i danni intenzionali alle strutture sanitarie rientrano nel piano di pulizia etnica condotto dall’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza, allo scopo di impedire il ritorno di centinaia di migliaia di persone espulse.

Negli stessi giorni in cui i bambini morivano sui pavimenti coperti di sangue degli ospedali di Gaza per mancanza di cure, attrezzature e medicinali, succedeva qualcos’altro di inimmaginabile. Alla fine di dicembre sei bambini sono morti di freddo. The Electronic Intifada racconta le storie di alcuni di loro in un altro articolo dell’ultimo numero. Taghreed Ali, giornalista freelance di Gaza, spiega che i neonati sono più esposti all’ipotermia perché hanno una minore percentuale di grasso e generano meno calore corporeo a causa della limitata attività fisica. Inoltre sono già indeboliti per la carestia e l’assenza di protezione dalle intemperie. E così, oltre a far fronte ai bombardamenti quotidiani dell’esercito israeliano, gli abitanti della Striscia di Gaza devono cercare un modo per sopravvivere anche all’inverno.

Cisgiordania

Negli ultimi giorni le tensioni si sono inasprite con una serie di attacchi dei coloni contro villaggi e città palestinesi, che hanno provocato diversi feriti. Le incursioni dei coloni, ricostruisce il Times of Israel, sono una vendetta per una sparatoria durante la quale tre israeliani sono stati uccisi e altri otto feriti da uomini armati palestinesi che il 6 gennaio hanno aperto il fuoco contro alcuni veicoli israeliani in transito nel villaggio palestinese di Al Funduq. Il giornale emiratino The National nota che la sparatoria evidenzia il fallimento dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), incapace di fermare la violenza in Cisgiordania, nonostante l’operazione militare condotta nel campo profughi di Jenin per più di un mese.

Dal 5 dicembre l’Anp ha assediato il campo profughi della città palestinese, in uno sforzo congiunto con gli israeliani per cercare di reprimere la resistenza armata nel nord della Cisgiordania. Almeno 14 persone sono state uccise, tra cui Shatha al Sabbagh, studente di giornalismo di 21 anni colpita alla testa dal proiettile di un cecchino appena uscita di casa insieme alla madre e ai due nipoti. Ne parla un articolo di Al Jazeera tradotto sull’ultimo numero, che inserisce l’operazione dell’Anp a Jenin in un quadro molto più ampio, che consentirà alla leadership palestinese “di presentarsi come l’organismo incaricato di prendere il controllo di Gaza dopo un cessate il fuoco”. Ma quello che è definito “il peggior tradimento del popolo palestinese” non sarà dimenticato né perdonato.

Il campo profughi di Jenin è stato colpito anche da un bombardamento israeliano che ha ucciso sei persone ieri sera. Secondo il ministero della salute palestinese dal 7 ottobre 2023, quando Hamas ha compiuto i suoi attentati in Israele, in Cisgiordania 831 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito o dai coloni israeliani.

 

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