Articolo pubblicato originariamente su Genocide Scholars. Traduzione a cura della redazione di Bocche Scucite
L’Associazione internazionale degli studiosi del genocidio “dichiara che le politiche e le azioni di Israele a Gaza soddisfano la definizione legale di genocidio di cui all’articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (1948)”
A partire dall’orribile attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023, che costituisce esso stesso crimini internazionali, il governo di Israele ha commesso crimini sistematici e diffusi contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio, compresi attacchi indiscriminati e deliberati contro i civili e le infrastrutture civili (ospedali, case, case di riposo, ecc.) di Gaza, che, secondo le stime ufficiali dell’ONU, alla data della presente risoluzione, hanno ucciso oltre più di 59.000 adulti e bambini a Gaza;
Riconoscendo che si stima che questi crimini abbiano lasciato molte migliaia di persone sepolte sotto le macerie o comunque inaccessibili e molto probabilmente morte;
Riconoscendo che si stima che questi bombardamenti e altre violenze abbiano ferito più di 143.000 persone, con molti mutilati;
Riconoscendo che le azioni del governo israeliano contro i palestinesi hanno incluso la tortura, detenzioni arbitrarie, violenze sessuali e riproduttive; attacchi deliberati a professionisti del settore medico, operatori umanitari e giornalisti; e la deliberata privazione di cibo, acqua, medicine ed elettricità, essenziali per la vita dei palestinesi, acqua, medicine ed elettricità, essenziali per la sopravvivenza della popolazione;
Riconoscendo che Israele ha sfollato con la forza quasi tutti i 2,3 milioni di Palestinesi nella Striscia di Gaza più volte e ha demolito più del 90 per cento delle infrastrutture abitative nel territorio.
Riconoscendo che le conseguenze di questi crimini hanno incluso la distruzione di intere famiglie e generazioni di palestinesi;
Riconoscendo che Israele ha distrutto scuole, università, biblioteche, musei e archivi, tutti essenziali per il mantenimento del benessere e dell’identità collettiva palestinese;
Riconoscendo che Israele ha ucciso o ferito più di 50.000 bambini e che questa distruzione di una parte sostanziale di un gruppo costituisce un genocidio, come sottolineato in una dichiarazione congiunta di intervento nella causa della Corte Internazionale di Giustizia Gambia contro Myanmar da parte di sei paesi.
Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito in cui si afferma “che i bambini costituiscono una parte sostanziale dei gruppi protetti dalla Convenzione sul Genocidio e che il prendere di mira i bambini fornisce un’indicazione dell’intenzione di distruggere un gruppo in quanto tale, almeno in parte.
I bambini sono essenziali per la sopravvivenza di qualsiasi gruppo in quanto tale, poiché la distruzione fisica del gruppo è assicurata quando esso non è in grado di rigenerarsi”;
Riconoscendo che i leader del governo israeliano, i ministri del gabinetto di guerra e gli ufficiali superiori dell’esercito hanno fatto dichiarazioni esplicite di “intenzione di distruzione”, caratterizzando i palestinesi di Gaza come nemici e “animali umani” e dichiarando l’intenzione di infliggere “il massimo danno” a Gaza, “appiattire” i palestinesi di Gaza e trasformare Gaza in un “inferno”;
Riconoscendo che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha appoggiato il piano dell’attuale presidente degli Stati Uniti di espellere con la forza tutti i palestinesi dalla Striscia di Gaza, senza diritto al ritorno, in un’ottica che Navi Pillay, capo della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, ha affermato che si tratta di una pulizia etnica;
Riconoscendo che la distruzione deliberata dei campi agricoli, dei magazzini alimentari e dei panifici e altre violenze che impediscono la produzione di cibo, insieme alla negazione e alla restrizione degli aiuti umanitari, indicano l’inflizione intenzionale di condizioni invivibili che portano alla fame dei palestinesi di Gaza;
Riconoscendo che il 21 novembre 2024 la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e per l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant di Israele, nell’ambito dell’indagine in corso della Corte, aperta il 3 marzo 2021, per i crimini commessi in territorio palestinese dal 13 giugno 2014, accusandoli di crimini identificati nello Statuto di Roma nella Striscia di Gaza almeno dall’8 ottobre 2023, tra cui la morte per fame dei civili,
la direzione intenzionale di attacchi contro una popolazione civile, l’omicidio e la persecuzione;
considerando che le azioni di Israele in risposta all’attacco del 7 ottobre e alla successiva detenzione di ostaggi non sono state dirette solo contro il gruppo di Hamas responsabile, ma hanno anche preso di mira l’intera popolazione gazawi;
Riconoscendo che la Corte internazionale di giustizia ha ritenuto che in tre ordinanze di misure provvisorie nella causa Sudafrica/Israele – gennaio, marzo e maggio 2024 – che è plausibile che Israele stia commettendo un genocidio nel suo attacco a Gaza e ha ordinato a Israele di adottare tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l’incitamento diretto e pubblico al genocidio e per assicurare la fornitura di assistenza umanitaria ai civili di Gaza;
Riconoscendo che le principali organizzazioni di diritto internazionale e gli organismi delle Nazioni Unite, tra cui Amnesty International, Human Rights Watch, Forensic Architecture, DAWN, B’Tselem e Physicians for Human Rights, e il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, hanno condotto indagini approfondite e pubblicato rapporti concludendo che Israele sta commettendo un genocidio a Gaza;
Riconoscendo che un certo numero di esperti israeliani, palestinesi, ebrei e altri studiosi che si occupano di Olocausto e Genocidio e di Diritto Internazionale hanno concluso che le azioni governative e militari israeliane costituiscono un genocidio;
Riconoscendo che la società civile internazionale ha la responsabilità di prevenire il genocidio incoraggiando e assistendo gli Stati ad adempiere ai loro obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio per prevenire, reprimere e punire il genocidio;
Riconoscendo che le presunte misure di sicurezza contro i membri di un gruppo sono spesso pretesto per uccisioni di massa e genocidi, come è avvenuto in questo caso;
Pertanto, l’Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio:
Dichiara che le politiche e le azioni di Israele a Gaza soddisfano la definizione legale di genocidio contenuta nell’ Articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (1948).
Dichiara che le politiche e le azioni di Israele a Gaza costituiscono crimini di guerra e crimini contro l’umanità, come definito dal diritto umanitario internazionale e dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale;
Invita il governo di Israele a cessare immediatamente tutti gli atti che costituiscono genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità contro i Palestinesi a Gaza, compresi gli attacchi deliberati contro e l’uccisione di civili, compresi i bambini; la fame; la privazione di aiuti umanitari, acqua, carburante e altri beni essenziali per la sopravvivenza della popolazione; violenza sessuale e riproduttiva e sfollamento forzato della popolazione;
Invita il governo di Israele a rispettare le misure provvisorie ordinate dalla Corte internazionale di giustizia;
Invita gli Stati parte della Corte penale internazionale a rispettare i loro obblighi, cooperare con la Corte e a consegnare qualsiasi persona soggetta a un mandato d’arresto;
Invita tutti gli Stati a perseguire attivamente politiche volte a garantire il rispetto dei loro obblighi di diritto internazionale, compresi quelli previsti dalla Convenzione sul genocidio, dal Trattato sul commercio delle armi e dal diritto umanitario internazionale, nei confronti di Israele e della Palestina;
Invita il governo di Israele e tutti gli altri membri delle Nazioni Unite a sostenere un processo di riparazione e di giustizia transitoria che garantisca democrazia, libertà, dignità e sicurezza a tutta la popolazione di Gaza.
Risoluzione approvata il 31 agosto 2025
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."